La Bellezza del Somaro - La Recensione

Creato il 27 dicembre 2010 da Giordano Caputo
Terzo film da regista per Sergio Castellitto, uno dei più grandi attori italiani in attività. Anche stavolta, come nei suoi precedenti lavori da cineasta: “Non ti Muovere” e “Libero Burro”, si avvale della collaborazione di Margaret Mazzantini: sua moglie, che in questa occasione firma la sceneggiatura del film.
La storia affronta i rapporti Genitori-Figli all’interno di alcune famiglie borghesi in crisi. L’attenzione viene focalizzata sulla famiglia di Marcello e Marina (rispettivamente Sergio Castellitto e Laura Morante) i quali dovranno fare i conti con il nuovo fidanzato della figlia Rosa.
La Bellezza del Somaro” (questo il titolo), è un film molto particolare, perché nonostante è evidentissimo che sia pieno di difetti, non si riesce a disprezzare totalmente. Forse perche quelle poche cose che funzionano all’interno della sua struttura sono comunque piacevoli.
Ci si diverte, infatti, a vedere questo gruppo di borghesi fuori di testa darsi addosso uno con l’altro mentre cercano di affrontare i loro problemi, dal padre volgare con la sindrome di Peter Pan interpretato molto bene da Marco Giallini, a un altro che non vuole invecchiare e che si trova in piena crisi di mezza età (un caricatissimo Sergio Castellitto). Laura Morante ormai continua a fare quel che gli riesce meglio, la donna in crisi con spruzzate di isterismo qua e la, stavolta è una psicologa che non è in grado di riuscire a guarire né i suoi pazienti né se stessa. Così il ritratto che vediamo della gioventù di oggi è quello di ragazzi che ormai hanno la meglio sui loro genitori, ridotti a scendere a patti o addirittura ad essere sottomessi a loro. Una visione pessimistica di una società che sta andando sempre di più verso il baratro. Non mancano un paio di battute su Berlusconi che a quanto pare “c’entra sempre!”.
E quindi il meglio del film arriva proprio grazie ai suoi personaggi, tutti molto caricati, grotteschi e pronti a superare il limite, l’unico ad essere pacato e tranquillo è Enzo Jannacci nel ruolo del “troppo maturo” fidanzato di Rosa. Una delle cose che funzionano meno purtroppo è la regia di Castellitto, molto nevrotica e schizzata proprio come i suoi protagonisti e sicuramente responsabile della confusione di cui soffre il film sia all’inizio ma soprattutto nella seconda parte, complice forse una sceneggiatura troppo approssimativa.
Che il film di Castellitto faccia ridere è innegabile, di situazioni capaci di strappare risate ce ne sono e sono anche parecchie, purtroppo non riesce a colpire in pieno i suoi obbiettivi ma va detto che riesce, se non altro, a lasciare qualcosina nello spettatore.
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