Quando sono andata a Macerata mi sono portata dietro dei manhwa (manga coreani) e un libro preso l'anno scorso al Lucca Comics, finora mai letto, ovvero Lezioni di fumetto: Dave McKean.
Ecco alcuni suoi lavori (ricordo che è noto ai più come il copertinista di Sandman di Neil Gaiman)
Death e Dream
Richard Brautigan
da Black Orchid
da Coraline
Hai mai provato a disegnare direttamente con il computer?Sì, ma non mi piace. Il risultato mi sembra plastico: ci sono alcune persone che lo fanno molto bene, ma io continuo a pensare che anche il più bravo conservi un che di artificioso, la sensazione di un qualcosa di costruito. E poi è difficile che un computer commetta errori e spesso gli errori sono interessanti. Un computer, in genere, fa esattamente quello che tu gli chiedi di fare.
E se fai un errore, puoi sempre tornare indietro e correggerlo.Sì, esattamente, E' sempre un lavoro in cui sei al sicuro: se rovesci l'inchiostro sulla carta non c'è verso di tirarlo via e l'inchiostro si rovescia sempre in un modo unico e sorprendente. A volte è un disastro, ma altre volte è fantastico, un momento magico. Amo la sensazione di fare le cose a mano: non mi piace star seduto di fronte a uno schermo tutto il tempo. Mi piace il tratto di una penna a inchiostro. Mi piace sporcarmi le mani.
Ecco, le mani sporche. Dopo che ho finito un lavoro, mi piace vedermi le mani che per me non sono assolutamente sporche. Sono colorate.Mi piace vedere come le mie mani hanno lavorato.
E poi anche il suo discorso sull'imperfezione: lo condivido in pieno.
C'è da dire che molti degli illustratori e fumettisti che usano il digitale lo fanno perché spesso i tempi di lavorazione sono stretti e in un certo senso posso capirli anche se non mi sono mai trovata in una situazione del genere.
Mi viene in mente quando ho fatto qualche anno fa un corso di fotografia.L'insegnante, un fotografo, ci parlava di come con la fotografia digitale tutti siano diventati fotografi senza neanche stare a soffermarsi un attimo o aspettare il momento giusto.Basta cliccare tanto adesso non c'è più il problema di dover fare con il contagocce gli scatti fotografici perché ne puoi fare un'infinità e poi eliminarli. Facile, no?Mentre invece una volta sapevi che avevi un limite e quindi sapevi che dovevi scattare quella fotografia.Ci consigliava allora di avere sempre un pensiero prima anche se usiamo una macchina fotografica digitale.
Credo che questo modo di fare si possa applicare sia al disegno che alla scrittura.Anche adesso che scrivo al computer, non mi dimentico ogni tanto di scrivere a penna e molti mi dicono che hanno una bella calligrafia.E' come se fossero dei riti perché hanno bisogno del loro tempo.
E' importante non dimenticare la nostra umanità, la nostra meravigliosa imperfezione.La vita è imperfetta e se non riusciamo a coglierla, dove sta la bellezza di ciò che creiamo?