La bellezza dello scrittore

Da Gnoma

Per lungo tempo la bellezza esteriore non è stata annoverata tra qualità necessarie agli scrittori.  Anzi spesso associata a ristrettezza mentale, sembrava quasi un affronto che una bella donna potesse scrivere e un bell'uomo avere la facoltà di narrare cose interessanti. Quasi a volerli punire per i doni eccessivi che la natura aveva elargito loro. O più spesso, in realtà,  lo scrittore serio era immaginato sciatto, estraneo alla leggerezza dell'estetica, compreso com'è nei suoi cervellotici pensieri, e quindi poco si pretendeva, se non una foto passabile. Ebbene negli ultimi anni le cose sono cambiate, complice lo star system e gli agenti che si vendono gli scrittori come attori, anche loro, i defilati per antonomasia, vengono stanati, ripuliti e studiati per essere valorizzati.  Ecco quindi spuntare in bandelle o quarte,  foto ammiccanti di bei pelatoni ricchi di fascino e testosterone, barbuti tranquillizzanti e sexy, donne seriose ma scollate o con belle gambe in vista, e comunque pettinate, truccate, e fotografate con le luci giuste.  Insomma lo scrittore bello ora attira e seppure  da esordiente era uno scorfano impresentabile, al primo successo diventa un sogno proibito. E fa vendere di più. Spunta allora  un sentimento di nostalgia nel ritrovare vecchi libri o articoli le cui foto, impietose e figlie di un epoca che sembra lontanissima, ce li mostrano come erano, e quasi ci sembra di sbirciare di nascosto la foto sulla patente di un amico.