La bellezza salverà il mondo

Creato il 28 dicembre 2015 da Cultura Salentina

28 dicembre 2015 di Pierluigi Camboa

se la stupidità umana non l’avrà ancora distrutto

Pierre-Auguste Renoir: olio su tela, 1910, Musée de l’Orangerie, Parigi

“La bellezza salverà il mondo” (Fëdor Michajlovič Dostoevskij, “L’idiota). Capire a quale tipo di bellezza si riferisse il grande scrittore e pensatore russo non è possibile attraverso un procedimento logico né con un improvviso lampo intuitivo: la bellezza di Dostoevskij ha, infatti, poco o nulla a che vedere con la pura e cruda elaborazione estetica, superficiale, epidermica di un’immagine o di qualsiasi altra modalità (un suono, un aroma, uno stimolo tattile) di percezione sensoriale; questo tipo di bellezza è l’eloquente silenzio del principe Miskin, che risponde in modo esauriente, pur senza profferire verbo, alla domanda dell’ateo Ippolit sul significato della sua frase riferita al valore salvifico della bellezza, restando accanto, con infinita “simpatia” (piena condivisione del dolore e d’amore), al giovane che sta morendo di tisi a diciotto anni. In altri termini, la bellezza in grado di salvare il mondo è l’amore che condivide il dolore, la manifestazione “visibile” attraverso la quale l’essere umano esprime il pieno compimento della sua missione etica di soccorritore delle persone più fragili e vulnerabili, la forma attraverso la quale il Bene si afferma e dà segno di sé, irradiandosi in tutte le direzioni. Non v’è alcun dubbio che questo concetto (intimo e contemplativo) di bellezza, pur non essendo limitato alla mera percezione sensoriale, abbia un indissolubile legame con essa, necessario per avviare il lungo e faticoso, ma altrettanto appassionato percorso di miglioramento spirituale, un vero e proprio “crescendo rossiniano”, verso la dimensione trascendentale di Dio: la bellezza come percezione intima e profonda di Dio e della sua capacità di manifestarsi all’umanità; e non è un caso che San Francesco si sia più volte soffermato nella contemplazione estatica della bellezza del Creato, come espressione visibile della bellezza di Dio, concetto ripreso e promosso dall’attuale pontefice, che proprio al grande santo si è ispirato…

Una grande conquista dell’uomo è riuscire a comprendere la bellezza di Dio ed in questo processo di conoscenza uno strumento fondamentale di apprendimento è l’arte, non solo quella figurativa o musicale, ma anche a quella narrativa, alla comunicazione legata ai versi, alla lettura, alla carta.

Purtroppo, il condizionamento consumistico connesso con l’adulterazione comunicativa dei media (leggi Popper) ci ha portato a ricercare, spesso con modalità tipiche di conflittualità tribale (homo homini lupus) un modello di bellezza meramente estetica, mendace e falsa, che ci rende del tutto insulsi, incapaci di inseguire e di contemplare l’assoluta bellezza dei fiori e dei frutti coltivati e prodotti dall’amore, quel meraviglioso sentimento che ci strappa dalla miseria della quotidianità e ci fa andare incontro ai nostri simili, per aprirci nella mistica ascesa verso la divina trascendenza…

Bellezza è l’empatia che rende l’uomo in grado di condividere il dolore dei suoi simili.

Bellezza è la capacità dell’essere umano di saper rinunciare al superfluo per aiutare chi soffre.

Bellezza è l’attitudine morale ad accogliere i profughi e ad aiutarli a risolvere i conflitti, impedendo le violenze e le mattanze nelle loro terre martoriate.

Bellezza è la capacità di mantenere l’equilibrio della natura e di contrastare tutte le minacce contro l’ambiente.

Bellezza è la capacità di coltivare le discipline umane che costruiscono a migliorare lo spirito e ad abbandonare la ricerca dell’effimero.

Il grande don Tonino Bello, in uno dei suoi memorabili incontri con i giovani, rivolgendosi agli adolescenti, li esortava a coltivare la bellezza come strumento in grado di salvare il mondo: Io sono contento che voi coltiviate anche la musica, l’arte. Perché è la bellezza che salverà il mondo. Non saranno le armi; non sarà la nostra saggezza; non sarà la nostra forza. La bellezza, si. Amate la bellezza! Coltivate la vostra bellezza! Curate la vostra persona; curate la dolcezza del vostro sguardo e perfino la stretta di mano abbia uno spessore di tenerezza… È la bellezza che salverà il mondo. Scegliete per la vita! Amate le cose pulite, belle: la poesia, il sogno, la fantasia. Benedite il Signore che vi dà questa possibilità di viaggiare senza biglietto, gratuitamente, lungo i meridiani e i paralleli non soltanto del globo ma dell’esistenza”

La bellezza salverà il mondo; ma riuscirà a farlo, prima che la stupidità umana, gravissima malattia pandemica della società, spesso associata alla perfidia, non lo abbia già distrutto?

Ma che cos’è, in concreto, la stupidità? Letteralmente, la stupidità è definita come una condizione (innata o acquisita) di indisponente ottusità, che si manifesta attraverso comportamenti o discorsi del tutto privi di costrutto e di finalità positive; tuttavia, la stupidità può essere anche indicata come uno stato di profondo torpore, insensibilità o sbalordimento, connesso con situazioni fisiche o morali, spesso determinate da fattori ambientali di condizionamento, tale da causare nel soggetto che ne è colpito lo sviluppo di comportamenti, atti o discorsi incoerenti o comunque privi di utilità pratica per sé stesso e/o per la collettività.

La stupidità umana è estremamente diffusa ed i suoi effetti sono tanto più gravi quanto più elevato è il livello di “potere” detenuto dalla persona stupida: gli esempi di governanti stupidi sono numerosi non solo nella storia, ma anche nella quotidianità, sul proscenio nazionale ed internazionale e non è un caso che l’attuale esplosione di terrorismo internazionale sia un prodotto diretto (e non un effetto collaterale) della stupidità (e della violenza) dei (pre)potenti a stelle e strisce che guidano il pianeta.

La stupidità umana è però anche uno strumento di esercizio del potere, una maschera indossata in modo opportunistico (“pseudo-stupidità fraudolenta”) per favorire la diffusione epidemica della stupidità propriamente detta attraverso gli attuali potentissimi mezzi della comunicazione globale, legati al WEB; in altri termini, il pifferaio di Hamelin che sposta enormi masse di persone del tutto passive perché private della capacità di critica, riesce nel suo intento perché appare ai propri seguaci come il San Patrizio degli irlandesi, che scaccia in mare tutti i serpenti dall’isola.

Recentemente, un’accurata ricerca scientifica condotta dalla Eotvos Lorand University di Budapest e pubblicata su Intelligence (vedi http://www.popsci.it/stupidita-ce-ne-sono-tre-tipi.html), ha messo in evidenza che esistono tre diversi tipi di stupidità:

  1. La stupidità da “fiduciosa ignoranza”, ovvero da sopravvalutazione delle proprie capacità: è la forma peggiore perché può colpire anche le persone intelligenti, che sopravvalutano le proprie capacità o che sottovalutano l’intelligenza altrui. Un esempio del primo sottotipo, condito da un abito mentale tendenzialmente narcisistico, se non criminoso, è quello della persona che si mette alla guida di un’auto sotto l’effetto di grandi quantità di alcol o di sostanze psicoattive, oppure di colui che decide di sfidare i divieti (e il comune buonsenso) percorrendo una stradina di montagna ghiacciata, con il risultato della catastrofica caduta dell’auto nel burrone e la conseguente morte di tre persone (ma lui si salva). Un evidente esempio del secondo sottotipo è, invece, quello delle fosche profezie pubblicate (un vero best seller tra i suoi proseliti) da un tale, che se non avesse pensato di poter utilizzare la politica per fare soldi facili, sarebbe potuto diventare il più grande scrittore di fantascienza di tutti i tempi; questo strampalato individuo, che vuole manifestarsi agli altri con un aspetto ascetico (non a caso utilizza la permanente per dare forma alla sua folta capigliatura argentea) ha preconizzato l’avvento di una nuova società, nella quale saranno messi al bando i libri di carta (reminiscenze del romanzo “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, 1953), le macellerie e le tabaccherie ed inoltre tutti i cacciatori saranno messi alla gogna ed esposti al pubblico ludibrio. Un ulteriore, eclatante esempio del secondo sottotipo è quello dell’alto prelato che, improvvisamente folgorato sulla via di Damasco, decide di elargire una “donazione volontaria” di € 150.000,00 alla Fondazione dell’Ospedale Bambin Gesù, dopo aver arredato in modo sfarzoso il suo super attico con denaro di tuttora non ben specificata provenienza. Quello che è strano, ma vero, è che il guidatore sbadato citato nel primo esempio rappresenta la “vox publica” ufficiale del fosco profeta del secondo esempio e fu il più grande sostenitore per la nomina al soglio pontificio dell’alto prelato del terzo esempio. Per dovere di cronaca, riporto una dichiarazione forte di don Paolo Farinella, disponibile su Facebook: “Sul mio sito ho postato una breve riflessione sulla donazione del card. Bertone all’Ospedale Bambin Gesù a risarcimento dello scandalo: la toppa è peggio del buco. Chiedo che ‘sto Bertone venga ridotto allo stato laicale”. Un ultimo, evidente esempio di stupidità da sottovalutazione delle capacità intellettive degli altri è quello legato alla recente vicenda del salvataggio del governo delle 4 scassatissime banche, tra le quali anche la “famigerata” Banca Etruria, che aveva visto il padre del ministro Maria Elena Boschi esercitare il ruolo pro tempore di vicepresidente (oltre ad essere, ancor oggi, il datore di lavoro del fratello e della cognata). Di fronte a tali inconfutabili dati di fatto, come è possibile dichiarare l’insussistenza di un conflitto di interessi, se non altro di natura etica, visto che tecnicamente e giuridicamente tale condizione di pregiudizio potrebbe anche essere esclusa? Ma – chiedo a me stesso – quanto caro sarebbe costato, all’avvocato Maria Elena Boschi, dimettersi (pro tempore) dal suo incarico di ministro e attendere almeno qualche mese per poterlo esercitare di nuovo, dopo aver “lavato i suoi panni in Arno”?… Per concludere, non voglio certo addentrarmi nel ginepraio degli esempi legati alla quotidianità della politica internazionale, ma davvero non riesco a non sottolineare gli effetti catastrofici sull’intera umanità, delle tante “guerre giuste” promosse dai cow-boy nei territori “infestati dai comunisti cattivi” e in quelli ricchi di petrolio e la paradossale coincidenza del mancato funzionamento dell’intera rete dei radar ucraini per il controllo del traffico aereo proprio nel tristissimo giorno dell’abbattimento dell’Airbus russo sui cieli del Sinai: un altro evidente, lapalissiano caso di stupidità da sottovalutazione dell’intelligenza umana.
  2. La stupidità da “deficit di autocontrollo” è quella che ci porta a fare qualcosa di profondamente sbagliato, spesso per incapacità di rinunciare ad una pulsione interna; in altri termini, questo tipo di stupidità può essere anche inquadrato nel campo del comportamento akrasico, teorizzato per la prima volta da Aristotele (“Etica Nicomachea”, VII, 1145-1151) per spiegare la genesi del male (κακòς), cioè le cause del comportamento malvagio. Spieghiamo il concetto: akrasia (ακραςία) significa “non fare ciò che si sa di dover fare e fare, invece, ciò che non si dovrebbe fare”; in condizioni normali, chi ha chiari i propri obiettivi agisce di conseguenza, ma c’è anche chi, dominato dalle passioni e travolto dagli istinti, devia dalla logica e tende a seguire la via più facile e “diretta”, ispirata da tali istinti e passioni. In realtà, la ragione comune, libera dal condizionamento di mere esercitazioni sofistiche, ci induce a vedere l’uomo come un soggetto libero e responsabile, in grado di esercitare una scelta ponderata tra più opzioni e di selezionare, di conseguenza, quella che rappresenta obbiettivamente la migliore, non solo per se stesso, ma anche per l’intera collettività; eppure, in molti casi, l’uomo opera la scelta sbagliata e manifesta un comportamento akrasico. Un tipico esempio di stupidità da deficit di autocontrollo è quella del tizio che rinuncia ad una serena e rilassante gita al mare con la famiglia per passare l’intero pomeriggio della domenica a giocare a bocce, a briscola o a poker con gli amici. Ma c’è anche qualcosa di molto peggio nei grandi sistemi e che si è recentemente manifestato nella proterva volontà di decidere, per antipatia personale o, forse, per invidia e gelosia (ma cambia poco), di non assegnare al primo degli eletti un ruolo di governo, al quale i cittadini lo avevano delegato, in modo chiaro ed inequivocabile: per la serie, la democrazia, in fondo, è solo un optional.
  3. La stupidità da “assenza mentale”, ovvero da mancata consapevolezza di ciò che si sta facendo, tipica di chi prende una decisione importante, senza essere a conoscenza degli effetti (diretti ed indiretti) che quella scelta provocherà. Un esempio di stupidità di questo tipo si è manifestata con la paradossale esplosione di entusiasmo tra gli addetti ai lavori per i risibili risultati ottenuti nella recente Conferenza di Parigi sul Clima; infatti, con l’ulteriore aumento della temperatura approvato, enormi aree del pianeta diventeranno progressivamente ed inesorabilmente inospitali e inabitabili, al punto che George Monbiot ha così commentato, sul prestigioso Guardian, i risultati della conferenza: Rispetto a quello che avrebbe potuto essere, è un miracolo. Rispetto a quello che avrebbe dovuto essere, è un disastro”. Un secondo, eclatante esempio è legato alla campagna contro le vaccinazioni portata avanti da taluni profondi ignoranti che, ossessionati dall’idea compulsiva del complotto delle multinazionali del farmaco, sono riusciti ad insinuare il germe del dubbio nella popolazione, al punto da far ridurre pericolosamente il tasso di copertura vaccinale persino per le vaccinazioni obbligatorie dell’infanzia; in altri termini, riesce a fare molta più presa nell’immaginario collettivo il punto di vista (assolutamente privo di qualsiasi competenza) di Beppe Grillo che le raccomandazioni scientifiche di Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ed accademico ai massimi vertici mondiali della sanità pubblica. Un ultimo, terribile esempio di stupidità da assenza mentale è, infine, quello della triste vicenda del disseccamento rapido della chioma degli ulivi nel Salento da xylella fastidiosa, fenomeno tecnicamente noto come “Co.Di.Ro o Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo”. In questa triste, tristissima vicenda, infatti, l’Unione Europea ha deciso di procedere allo sterminio dei nostri meravigliosi “alberi della pace”, pur in assenza di qualsiasi evidenza scientifica di rapporto causa / effetto certo ed inequivocabile tra la xylella fastidiosa e il fenomeno del disseccamento rapido dell’ulivo. Stranamente (ma a me non sembra poi affatto strano), l’UE aveva già pronta la soluzione in grado di evitare la completa spoliazione degli ulivi dalle campagne del Salento: l’uso di terrificanti, tossici, mortali pesticidi prodotti dalle principali multinazionali della chimica (non a caso, tra le sei principali figurano la statunitense Monsanto, l’israeliana Makhteshim e le tedesche Bayer e BASF), nonché la coltivazione di ulivi geneticamente modificati (UGM); per fortuna, il TAR Lazio e la Procura di Lecce sono riusciti, almeno per il momento, ad arrestare questo vero e proprio orrendo crimine non solo contro l’ambiente, ma anche contro la cultura e le tradizioni del Salento. Un elemento che ci conforta sono state le dimissioni di massa del Generale Silletti, commissario ad hoc per l’eradicazione degli ulivi e di decine di dirigenti e funzionari regionali, incaricati di dar corso alle procedure amministrative. Un ultimo esempio di questo tipo di stupidità, anche questo condito da un’enorme componente di violenza e di perversione, è la sottoscrizione del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che, con la scusa di rimuovere i dazi doganali e di facilitare la libera circolazione delle merci tra USA ed UE, in realtà ha cercato, riuscendovi purtroppo, di abbattere tutti gli standard, le norme di qualità e la tracciabilità dei prodotti (es. denominazione di origine), che erano nate a tutela del consumatore. E fu così che, tra ulivi abbattuti, TTIP e TAP (Trans Adriatic Pipeline), il popolo salentino si è visto costretto ad abbandonare la frenesia dei tamburelli e la gioia della dionisiaca danza della pizzica per trasformarsi in moderni, ma assai improbabili, Fred Astaire e Ginger Rogers… Tutto ciò avviene perché questa è la volontà dei registi della globalizzazione, ovvero, per usare un più volte ripetuto monito di Virgilio a Dante, perché “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.

Ma torniamo al tema della stupidità, perché abbiamo ragione di ritenere che le forme della stupidità umana non possano essere rigidamente ridotte alle 3 tipologie appena descritte, frutto del grande lavoro di ricerca effettuato dall’università di Budapest, dato che non riescono ad essere esaustive della maggior parte delle forme di stupidità collettiva, che si stanno diffondendo con preoccupante modalità di progressione geometrica; in altri termini, pensiamo che sia molto più corretto catalogare e suddividere la stupidità in due grandi gruppi:

  1. Stupidità individuale o primaria: è il grande gruppo che comprende le tre tipologie di cui sopra, che possono essere così inquadrate come sotto-categorie, rispettivamente legate a presunzione, impulsività ed ignoranza.
  2. Stupidità collettiva o secondaria o indotta o epidemica: è quella che colpisce (e che si diffonde in) ampie fasce di popolazione, inizialmente indenni, a causa del condizionamento esercitato da una (o da più di una) delle tre forme di stupidità primaria.

Dopo aver parlato abbondantemente della stupidità primaria, passiamo a descrivere la secondaria, partendo dallo strumento della sua diffusione nell’ambito della collettività; in tal senso, il principale strumento di diffusione epidemica della stupidità, un tempo legato alla televisione (ampiamente criticata da Karl Popper come “produttore e diffusore di presupposti difficilmente controllabili e tali da determinare lo sviluppo di realtà falsificata”), attualmente è stato sostituito dal WEB (World Wide Web), tradotto letteralmente “ragnatela mondiale”. Il WEB rappresenta lo spazio elettronico e digitale di Internet, attraverso il quale è possibile pubblicare contenuti multimediali (testi, audio, immagini, video, ecc.), partecipare a discussioni individuali o collettive e creare i cosiddetti blog (diari di rete), particolare tipi di siti web, nei quali i contenuti vengono visualizzati in forma cronologica. In genere il blog è gestito da uno o più blogger che vi pubblicano, più o meno periodicamente, contenuti multimediali, in forma di testi o di post, concetto assimilabile ad un articolo di giornale. La diffusione del blog, legata alla percezione della sua grande importanza strategica come strumento di comunicazione sociale, si è sviluppata in modo esponenziale, a partire 1997, nata simbolica della sua nascita. Il WEB e i blog hanno fatto la fortuna di chi è riuscito a comprenderne questa potenzialità ed ha utilizzato i social network (come Facebook e Twitter) per amplificarne la capacità di diffusione comunicativa.

Ed è proprio con i blog che è nato e si è affermato persino un grande movimento politico, il M5S (Movimento 5 Stelle), attraverso la diffusione e la condivisione delle idee, anche se spesso balzane e paradossali, di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio, che però ne rappresentano gli elementi unificanti di riferimento e di coesione. Abbiamo già visto alcuni esempi di stupidità ascrivibile ai diarchi del movimento, ma sarebbe un profondo errore di superficialità (ed una grave offesa per i suoi attivisti e sostenitori) se arrivassimo alla conclusione che il movimento si sia formato per un processo di progressiva diffusione della stupidità; in realtà, premesso che i due leader storici del movimento non sono degli sprovveduti (dato che hanno trasformato i loro blog in inesauribili miniere di profitti personali più che leciti), il movimento è nato per la repulsione assoluta, avvertita dalla popolazione italiana (ma è un fenomeno diffuso in tutta Europa) nei confronti della “casta” dei “politici tradizionali” e dei loro privilegi. Si è finito, però, per creare anche dei cloni ringiovaniti e di più bell’aspetto (es. Luigi Di Maio versus Massimo D’Alema) dei vecchi politici di professione, che si era deciso di distruggere come modello, motivo per il quale riteniamo che il reale processo di rinnovamento della classe politica sia ancora ben lungi dall’essere compiutamente realizzato. Un primo passo decisivo per questo processo sarebbe quello di riuscire a rimuovere i diarchi dalla stanza di regia, ma questo evento è tutt’altro probabile, anche perché, venendo meno l’elemento fondamentale di coesione del movimento, si correrebbe il rischio di far prevalere i protagonismi, con sviluppare di fenomeni di totale anarchia. Vedremo…

Un ultimo aspetto che mi sembra fondamentale trattare è quello delle “forme associate di stupidità”, cioè di quelle nelle quali la stupidità è accompagnata (e complicata) da altre componenti negative, come la perfidia, la presunzione, l’ignoranza, l’impulsività e la violenza: avere ai vertici delle organizzazioni di potere uno che non è solo stupido, ma anche perfido, presuntuoso, ignorante, impulsivo e dall’indole violenta è la situazione peggiore che potrebbe capitare e che, purtroppo, capita assai di frequente. Non è un caso che le guerre siano quasi sempre l’espressione di questa “forma associata complessa di stupidità”.

Che fare, quindi?

Mah, intanto sperare che possano nascere nuovi leader illuminati ed unti dal Signore, ma lavorare anche con grande impegno e lena per “vaccinare” la popolazione contro la stupidità, cercando di far sviluppare percorsi di disassuefazione collettiva, necessari per impedire la persistente affermazione della stupidità sul buonsenso, della perfidia sul bene, della violenza sulla bellezza…

La bellezza salverà il mondo?… Ce la farà? Forse, ma aiutiamola, almeno!


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