Pronti via, c'è un'evasione da un carcere in piena zona portuale. 4 detenuti sequestrano una guardia e si danno alla fuga con una macchina d'appoggio. Tra di loro il più pericoloso e capo del gruppo è Nanni Vitali, condannato all'ergastolo per omicidi.
Nanni è abile quanto cinico e spietato. Ha però una fissa che si rivelerà anche essere il suo punto debole, è più forte di lui: si deve vendicare, e lo vuole fare personalmente, di chi con lui in qualche modo ha sgarrato. Appena uscito ucciderà con ferocia l'informatore che lo fece arrestare tempo addietro, senza privarsi di violentarne sotto i suoi occhi la fidanzata, la quale farà diventare forzatamente sua complice per un colpo ad una fabbrica dove lavora il padre della donna come guardia. La ragazza però, pur in preda al panico, si rivolgerà alla polizia che cercherà di trasformare il colpo in una trappola. A quel punto Nanni si dovrà vendicare ancora, stavolta verso la donna e pure verso il commissario... e fermiamoci qua.
"La belva col mitra" è un film molto particolare nel panorama dei poliziotteschi visti da me finora. Ha dei buchi paurosi di sceneggiatura (curata dallo stesso regista), con delle situazioni veramente insostenibili come delle fughe d'indecente facilità da parte di Nanni (forse il solo film di genere privo di veri inseguimenti), per non parlare di altro!, ma rischio spoiler. Su alcune recitazioni bisogna proprio coprirsi gli occhi, in particolare Richard Harrison nei panni del commissario Santini, meno dinamico di un Maurizio Merli col colpo della strega, confronto spontaneo per somiglianza fisica ma improponibile.
Però... si rimane incollati a vederlo questo film!!, tra i miei Cult, e non solo per le grazie di Marisa Mell generosamente mostrate a più riprese sia in posa statica che sessodinamica, cosa che poi attirerebbe solo i maschietti. Il film graffia, morde, stride come il gesso lungo sulla lavagna, bisogna davvero vederlo per percepire la sensazione di "piacevole fastidio". Eh, il buon Tarantino ama questo film e non lo biasimo, anzi onore a lui. Ricordo che anni fa volle incontrare Umberto Smaila in una visita in Italia, autore di diverse o.s.t. del Bis italiano tra le quali quella di questo film, pregevole e perfettamente a tema.
Film violentemente Pulp, a suo modo unico. E non ce ne sbatte nulla che la storia ha dei buchi perché ogni scena è un godimento! A Grieco poi gli si può dire di tutto, tranne che non sa fare i finali, perché anche quelle ultime immagini sono strabordanti grida di vendetta, Nanni sembra un leone legato. Da Encomio Solenne l'interpretazione della Belva da parte di Helmut Berger (che ai tempi era anche compagno nella vita di Marisa Mell, che non era più come ai tempi di Eva Kant, ma santi numi...).
Un po' di frame per ricordo, che lascio parlare da soli.