Dopo un'attesa di tre anni torna a Bellino la
Beò de Blins, antico carnevale alpino della Val Varaita che ricorda sotto molti aspetti la famosa Baiò di Samperyre.
La Baie hanno probabilmente parte delle loro radici in tradizionali rappresentazioni carnevalesche medioevali, spesso mischiano tra loro caratteristiche religiose e pagane, celebrano la natura e la sua rinascita dal lungo inverno e rievocano episodi storici locali.
Come la Baiò di Samperyre, la Beò de Blins s'ispira alla guerra contro i saraceni avvenuta a Preifiol, piccola località vicino a Chiazale, dove lo straniero mise sotto pressione la popolazione locale che resistette fino all'arrivo dei rinforzi che cacciarono dalla valle l'invasore.
Le location della Beò sono le frazioni di Chiazale, Celle e Prafauchier, denominate Cartier n'Aut del comune di Bellino.
La festa fino al 1958 si svolgeva annualmente, ad eccezione degli anni della Seconda Guerra Mondiale. Dopo una sospensione di quarant'anni nel 1999 è tornata con cadenza triennale la Domenica di Carnevale ed il Martedì Grasso.
La Beò si compone di un corteo i cui protagonisti sono personaggi curiosi, in abiti coloratissimi da cui scendono lunghi nastri appuntati da coccarde.
In testa gli uomini portano copricapi importanti, le donne, invece, hanno la tipica bera, cuffietta bianca con ricami a tombolo e, sulle spalle, preziosi e variopinti scialli.
La sfilata parte da Chiazale, scende a Celle e, percorrendo gli stretti vicoli della borgata, arriva fino a Prafauchier per poi concludersi a Celle.
Molti sono i personaggi che caratterizzano il corteo, ciascuno con un suo ruolo e caratteristiche proprie che contribuiscono a raccontare la cacciata dei Saraceni.
Al suono dei campanacci i Picounier, i più giovani del gruppo, richiamano la folla ed avvisano sulla presenza delle barriere, tronchi di legno che sbarrano la strada al Corteo a cui provvedono i Sapeur con le loro scuri mentre il Gingolo e i Pourtatour dei Ciciu fanno indietreggiare la folla battendo due coperchi.
Superato l'impedimento possono finalmente avanzare Lou Mounsù e la Damo, che rappresentano la borghesia, Lou Cadet e L'Espouso, i giovani sposi, mentre a rallegrare la festa Les Sarazines danzano freneticamente le musiche tradizionali suonate dai Sounadour.
Personaggi simpatici e curiosi sono Lou Viei e La Vieio, il vecchio e la vecchia, Lou Medic e L'Arlequin, mascalzone ed irrequieto, tenuto a bada da Lou Soldà.
Sicuramente la figura più misteriosa è Lou Turc, lo straniero selvaggio da convertire che parla un linguaggio incomprensibile e che viene tenuto a bada dal Gendarme.
La maggiore differenza con la Baio di Sampeyre, oltre al fatto che al corteo della Beò partecipano anche le donne, è che La Beò è una sorta di rappresentazione teatrale dove i personaggi recitano in occitano un canovaccio che offre largo spazio all'improvvisazione.
La festa termina il Martedì Grasso con il battesimo del Turc e il rogo de Lou Ciciu, il fantoccio di paglia, che sancisce la fine del Carnevale.
After three years back in Bellino the
Beò de Blins, ancient alpine carnival of the Val Varaita with many reminiscent of the famous Baio of Samperyre.
The Baie have probably part of their roots in traditional medieval carnival representations, often mixed with characteristics religious and pagan, that celebrate the nature and its rebirth from the long winter and recall episodes of local history.
Like the Baiò of Samperyre, the Beò de Blins is inspired by the war against the Saracens took place in Preifiol, a small hamlet near Chiazale, where the stranger put pressure on the local population that resisted until reinforcements that drove from the valley the invader.
The locations of the Beò are the villages of Chiazale, Celle and Prafauchier, called Cartier n'Aut of Bellino.
The festival was held annually until 1958, with the exception of the years of World War II. After a suspension of forty years in 1999 has come back every three years on Sunday of Carnival and Mardi Gras.
The Beò is made up of a procession in which the protagonists are curious characters, in colorful dresses from which descend long ribbons pinned to ribbons.
In head men wear remarkable headgears while women have the typical bera, white cap with embroidered pillow and, on the shoulders, precious and colorful shawls.
The parade starts at Chiazale, falls in Celle and, along the narrow streets of the village, up to Prafauchier and ends in Celle.
Many are the characters that characterize the procession, each with its own role and characteristics that help to tell the expulsion of the Saracens.
At the sound of the bells Picounier, the youngest of the group, recalling the crowd and warn about the presence of barriers, wooden trunks that bar the way, quickly vacated by the Sapeur with their axe while Gingolo and Pourtatour Ciciu make back the crowd beating two lids.
Overcome the impediment can finally move forward Lou Mounsù and La Damo, representing the bourgeoisie, Lou Cadet and L'Espouso, young married couples, while Les Sarazines dance frantically traditional music played by Sounadour.
Cute characters and onlookers are Lou Viei and La Vieio, the old man and the old woman, Lou Medic and L'Arlequin, scoundrel and restless, kept at bay by Lou Soldà.
Surely the most mysterious figure is Lou Turc, the wild foreigner to convert that speaks an incomprehensible language and is guarded by the Gendarme.
The major difference with the Baio of Sampeyre, besides the fact that to the Beò also participate the women, is that the Beò is a kind of theater where the characters recite in Occitan a scenario that offers ample space to the improvisation.
The festival ends on Mardi Gras with the baptism the Turc and the pyre of Lou Ciciu, the straw puppet, which marks the end of the Carnival.