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LA BESTIA UCCIDE A SANGUE FREDDO (1971) di Fernando Di Leo

Creato il 30 novembre 2008 da Close2me
LA BESTIA UCCIDE A SANGUE FREDDO (1971) di Fernando Di LeoOdiata e bistrattata (dallo stesso Di Leo) incursione dell’autore di Milano Calibro 9 e La Mala Ordina nel terreno, assai fertile ed economicamente remunerativo, del sexy-thriller d’ispirazione argentiano.
"Un uomo di nome Hans si convince a portare la moglie Ruth nella clinica per donne psicopatiche del dott. Oesterman. Ma nello stesso manicomio si aggira un misterioso uomo incappucciato che comincia a compiere una serie di efferati omicidi: attenta alla vita della signora Charyl Hume, uccide decapitandola un’infermiera nel giardino della clinica e pugnala Ruth nel suo letto mentre questa dorme, inoltre chiude all’interno della Vergine di Norimberga l’autista Augusto che era riuscito a vederlo, poi massacra una ninfomane e infine colpisce con una balestra una donna che stava avendo rapporti carnali con un’altra infermiera. Il dr. Oesterman e il suo assistente dr. Francis Klay temono per il futuro della clinica e per questo cercano di minimizzare l’accaduto agli occhi della polizia, resisi conto di essere in errore, i due contattano l’ispettore Korel che decide di collaborare per catturare l’assassino." (Wikipedia.org)
Liquidato di fretta come l’unico grande "passo falso" del geniale regista pugliese l’opera è invece, se considerata per ciò che promette (un puro divertissement, deliberatamente pulp) e se non confrontata con la produzione poliziesca dell’autore, un eccellente esempio di cinema di genere.
C’è innanzitutto un cast, soprattutto femminile, da far impallidire qualsiasi produzione coeva: Jane Garret, Gioia Desideri, Monica Strebel e su tutte una divina Rosalba Neri all’apice della sua conturbante femminilità, impegnata in un ruolo che non poteva non pungolare a dovere l’immaginario sexy degli spettatori. Kinsky è visibilmente allibito di fronte a tanta bizzarria cinematografica, ma senza dubbio affronta con professionalità la parte del dr. Clay.
Sull’assurdità di poter trovare armi medievali vere appese ai muri di un ospedale psichiatrico non è necessario soffermarsi (ma chi ha detto che un horror debba rispondere alle regole della logica?), mentre interessanti sono i numerosi esperimenti registici (inquadrature sbilenche, un montaggio cerebralmente deframmentato), che rispondono presumibilmente ad un disinteresse verso la vicenda
stessa, nonostante lasci piuttosto perplessi constatare che la sceneggiatura fu scritta proprio da Di Leo insieme a Nino Latino!
Tra l’altro, il film conobbe non pochi problemi con la commissione censura Italiana, causa sempre l’ingente quantità di nudi disseminati nella storia. Paradossalmente però – e come di consuetudine – la versione Francese di La bestia uccide a sangue freddo fu rimpolpata con alcuni insert sessuali espliciti.
Ovviamente sia il maestro Di Leo che la stupenda Neri furono totalmente estranei all’operazione. 
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