16 Novembre 2011 - Alcune antiche copie della Bibbia del Re Giacomo vengono portate all'altare dell'Abazia di Westminster. Alla cerimonia ufficiale e solenne ha partecipato anche la famiglia reale.
Nel XVI secolo il tema della traduzione della Bibbia assunse nuova importanza, e spinse tanti studiosi ad occuparsene in tutta Europa. Nel mondo anglofono in particolare, furono dapprima Wycliffe e poi Tyndale a ravvivare l'interesse dell'Inghilterra colta, e non solo, per i testi sacri; il primo dette vita alla confraternita dei lollardi che predicarono in tutta l'isola utilizzando copie manoscritte della Bibbia, mentre il secondo pose solide basi per successivi lavori di traduzione con il suo "Nuovo Testamento", tradotto in inglese nel 1525. Negli anni successivi, soprattutto grazie alla brillante idea di Enrico VIII di staccarsi dall'autorità di Roma e per rafforzare le sue posizioni, si pubblicarono nuove traduzioni della Bibbia completa ( 1535 Miles Coverdale, 1539 "Grande Bibbia", 1576 "Bibbia di Ginevra" ).
Entrambe le due ultime versioni, tuttavia, creavano problemi alla popolazione anglofona, dunque si lavorò ad una nuova edizione, pubblicata nel 1568 con il nome di "Bibbia dei Vescovi", ma anche questa trovò dissensi tra i calvinisti, che non riconoscevano i titoli gerarchici della Chiesa, e dunque non ebbe successo.
Wikipedia riporta, a proposito di coloro che presero parte a questo lavoro:
"Qualcuno ha ipotizzato che nel lavoro di traduzione sia stato coinvolto anche William Shakespeare (1564-1616): la 'prova' consisterebbe nel fatto che, esaminando la traduzione del salmo 46, la 46ma parola dal principio è "shake", alla quale segue, dopo altre 46 parole, "spear". Inoltre, il 46mo anno d'età del celebre scrittore (1610) cade all'interno del periodo di lavorazione. Contro questa interpretazione dal sapore quasi cabalistico è stato fatto notare come giocando anche sulla Bibbia di Ginevra e su altre traduzioni inglesi precedenti la nascita di Shakespeare si ottiene lo stesso risultato. "Giacomo prese parte attiva al progetto, partecipando molto quale devoto credente e stimato studioso dei testi sacri. Infine fu pubblicata otto anni dopo, con la dedica " al sommo e potentissimo principe Giacomo".
" (...) a moltitudini di cristiani di lingua inglese alterare le parole della "Bibbia del Re Giacomo" sembra quasi blasfemo". "Man mano che l'espansione territoriale degli inglesi aumentava, i coloni inglesi portarono con loro la "Bibbia del Re Giacomo" nelle zone da loro occupate, ed essa si estese in tutto l'Impero Britannico. Secondo alcuni dati, ne sono state stampate più di un miliardo di copie in tutto il mondo, ed è tuttora il più diffuso libro di stampa inglese a livello mondiale.
E poi si dice che il Medioevo è un secolo buio!!!