Eliezero si mise in viaggio e quando fu nelle vicinanze della città dove abitava il fratello di Abramo si fermò ad un pozzo. Tosto vide avvicinarsi un gruppo di ragazze e tra esse ne scorse una che superava le altre per bellezza e grazia. Ispirato da Dio, a lei si rivolse Eliezero chiedendo da bere ed essa fu pronta ad offrire la sua brocca attingendo poi altra acqua perchè tutta la carovana potesse dissetarsi. Questo atto gentile fu per il servo di Abramo il segno che quella era la moglie destinata da Dio ad Isacco e maggiormente ne fu convinto quando la bella fanciulla, interrogata, rispose di essere Rebecca, una delle figlie del fratello di Abramo. Perciò si recò alla casa di lei e chiese la fanciulla in sposa per il giovane padrone Isacco. L'indomani stesso Eliezero volle rimettersi in cammino per il ritorno, seguito da Rebecca e dalle sue serve.
Quando infine Abramo potè vedere il matrimonio del figlio allietato dalla nascita di due gemelli, morì ringraziando Dio dei benefici ricevuti. Dei due gemelli nati da Isacco e Rebecca, il primo era rosso e peloso e perciò fu chiamato Esaù, mentre al secondo venne dato il nome di Giacobbe.
Esaù era di carattere violento, Giacobbe invece era buono e mite. Un giorno Giacobbe si era preparato un piatto di lenticchie e stava per mangiarselo, quando Esaù, che tornava dalla caccia stanco e affamato, lo pregò di cederglielo. -Te lo darò volentieri- rispose Giacobbe- se tu mi cederai il diritto di primogenitura.
Esaù confermò la cessione con un solenne giuramento. A quei tempi, al primogenito spettava il doppio dell'eredità dei fratelli ed alla morte del padre egli diventava il capo della famiglia. Ciò veniva confermato da una speciale benedizione paterna. Perciò Isacco, divenuto ormai vecchio e cieco, ignorando la cessione fatta, chiamò Esaù e gli disse:- Vai a caccia e procurami una buona selvaggina. Dopo che l'avrò mangiata ti darò la mia benedizione perchè mi sento vicino a morire. Ma Rebecca, sua moglie, avvertì Giacobbe e lo convinse a sostituirsi ad Esaù. Essa stessa gli coprì le braccia ed il collo con la pelle di due capretti.
Giacobbe obbedì e si presentò dal padre il quale così gli parlò:- Dio ti benedica, figliuolo mio, e ti dia potenza e ricchezza. Che i popoli tutti ed i tuoi fratelli stessi ti ubbidiscano e ti siano soggetti. Invano Esaù protestò chiedendo che il padre annullasse la benedizione data a Giacobbe. Isacco, scorgendo nell'accaduto la volontà di Dio non acconsentì al desiderio del figlio per cui questi, accecato dall'ira e dall'odio, minacciò di uccidere il fratello. Allora Giacobbe, consigliato dai genitori, decise di rifugiarsi presso suo zio Labano, che abitava nella lontana Mesopotamia. Dopo la prima giornata di viaggio, si fermò in aperta campagna a riposare e, durante la notte, vide in sogno una scala che univa il cielo alla terra per la quale scendevano e salivano molti Angeli. Dall'alto di essa Dio gli disse:- Io sono il Dio di Abramo e di Isacco. Darò la terra sulla quale dormi a te ed ai tuoi discendenti che saranno più numerosi della sabbia del mare: tra essi nascerà il Salvatore del mondo. Io ti proteggerò ovunque andrai e ti aiuterò a ritornare in questo paese.
Giacobbe si svegliò impaurito; poi riprese il viaggio e, dopo molti giorni, si fermò ad un pozzo dove alcuni pastori stavano abbeverando i loro greggi e chiese loro conto dei suoi parenti. Costoro gli indicarono allora la figlia di essi, Rachele, che si stava avvicinando col suo gregge. Giacobbe restò in un primo tempo muto dalla sorpresa vedendo la bellissima fanciulla. Infine, le si presentò e i due giovani si abbracciarono commossi. Giunto povero in casa dello zio, Giacobbe, grazie alla protezione di Dio ed al suo lavoro, non solo accrebbe le ricchezze dello zio, ma divenne presto ricco egli stesso.
Sposò quindi Rachele ed ebbe undici figli. Passati quattordici anni egli volle però ritornare alla casa paterna: compose una carovana coi suoi servi ed il suo bestiame, caricò sui cammelli le sue ricchezze e si mise in viaggio. Ma, giunto vicino alla meta, seppe che il fratello Esaù, sempre accecato dall'odio, aveva mosso incontro a lui a capo di quattrocento armati. La notizia addolorò Giacobbe e lo spaventò non avendo egli di che difendersi dall'attacco del fratello. Ma Dio gli mandò un Angelo per incoraggiarlo e confortarlo, assicurandogli nuovamente la sua protezione. Quando infatti i due fratelli si trovarono di fronte, l'odio svanì miracolosamente dal cuore di Esaù ed essi si abbracciarono giurandosi pace eterna. E finalmente, dopo tanti anni di lontananza, Giacobbe potè riabbracciare il vecchio padre e la madre, allietando, con la sua presenza e quella dei suoi figli, i loro ultimi anni di vita.
...I sogni di Giuseppe
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