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La bibbia l’hanno letta, ora aspettano i fucili

Creato il 09 febbraio 2011 da Julesdan

LA BIBBIA L’HANNO LETTA, ORA ASPETTANO I FUCILI

foto:flickr

C’è un’Italia malta e nascosta, a cui ancora è difficile credere. E’ l’Italia che più avrebbe bisogno di un cambiamento, ma che meno è disposta a fare qualcosa per ottenerlo. E’ un’Italia relegata nelle province, soprattutto settentrionali ma che non disdegna qualche incursione al centro sud. Un’Italia razzista, ipocrita ed incoscientemente arretrata, fatta di persone disinteressate e male informate, che gridano alla conquista ed ai diritti, ma non sanno cosa è meglio.

Votano Lega Nord e ammirano Silvio Berlusconi. Sono coloro che difendono i vizi del potere come beni inalienabili – chi può permetterselo, se lo merita – sono convinti della legittimità del potere per meriti di possesso. In pratica più si è ricchi, più si ha il diritto di comandare. Ne sono convinti e ne fanno bandiera. Non è difficile imbattersi in questa Italia, si trova a fare la coda fuori dalle discoteche per vedere, toccare ed ammirare Fabrizio Corona, si trova alle adunate di piazza di Mario Borghezio, ad inveire contro il diverso, si trova nei centri commerciali ad accendere mutui per beni di consumo diretto. Ma anche nelle università, purtroppo, nelle chiese e nei bar.

Il paradosso è che questa è l’Italia che avrebbe più bisogno di una leadership politica salda e pulita, perché sono i primi a fare le spese dei numerosi errori dei governi degli ultimi dieci anni. Sono persone che hanno votato il centro destra quando prometteva posti di lavoro fittizi, che in seguito si sono trasformati in fallimenti e casse integrazione, che imbarcava il paese in interventi militari dispendiosi e rischiosi, che in seguito li ha visti partire e in certi casi morire lontano da casa, che non era in grado di assicurare un futuro economico stabile, ma che era in grado di garantire la possibilità all’Italia disoccupata e senza certezze di un’automobile ed un cellulare.

Apparentemente tutto quello di cui c’è bisogno è l’apparenza. Lo si evince da questa Italia, senza una prospettiva di sviluppo o di riuscita per i propri figli, ma che non rinuncia a costose vacanze pagate con mutui che non verranno mai estinti. Molte di queste persone faticano ad arrivare a fine mese, si sono viste decurtare lo stipendio e dimezzare le ore di lavoro, ma non sembrano accorgersene o preoccuparsene. Per i giovani va anche peggio, la disoccupazione non sembra rappresentare un problema, finché esiste la prospettiva di macinare soldi in un call center. Non verranno tempi migliori, se nessuno si preoccuperà di pretenderli.

Questa è l’Italia che giustifica le scappatelle del premier con un chissenefrega. E’ la stessa che vorrebbe un federalismo irrealizzabile e che li vedrebbe sul lastrico più di quanto non siano già. E’ una popolazione minata dalla scarsa informazione, illusa e incantata dalla luce blu della televisione che sembra trasmettere solo verità. Una sola verità, che per questa Italia va più che bene. Le ragazze aspirano alla carriera di ballerine, e se tutto va come dovrebbe ad un giro ad Arcore per sistemarsi. I ragazzi mettono la testa nel pallone e se non ce la fanno restano dove sono, a coltivare sogni da Scarface.

Questa è l’Italia di cui nessuno parla apertamente ed in senso critico, per paura di offendere l’onore del proprio paese, ma che esiste e vota, e di conseguenza decide insieme alla maggioranza. E’ facile rendersi conto dell’esistenza di questa fetta di popolazione, basta guardare i dati dei televoti ai reality, contare le teste ai provini televisivi, negli stadi, nei villaggi vacanze. E’ una popolazione fatta di illusioni mai realizzate, ma che si è incaponita su esempi illustri e crede ancora che possa esistere un paese dove 50 milioni fanno lo spettacolo, mentre dieci stanno a guardare.

Non è colpa di questa Italia se il paese va a rotoli, ma colpa di chi l’ha creata. E’ colpa di chi piano piano, in modo intangibile, ha assottigliato la soglia culturale minandola con colori e luci stroboscopiche, falsi miti ed inni da ripetere in coro come preghiere. Questa Italia è una vittima del sistema, che crede di non farne parte ma che è omologata con esso e per esso indispensabile. Perché se questa Italia di colpo smettesse di votare, compiendo così l’inevitabile processo di disinteresse, allora il sistema cadrebbe e si potrebbe finalmente ricominciare da capo.

La politica stessa ha spostato i suoi target adattandoli alle necessità ed al livello di consapevolezza di queste persone, ormai non contano più i programmi, ma i paroloni. Bisogna farsi sentire, fare la voce grossa, che sia su un giornale o in un salotto politico contrario alla propria fazione, infischiandosene delle leggi e della buona creanza. Ben presto la legge del più forte ha contaminato tutte le sfere della popolazione, partendo dalla classe politica è arrivata agli elettori, che applicano il metodo anche nella vita privata, arrogandosi diritti, vivendo di prepotenze, lasciando che la strada la apra il più violento.

Questa è l’Italia figlia di un sistema marcio in ogni suo ingranaggio, ma è un’Italia che funziona perché ha escluso chi non ne fa parte. L’opposizione deve adeguarsi o perire, la magistratura deve adeguarsi o perire, così come chiunque metta i bastoni tra le ruote a questa Italia insulsa e vuota.

Forse un giorno anche questa Italia si accorgerà dove stiamo andando a finire, ma quando accadrà non avrà probabilmente più un sistema democratico su cui contare e dovrà rimboccarsi le maniche per cominciare a ricostruire. Per ora fa la fila agli ingressi dei cinema per non perdersi il nuovo film di Checco Zalone.

Il titolo è un riferimento al meraviglioso libro di Joe Bageant ‘La Bibbia e il Fucile’. Non così lontano dalla nostra realtà.


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