Ciò che viene raccontato nel Vecchio Testamento è una delle tante storie che raccontano di come un uomo riesca a sconfiggere un gigante con l’astuzia. Sembra che Golia raggiungesse i tre metri e mezzo di altezza, e la sua corazza pesasse circa 104 chilogrammi. Ma nella Bibbia si parla anche di Og, un altro gigante. Fu Mosè a sconfiggerlo durante la conquista di Canaan da parte degli israeliti (Numeri 21, 32-35). Così si legge: “Perché Og, re di Basan, era rimasto l’unico superstite dei Refaìm. Ecco, il suo letto, un letto di ferro, non è forse a Rabbà degli Ammoniti? È lungo nove cubiti e largo quattro, secondo il cubito di un uomo” (Deuteronomio 3,11). Og dunque, in base alle misure forniteci, doveva essere un colosso di circa 4 metri di altezza.
E qui è possibile collegarsi con il mondo greco, che venerava una stirpe di dèi e di antichi re, gli Anachi, il cui nome deriverebbe proprio dai giganti biblici. Nella mitologia greca, innumerevoli sono i racconti sui giganti. Nell'Odissea infatti, che racconta il rocambolesco viaggio di Ulisse (re di Itaca) si parla dell’incontro con il ciclope Polifemo. Secondo gli studiosi di mitologia il mito dei ciclopi è nato dai teschi di elefanti nani, rinvenuti nelle isole greche del Mediterraneo.
Quei teschi presentavano un grande foro all’altezza della proboscide, cosa che faceva pensare al cavo orbitale sulla fronte di un gigante. In Grecia sono comunque molti i luoghi connessi alle peregrinazioni di Ulisse, considerati scenari storici di alcuni eventi. Uno di questi è “l’antro del ciclope”, situato presso Maronia, a nord del Paese. Gli scavi hanno rilevato che questa grotta è servita per secoli come abitazione e luogo di culto. Al centro dell’ingresso si trova una grande stalagmite a cui è stato dato il nome di “sigillo di pietra di Polifemo”. Non lontano si trova una grande galleria, denominata “zona dei giganti”.