di Roberto Renzetti. Riporto una lettera ad Augias su Repubblica del 29 novembre e la sua risposta.
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Perché la Bibbia non va presa alla lettera
GENTILE AUGIAS, per dimostrare le comuni radici delle tre religioni monoteistiche, si cita spesso l’episodio di Abramo ed Isacco. Dio chiede ad Abramo di uccidere il figlio Isacco per dimostrargli fede e obbedienza salvo fermargli la mano all’ultimo momento. Sarebbe un Dio misericordioso. L’uomo Abramo, accecato dalla fede, accetta l’ordine, prende il figlio e senza esitare estrae il coltello. Che dire di un “uomo” votato all’ obbedienza assoluta? Non ricorda la moderna attenuante di tanti colpevoli: «Ho obbedito ad un ordine superiore»? Può essere un esempio, per noi, di una fede da accettare e condividere? C’è il figlio Isacco, morituro, di cui non ci si dice nulla sulla reazione nei confronti di un padre che lo uccide per compiacere una volontà “superiore”. Manca la figura della madre, in questo fosco dramma, forse perché non considerata influente. Infine Dio che non esita a chiedere a un padre di compiere l’atto più mostruoso, uccidere un figlio, soltanto per essere sicuro della sua obbedienza. Parafrasando il titolo di un grande libro, dovremmo dire «Se questo è un Dio». Un Dio umanizzato che si dichiara felice, esorta Abramo ad accarezzare Isacco, a educarlo, affinché Dio li ami e li illumini, purché sottoposti e ubbidienti. Abramo, un potenziale assassino, e Dio il mandante, tutti felici, tranne probabilmente Isacco, se consapevole. Un racconto dell’orrore proposto ai bambini da tempo immemorabile!
Giorgio Castriota – Roma
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NUMEROSE pagine della Bibbia, e dei vangeli, vanno prese non alla lettera ma come illuminanti – anche se terrificanti – metafore, come lo sono d’altronde i miti greci – e le fiabe – con i loro delitti ed orrori. Vero anche che ai nostri occhi si tratta di episodi che restano intollerabili anche sotto metafora, frutto come sono di una cultura pastorale arcaica. Insomma, come ogni episodio della storia anche la Bibbia va letta riportandola ai tempi in cui venne concepita. Aggiungo che una lettura “semplice” non aiuta a comprenderne il significato. Dio aveva permesso che Sara moglie di Abramo restasse incinta nonostante i due fossero in età avanzatissima. Dunque Isacco era in ogni senso un dono di Dio. Come leggiamo nel libro di Giobbe (altro episodio inesplicabile se preso alla lettera): «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». Aggiungo che l’importante setta ebraica dei farisei credeva fermamente nella resurrezione (tema diventato imbarazzante e in genere evitato. È la ragione per cui Paolo di Tarso, fariseo, nella sua lettera agli Ebrei può scrivere: «L’uomo (Abramo) che aveva lietamente ricevuto le promesse, tentò di offrire il (suo) unigenito, benché gli fosse stato detto: Quello che sarà chiamato “tuo seme” verrà da Isacco. Ma egli riconobbe che Dio poteva destarlo dai morti». Dunque Abramo è pronto a uccidere anche perché sa che il Signore ridesterà Isacco, come del resto si tramanda che sia accaduto a Gesù al quale il sacrificio di Isacco viene talvolta accostato. Si potrebbero richiamare molti altri elementi interpretativi per arrivare a capire che c’è ben altro sotto le somiglianze superficiali con un film dell’orrore.
Corrado Augias
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Augias è da molto tempo che fa il teologo e risponde alla lettera arrivatagli a Repubblica proprio da teologo, da un teologo che deve sempre e comunque giustificare anche le cose più assurde come proverò a dire. Prima però di argomentare in qualche modo debbo dire che Augias è di religione ebraica e non so come la mia risposta possa entrare nel comune sentire di un ebreo. Viceversa io rispondo come se le osservazioni di Augias fossero di un cattolico. In ogni caso mi stupisco dell’Augias che pretende di conoscere Gesù, Maria ed almeno le origini del cattolicesimo non sappia, almeno credo, rispondere alla Bibbia assunta come libro sacro dai cattolici.
La prima osservazione riguarda il modo con cui la Chiesa intende la Bibbia.
I testi che compongono la Bibbia sono nient’altro che racconti tramandati a voce, poi scritti da persone diverse e in tempi diversi senza grande precisione, per sviluppare una teologia più che fare storia. In essi vengono raccolte ed elaborate idee ebraiche e di altri, in forma di eventi e regole soprannaturali anziché umane, poi sottoposti lungo i secoli a fantasiose aggiunte, traduzioni capricciose e convenienti interpretazioni. La Bibbia ha un suo significato preciso per un determinato popolo. E’ la storia leggendaria ed utilitaristica dell’insieme di quelle genti che, da un certo momento (intorno al XIII secolo a.C.), si è riconosciuta come popolo ebraico o d’Israele. Gli usi ed i costumi nonché gli insegnamenti di quel libro sono diretti a quel popolo per il quale hanno significati precisi. Anche se vedremo che tali insegnamenti non sono certamente edificanti se confrontati con il comune sentire dei Paesi occidentali odierni. La Bibbia è stata poi assunta come testo sacro anche dalla cristianità ed in particolare dalla Chiesa cattolica. Qui arriviamo ad un assurdo flagrante: il Dio che mediamente ci viene presentato nel Vecchio Testamento (VT), dove emergono differenti suoi comportamenti, non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con quello del Nuovo Testamento (NT). E neanche a dire che il richiamo della Chiesa cattolica al VT sia dovuto ad una qualche svista. Infatti quel richiamo è perentoriamente fatto da Gesù nel NT che mostra di essere un perfetto ebreo rispettoso della sua religione (rivista dalle deformazioni di interessati sacerdoti).
La Chiesa cattolica ha sempre sostenuto che l’ispiratore dei vari scritti sacri costituenti la Bibbia è stato lo Spirito Santo e, di conseguenza, direttamente di Dio. L’esegesi ebraica ritiene che tutta la Torah scritta ed orale sia stata trasmessa da Dio a Mosé il quale poi la trasmise al popolo d’Israele. I primi quattro libri del Pentateuco furono trasmessi da Dio al popolo ebraico senza l’intermediazione di Mosè perché balbuziente; in seguito, la balbuzie fu curata e Mosè poté trasmettere il quinto libro della Torah, il Deuteronomio. Materialmente furono degli uomini a scrivere ma sotto l’ispirazione di Dio.
Il fatto che la Bibbia non vada mai letta letteralmente è in contrasto con il fatto che è parola di Dio (o è in accordo se si assume un determinato punto di vista che comunque è opinione che permette non tre ma molte religioni monoteiste).
Debbo ricordare, come esempio per me emblematico e fondamentale che proprio sul fatto che la Bibbia DEVE essere letta letteralmente fu condannato Gallileo.
Ad un dato punto del libro di Giosuè vi sono dei versetti che vale la pena discutere per le conseguenze nefaste che ebbero nei processi dell’Inquisizione.
[12]Allora, quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli Israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele:
«Sole, fèrmati in Gàbaon
e tu, luna, sulla valle di Aialon».
[13]Si fermò il sole
e la luna rimase immobile
finché il popolo non si vendicò dei nemici.
Non è forse scritto nel libro del Giusto [probabilmente una raccolta di detti e di racconti popolari dedicata alla storia d’Israele, andata perduta, ndr]: «Stette fermo il sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare quasi un giorno intero. [14]Non ci fu giorno come quello, né prima né dopo, perché aveva ascoltato il Signore la voce d’un uomo, perché il Signore combatteva per Israele»? [Gios. 10, 12-14].
Se non vi sono significati reconditi, come eclissi o altro, quanto letteralmente si legge è la richiesta, fatta da Giosuè ed esaudita da Jahvè, di fermare il Sole in modo che, con il prolungarsi del giorno fosse stato possibile agli israeliti portare a termine la distruzione dell’esercito nemico. Si tratterebbe di uno dei tanti prodigi fatti dal Dio stregone salvo il fatto che questo preteso prodigio sarebbe un prodigio di Dio, dettato agli scribi dallo stesso Dio (parola di Dio !) e quindi DEVE ESSERE VERO, deve cioè rappresentare un fatto astronomico vero. Al di là del fatto che Dio abbia fermato o meno il Sole (e la Luna), resta l’affermazione che è il Sole in movimento (della Luna ci disinteressiamo) e quindi è la Terra ad essere immobile. Gli studiosi rinascimentali del nulla, i teologi tra cui Bellarmino, stabilirono che questa era verità indiscutibile che non doveva perciò essere discussa: parola di Dio ! E’ la prova che la Chiesa legge alla lettera il Vecchio ma anche il Nuovo Testamento con conseguenze drammatiche. Nel caso specifico si trattò della condanna di Galileo (1633) e del suo sostegno alla Teoria Copernicana che prevedeva il Sole immobile al centro del sistema solare con la Terra in moto circolare intorno ad esso. Come poteva quel vecchio cocciuto ed ignorante pisano mettere in dubbio quanto dettato da Dio ? Hai voglia a spiegare ai teologi, che io chiamo nullologi (Lettera a Cristina di Lorena), che le cose vanno lette tenendo conto del tempo e delle conoscenze che si avevano quando erano state scritte ! Niente da fare e la Chiesa, che sarebbe amore (Papa Francesco), in nome di Dio che ha dettato bestialità, ha ammazzato milioni di persone.
Veniamo ad un brano che riguarda il capostipite dei personaggi biblici e cerchiamo di capire cosa voleva dirci Dio.
Sara, moglie di Abramo viene presentata al faraone e ne diviene la concubina, mentre Abramo diventa il protetto del faraone. In cambio delle prestazioni della moglie egli ebbe “greggi ed armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli” [Gen 12, 14-16].
Questo far prostituire la moglie non piacque a Javhé che intervenne, come sempre, in modo sciocco e del tutto inappropriato contro degli innocenti. Mandò sull’Egitto delle piaghe orrende. Il faraone capì che tutto dipendeva dai nuovi arrivati ed allora convocò Abramo e gli disse:
“Che mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie? [19] Perché hai detto: È mia sorella, così che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vàttene!”. [Gen 12, 18-19]
Ma non è finita perché Abramo, lasciato l’Egitto, si mostrerà essere un vero magnaccia.
Abramo , levate le tende da dove si trovava e direttosi verso il Negev si accampò come straniero nel regno di Gerar, riprovò a prostituire la moglie Sara con Abimelech, re di Gerar. Dio, come sempre confusionario (nella migliore delle ipotesi) e criminale (nell’altra ipotesi), pensò bene di minacciare non già quel disonesto di Abramo ma il povero Abimelech.
E che dire dei figli?
Lot, figlio di Abramo, se ne andò a vivere in una grotta sulle montagne con le due figlie. E qui altre oscenità, quelle per le quali ho riportato l’intera storia.
[30]Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di restare in Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. [31]Ora la maggiore disse alla più piccola: «Il nostro padre è veccho e non c’è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo l’uso di tutta la terra. [32]Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». [33]Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. [34]All’indomani la maggiore disse alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e và tu a coricarti con lui; così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». [35]Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. [36]Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. [37]La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi. [38]Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi. [Gen. 19, 30-38]
Insomma la sodomia dovrebbe essere un peccato immondo per Javhé per il quale però l’incesto e la prostituzione vanno bene. E poi, questa gente continuamente ubriaca! Quelle donne, scampate ai sodomiti, che risolvono i loro problemi sessuali con il padre dopo averlo ubriacato! Un Dio così, che si mantiene un Patriarca così, con figlie così e con un nipote così (che offre le figlie vergini ai sodomiti), fa ribrezzo.
Ma vediamone un altro.
Noè che si ubriaca e si addormenta nudo. Il figlio Cam se ne accorge e tutti e tre i figli cercano di coprirlo senza vederlo. Svegliatosi Noè si comporta come un tipico personaggio biblico che fa sempre ricadere colpe su altri (come vedremo), maledisse Canaan, figlio di Cam, condannandolo ad essere schiavo. Scopriamo così che Noè, come gran parte degli eletti da Dio, era un ubriacone. Inoltre beveva da solo senza offrire niente almeno ai figli ai quali neppure dice nulla del suo vizietto. I suoi figli fanno ciò che farebbe chiunque, e non tanto per coprire le pretese vergogne, quanto perché, ad esempio, non si raffreddi l’ignudo. Ebbene Cam, viene trattato da Noè come un cane rognoso. Noè reagì a quanto avvenuto sotto la tenda in modo incomprensibile e malvagio. Non si scusò con i figli per essersi ubriacato. Non fece finta di nulla ma se la prese con l’unico figlio che lo aveva scoperto (nel senso di trovato) nudo ed ubriaco ed aveva fatto sì che gli altri due fratelli lo coprissero. Ma per essere ancora più perfido, non maledisse Cam direttamente ma il figlio di Cam, Canaan, condannandolo a fare da schiavo ai figli di Sem. Come definire Noè ? Un vero delinquente che se la prende con un giovane (non si sa comunque se all’epoca era già nato) che non aveva a che fare niente di niente con questa storia !
IL discorso sarebbe molto lungo ed a me sono servite oltre 500 pagine per articolarlo nel mio libro “Gli insegnamenti morali della Bibbia che NON ti hanno fatto conoscere”.
Riporto solo qualche comandamento immorale di Dio, quelli che non figurano nelle Tavole della Legge.
i Comandamenti Immorali di Dio (ne riporto solo 3 sui 16 tratti da Deuteronomio, Levitico, Esodo e Genesi):
1 [28]Nondimeno quanto uno avrà consacrato al Signore con voto di sterminio, fra le cose che gli appartengono: persona, animale o pezzo di terra del suo patrimonio, non potrà essere né venduto né riscattato; ogni cosa votata allo sterminio è cosa santissima, riservata al Signore. [29]Nessuna persona votata allo sterminio potrà essere riscattata; dovrà essere messa a morte [Lv. 27, 28-29].
Questa era una richiesta di sterminio (o anatema) che Dio faceva al suo popolo, quello di Israele, nei riguardi di ogni popolo, città, regno conquistati. Ogni abitante di queste popolazioni, non importa di che età, sesso o condizione, doveva essere sterminato. L’anatema, lo sterminio, si estendeva alle greggi. Tutti, persone ed animali, infilzati senza pietà. E, come nelle migliori tradizioni del mondo, dovevano essere salvate solo le fanciulle vergini. Questo comandamento barbaro nel Levitico è ripetuto con molto maggiore dettaglio anche nel Deuteronomio:
2 [10]Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. [11]Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. [12]Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora l’assedierai. [13]Quando il Signore tuo Dio l’avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; [14]ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato. [15]Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te e che non sono città di queste nazioni. [16]Soltanto nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; [17]ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare, [18]perché essi non v’insegnino a commettere tutti gli abomini che fanno per i loro dei e voi non pecchiate contro il Signore vostro Dio [Deut. 20, 10-18].
Sempre nel Deuteronomio troviamo il comandamento che segue:
3 [7]Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l’amico che è come te stesso, t’istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dei, dei che né tu né i tuoi padri avete conosciuti, [8]divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità all’altra della terra, [9]tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. [10]Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo; [11]lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile [Dt. 13, 7-11].
Come si può osservare vi è una intransigenza folle e criminale che vuole la distruzione di chi crede e propaganda un altro Dio, fosse esso anche un amico, un parente stretto. D’altra parte questo carattere di Dio è scritto anche nei comandamenti canonici, in quella parte che la Chiesa omette, quando Dio dice: “Io sono un Dio geloso”.
A questo punto chiedo al teologo (nullologo) Augias di spiegare cosa voleva davvero dire Dio. Se interpreto questi comandamenti con quello che Israele fa con i palestinesi, allora mi rendo conto che da quelle parti sono ossequientissimi verso Dio, lo adorano e rispettano i suoi insegnamenti.
Basta osservare con attenzione.
Ed i cattolici ? Adesso sembrano mansueti (e noi sappiamo che il ringraziamento deve andare alla Rivoluzione Francese) ma per oltre 1500 anni hanno fatto lo stesso.
I musulmani non sono da meno e così ritroviamo l’unità delle tre religioni monoteistiche figlie della Bibbia.
Riguardo al disprezzo apparente di Augias verso i farisei ricordo che erano uno dei gruppi in cui si divideva il popolo di Dio. E Paolo, prima della conversione era un fariseo come egli stesso dice:
Nella Lettera ai Filippesi Paolo vanta le sue origini: “Circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile” (Fil 3,5-6). In Gal 1,13-14 evidenzia la propria intransigenza come persecutore: “Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo; superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri”.
I farisei erano tra i più fieri avversari di Gesù, tanto è vero che nei Vangeli leggiamo:
3 Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.
Anche di questo ho parlato in un altro mio libro, “Alla ricerca di un uomo chiamato Gesù”.
Io non sono un teologo ma uno storico e non cerco spiegazioni accomodanti con un qualche Dio. I fatti sono quelli che in minima parte ho raccontato e non c’entrano nulla con le fantasticherie del nullologo Auguias.
In passato avevo molta simpatia per lui e per Furio Colombo ma costoro, come molti altri, escluso il saggio Moni Ovadia, sono lucidissimi in indagini politiche e sociali ma si perdono sempre quando parlano di Israele giustificando ogni orrore di quei governi teocratici e reazionari.