Ogni tanto, qualcuno tra noi butta lì l’idea di ricorrere al crowdfunding per finanziare la realizzazione di una o più fra le nostra iniziative: dalla pubblicazione di un libro alle serate per il pubblico, dai progetti editoriali alla creazione di spazi sociali sul web, tutto potrebbe, in linea teorica, essere finanziato attraverso la raccolta di fondi a fronte di un progetto ben delineato e ben descritto. Il crowdfunding, del resto, è di moda; anche se di prim’acchito l’idea mi lascia sempre svariate perplessità, potrebbe anche essere una forma di coinvolgimento funzionale, uno studio di fattibilità che ci garantisca in partenza i traguardi raggiungibili e ci precluda gli altri.
In realtà, una forma di crowdfunding di Autodafé già esiste; e, a differenza di quelle tradizionali, non chiede di finanziare un progetto futuribile ma di dare continuità a qualcosa che oggi è già tangibile. Anche in questo senso, infatti, può e vuole essere inteso l’abbonamento allo spazio Biblioteca dell’Agora. Non a caso abbiamo detto che solo per questa sezione non applicheremo gli sconti previsti, in tutte le altre, per i servizi a pagamento. Perché l’abbonamento alla Biblioteca è, nelle nostre intenzioni, anche una forma di sottoscrizione, una compartecipazione, un riconoscimento a quanto fin qui fatto da Autodafé, non solo in termini di produzione editoriale, e a quanto intende fare in futuro.
La Biblioteca, del resto, è uno spazio che mette a disposizione dei lettori tutto quel che abbiamo pubblicato e, in un futuro prossimo, contributi d’autore inediti. È, di per sè, un’offerta conveniente, se si pensa che l’abbonamento annuale (il più oneroso) viene già compensato in partenza dalla lettura delle dodici mensilità del Narrativo Presente e da un paio di titoli del catalogo. Ed è, ribadisco, la richiesta di un apprezzamento fondata non sulle intenzioni ma su quanto prodotto finora.
Però, la sottoscrizione dell’abbonamento è qualcosa di più. Se guardiamo infatti soltanto alla produzione editoriale, esisterebbero altre forme più semplici e dirette per garantire la prosecuzione del lavoro: ci basterebbe, per dire, che i nostri tremila amici, follower e iscritti alla newsletter, cioè tutti coloro che spendono senza fatica un “mi piace” o qualche elogio in rete, acquistassero ciascuno un titolo all’anno per non avere problemi di sopravvivenza come casa editrice; se poi i titoli acquistati fossero due o tre, si riuscirebbe persino a eliminare i problemi di sopravvivenza di chi, non retribuito, lavora perché tutto questo sia possibile.
L’abbonamento alla Biblioteca è però anche altro. È un segnale di sostegno all’attività editoriale e a quella culturale, alla produzione di libri e alla realizzazione di incontri aperti agli scrittori, all’ideazione di progetti e alla creazione di spazi culturali collettivi (reali e virtuali). Per questo, come dicevo, è un po’ la nostra forma di crowdfunding.
Dunque, nelle prossime settimane, a partire da ora, mi aspetto che tutti quanti ci seguono, ci apprezzano e ci sostengono a parole si facciano carico di tradurre la stima in un segnale tangibile. In prima persona, ma anche pubblicizzando le nostre attività, la nostra Agora, la Biblioteca, le opportunità e i servizi. Anche perché, per chi ancora non ci conosce, ne vale davvero la pena.