La tavolata: larga e variegata.
Sul palco: i Gringo. Lei canta, uno suona la fisarmonica ed uno s'agita sulle tastiere dal suono sintetico, nel repertorio ròba come Andamento Lento e O' surdato 'nnamurato. Gran cappelli da caubbòi.
Seduta davanti a me: una bimbetta in età prescolare figlia d'un'amica mia, che ricordavo l'anno passato impegnata in discorsi lisergici su certi pony verdi e blu ch'erano esplosi, e non c'erano più.
Le chiedo: e i pony, come stanno?
Mi fissa, continua a masticare il suo amburgs e non dice una parola.
Quando mangia non vuole sentire ragioni, mi dice la madre, però vedrai: falle finire di masticare e poi ti risponde.
Effettivamente, poi, m'ha risposto.
Sembra che quei pony non siano mai esistiti, mi dice ma quali pony?, sventolando la manina.
I Gringo, sull'aria di We are the world, ondeggiano abbracciati.
Partono i fuochi d'artificio.
Esplode l'ennesimo brindisi.
Sembra la scena d'un matrimonio di quelli che vanno a finire coi trenini e le cravatte annodate sulla fronte.
Mi viene un brivido.
La bimba non parla, gringo, ma falle finire di masticare che poi la bimba dice tutto, gringo.
Creato il 23 agosto 2010 da FabriziogabrielliPotrebbero interessarti anche :