La bolla di Internet

Da Elle_lx

P. Steiner, New Yorker 1993

  Era da un po' di tempo che riflettevo sul ruolo di internet nella nostra quotidianità, nello stravolgimento dei concetti di vicino e lontano, di accesso alle informazioni e al mare di input che ogni giorno riceviamo.Già...quanti input! Ma siamo proprio sicuri che la rete ci apra davvero nuovi orizzonti del pensiero, ci arricchisca e ci renda liberi come crediamo? Non ci vuole molto per rendersi conto che non è affatto così. Anzi, le nostre opinioni rischiano di essere sempre più omologate, perché siamo in balia della personalizzazione del web, di un mondo virtuale costruito su misura per il nostro profilo, cosicché la tendenza insita è quella di farci vedere le cose che ci piacciono, ma non quelle di cui abbiamo davvero bisogno per arricchirci, quelle che ci rendono un pochino migliori di com'eravamo ieri.
Mi sono sentita di dedicare un post alla causa dopo aver letto questo sul blog di Andima, dopo che ne avevo anche parlato qualche tempo fa con una mia amica e dopo che la faccenda mi sta frullando in testa da un po'.Su TED gira questo video di Eli Parisier, un attivista politico nonché fondatore di Avaaz.org (il sito no-profit che permette agli utenti di organizzare e gestire petizioni online) ed autore del libro "The filter bubble", in cui affronta questa tematica, riassumibile con la frase "siamo sempre più prigionieri di una "filter bubble" che ci gratifica e ci compiace, ci offre quello che vogliamo, ci indica cosa desiderare, e in questa bolla siamo completamente soli". 

Come scoppiare la bolla. Al link trovate una serie di metodi pratici per combattere questa aberrazione, e non è nulla di difficile: son cose che il più delle volte non facciamo per pura pigrizia, come ad esempio eliminare i cookies, cancellare la cronologia di navigazione o navigare in incognito. Abbiamo gli strumenti per difenderci, bisogna che li usiamo!
Credo sia pericoloso non avere quantomeno coscienza di tutto questo: aldilà delle ovvie questioni di privacy, c'è il rischio che la nostra visione del mondo venga determinata dall'esterno e solo in minor parte dal nostro senso critico. È perciò sempre necessario un forte senso di attenzione a ciò che ci circonda per capire come funzionano certi meccanismi che potrebbero sembrare innocui e passare inosservati. 
Consapevolezza soprattutto, e quindi curiosità. Quella speriamo non manchi mai."Del resto, è solo la curiosità che mi fa alzare la mattina", diceva Fellini, che la sapeva lunga.

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