La Bonelli si ridesta con Lukas

Creato il 28 marzo 2014 da Eymerich


Negli ultimi sei mesi, la Sergio Bonelli Editore, ha fatto parlare di se soprattutto per Orfani,serie a fumetti creata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammuccari e arrivata, ormai, al suo sesto numero. Orfaniha certamente rappresentato un evento mediatico dirompente. Essa, infatti, oltre ad essere la prima serie interamente a colori della casa editrice milanese, è stata presentata come una vera e propria svolta nel panorama del fumetto italiano da edicola. Sulla natura di questa svolta l’opinione pubblica e la critica si sono, ovviamente, spaccate in due. C’è chi crede che la serie, con la sua fantascienza “leggera”, il suo taglio fortemente cinematografico, la sua spiccata dinamicità narrativa e d’azione e il suo costante richiamo all’universo videoludico, rappresenti un prodotto di qualità, capace davvero di portare una boccata d’aria fresca ad una proposta ormai impantanata da troppo tempo sugli stessi temi. C’è chi, invece, ha arricciato il naso, denunciando la mancata rivoluzione e la mediocrità del lavoro. Su questo frangente io ho le idee abbastanza chiare: ho preso tutti e sei i numeri di Orfani e, pur non credendo assolutamente che sia un capolavoro né un instant cult, l’ho trovato un fumetto di buona qualità che ha saputo intrattenermi e coinvolgermi a dovere. Non so quale siala svolta che ci si attendeva, ma, considerato il formato e il target a cui si rivolge ilprogetto, credo che Orfani sia un buon tentativo di smuovere le cose. Orfani e giudizi personali a parte, è chiaro che la Bonelli stia cercando di imboccare la via del cambiamento e per farlo non si affidi solo ai lavori e alle parole di Recchioni, ma anche all’ideazione di nuovi progetti e al lancio di nuove pubblicazioni.Proprio da questo punto di vista, pochi giorni fa (21 Marzo), è uscita in tutte le edicole una nuova serie intitolata Lukas, disegnata da Michele Benevento e sceneggiata da Michele Medda. Se in Orfani a farla da padrone sono le atmosfere fantascientifiche rese con colori brillanti dal grande impatto percettivo, con Lukastorniamo ad un avvolgente bianco e nero che delinea un cupo scenario urban fantasy. In una città buia e caotica, non distante dagli scenari di una metropoli contemporanea, si trova a vagare Lukas, un “ridestato”, una sorta di zombie cosciente, un non-morto, mentalmente lucido come un vampiro e fisiologicamente affamato di carne umana. Lukas, dopo essersi improvvisamente risvegliato da una tomba, non ricorda nulla di come ci sia finito dentro ed inizia, così, a muovere passi improvvisati nelle vie cittadine in cerca di risposte. Il suo percorso si incrocerà molto presto con quello di altri personaggi dando luogo ad una serie di eventi che permetteranno l’introduzione di individui in qualche modo coinvolti con il suo passato.
Della trama non si può dire molto altro. Questo primo numero, infatti, si presenta come una sorta di introduzione sul personaggio protagonista, un essere che si muove nel mondo come uno straniero dall’ontologia ambigua in cerca di indizi che possano far luce sulla sua identità. Siamo sicuramente di fronte ad un albo che punta ad incuriosire, dando appuntamento ai lettori alle uscite successive e, per questo, risulta praticamente impossibile e prematuro esprimersi in un giudizio sulla trama.Quello che però si può dire è che, nonostante il contenuto prettamente “fantasy-horror” del lavoro, sia la narrazione sia i disegni puntano ad un estremo realismo. Le illustrazioni di Benevento presentano scenari urbani animati, brulicanti di persone e particolari. Ho trovato l’atmosfera simile a quella che si può trovare in certi film di Carpenter, dove in uno spazio che sembra del tutto reale e simile al nostro, si scatena l’orrore di qualcosa che sembra appartenere ad un’altra dimensione. Medda, invece, si affida a dialoghi semplici e scorrevoli oltre a fare un uso massiccio di didascalie in terza persona, quasi una voce narrante che accompagna Lukas nelle sue peregrinazioni, descrivendo i suoi pensieri e gli ambienti che attraversa. Su questa soluzione dello sceneggiatore ho letto parecchie critiche. Esprimendo un parere prettamente personale, io ho trovato questa sceltatutto sommato efficace. E’ vero che il fumetto si avvale di una forte componente visuale e molte sensazioni dovrebbe cercare di esprimerle attraverso le immagini, mentre, le didascalie in terza persona, danno al tutto un’aria romanzesca, tuttavia, credo che comunicano bene l’effetto di straniamento del protagonista. Quindi, non lo vedo assolutamente come un problema.Lukas, come impostazione e temi proposti, non è sicuramente nulla di innovativo. Tuttavia, a mio avviso, grazie alla fortissima tendenza al realismo dei due autori, mixata ad un immaginario horror che per certi versi si discosta dagli stilemi più classici del genere, può essere considerato un lavoro discretamente interessante, anche se, dato il taglio “da serie tv”, bisognerà aspettare le successive “puntate” per farsene un’idea più precisa.

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