Una delle biciclette con cui viaggiamo richiede manutenzione e così quando arriviamo a Cluny andiamo alla ricerca di un riparatore di bici. Peccato che gli orari di apertura qui siano piuttosto imprevedibili! Alla fine un meccanico gentile ha la brugola adatta a stringere il perno del pedale. A dire la verità, al nostro hotel troveremo due rappresentanti di France à velo, l'agenzia francese a cui si è appoggiata quella italiana per il nostro viaggio, e dunque tutti i perni verranno stretti a dovere.
Dopo l'ottima cena riscaldati dal sole del tramonto (qui il sole tramonta dopo le 21), il sonno ristoratore ci prepara alla tappa più difficile del viaggio, ma prima di partire non possiamo saltare una visita all'abbazia di Cluny di cui di fatto resta solo una piccola parte, essendo stata distrutta in buona parte dopo la rivoluzione francese. Ma anche in questo caso i francesi hanno saputo fare dei resti di un'abbazia qualcosa di affascinante e per cui valga la pena pagare un biglietto.
:-(
Però, sono soddisfatta di me. Mi lamento poco e tutto sommato ce la faccio. La piscina degli ultimi 10 mesi qualcosa deve proprio aver fatto!
Al termine di questa tappa ci attende Tournus, paese adagiato sulla sponda della Saona, una strana via di mezzo tra un paese di mare (con le stradine assolate) e una paesino medievale, la cui abbazia è ancora perfettamente intatta con il suo chiostro, i suoi mosaici, la sua cripta e la torre campanaria di pietra rosa.
Aperitivo e cena al nostro grazioso hotel, dove possiamo cenare nel dehors che dà su una bella piazza del paese.
Chalon si presenta all'arrivo come una cittadina quasi industriale. Tra l'altro siamo alloggiati in un albergo high-tech vicino la stazione, per cui ci facciamo l'idea che si tratti di una città senza grandi attrattive. Ma una passeggiata sotto la calura pomeridiana ci farà scoprire un piccolo ma grazioso centro storico, con una piazza dominata dalle case con le armature di legno e una bella cattedrale.
La cena è buona e poco impegnativa visto che il menu è fisso e dunque non si consuma il rito della scelta.
A Beaune ci fermiamo a prendere un'anisetta e un kir e a comprare il vino al negozio di Moillard, per poi caricare le bici su un trenino regionale (le bici viaggiano gratuitamente) e tornare a Dijon. La nostra pedalata è finita.
Io e S. restiamo a Dijon una notte in più, in un graziosissimo hotel vicino l'Eglise Saint-Michel, Le Chambellan, così il giorno dopo - brutto tempo e freschino - vediamo tutti i possibili musei gratuiti della città: il Musée des Beaux Arts (che è in ristrutturazione e dunque la visita in questo periodo è gratis) e poi il Musée de la Vie Bourguignonne Perrin de Puycousin, un tipo di museo che a me piace molto, perché poco impegnativo e divertente e perché è una specie di tuffo in un tempo che non c'è più.
Ma eccoci alla fine della nostra vacanza. Un'altra cuccetta strapiena ci attende e soprattutto un'Italia che sta attraversando il suo picco di afa estiva. E dire che arriviamo dai 15 gradi dell'ultima giornata in Borgogna!