La Borto

Creato il 22 febbraio 2011 da Sabato83

Uno spettacolo straordinario. Ero partito preparato all’idea di trovarmi di fronte ad uno spettacolo molto pesante e sicuramente noioso. Ed invece me ne sono pienamente ricreduto. Circa due ore sono volate pendendo dalle labbra di Saverio La Ruina, che impersonava questo personaggio femminile di un paesino meridionale, di quelli dove le tradizioni l’hanno vinta su tutto. Di quei paesi dove le donne venivano, e a volte ancora oggi vengono trattate come pezze. Ci mette di fronte ad una donna che riesce a farsi perdonare del suo atto anche da Gesù e tutto il paradiso unito. La storia, direi straziante, di una vita che tanto vita poi non è. La Ruina ha deciso di usare il dialetto di questo paese, scelta sicuramente coraggiosa, visto che rischiava di non farsi sempre capire. Infatti credo che di tanto in tanto qualche pezzettino me lo sono perso, ma forse se non fosse stato così, non avrebbe avuto lo stesso impatto. Insomma, uno spettacolo che mette a dura prova anche i caratteri più duri. Assolutamente da vedere.

DESCRIZIONE La Borto non è solo la storia di un aborto. È la storia di una donna in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschile: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza più estrema. La protagonista racconta l’universo femminile di un paese del meridione. Schiacciata da una società costruita da uomini con regole che non le concedono appigli, e che ancora oggi nel suo profondo stenta a cambiare, soprattutto negli atteggiamenti maschili, racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente. E lo fa nei toni ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del sud. Non mancano momenti sarcastici e ironici come quando gli uomini geometri misurano il corpo femminile come se al posto degli occhi avessero il metro. O come quando il paese si trasforma in una immensa chiesa a cielo aperto per scongiurare le gravidanze. Né quelli commoventi legati alla decimazione del “coro” delle donne. Ma quando la protagonista chiude il cerchio col racconto del calvario della nipote, il sarcasmo e la commozione lasciano il posto a una profonda amarezza, mettendoci davanti alla dura e ambigua realtà dei nostri giorni.

DI E CON Saverio La RuinaMUSICHE ORIGINALIGianfranco De Franco | TEATRO Teatro Centro Sociale di Pagani | DATA19/02/2011


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