Magazine Cultura

La bussola dell’aspirante scrittore: attaccare la materia

Da Marcofre

Sto scribacchiando alcuni nuovi racconti; uno di essi più o meno è terminato, anche se bisognerà lavorarci ancora. Sono circa 6 pagine di Pages, l’incipit l’ho reso pubblico qualche giorno fa.
Adesso sono impegnato con un’altra storia.

Mi sono trovato a non sapere come attaccare la materia, la storia. Non si tratta della sindrome della pagina bianca; almeno a me non pare affatto. È come essere di fronte a una porta chiusa, hai le chiavi in mano ma per un’inspiegabile ragione non riesci a trovare quella giusta per infilarla nella serratura, aprirla, e proseguire.

Nel frattempo, rileggi quanto prodotto, poi riscrivi. Limi, tagli, amputi.
Sei sempre con le chiavi in mano. Meglio ancora: tieni tra le dita la chiave giusta, ma non riesci a usarla. Oltre quella porta chiusa, sai come muoverti; peccato che tu sia al di qua.

Ho cercato di capire per quale motivo succeda. Credo si verifichi quando stai per spingere le tue capacità un po’ oltre quello che hai sempre fatto. Non ti manca l’idea, ma devi riuscire a renderla in modo efficace. Quindi: hai la chiave, l’obiettivo (la serratura), lo scopo (oltre la porta il tragitto prosegue), ma non sai ancora come impiegarla.

La soluzione non è accontentarsi, o gettare la spugna. Innanzitutto, è necessario a parer mio, ragionare su come si è arrivati a quel punto. Ritornare sui propri passi per capire se si tratta di un passo necessario per il lettore, per sé stessi, oppure no.
Altra questione. Ai fini della storia, è utile? O è un semplice esercizio di stile?

Come si vede, le domande non mancano mai: sono le risposte che al momento latitano ancora. Infatti non ho ancora capito come affrontare il problema; anche se ho qualche idea al riguardo.
Se ne uscirò, ne parlerò prossimamente…


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog