Geralt di Rivia si prepara a debuttare sulle console next gen per il terzo e ultimo capitolo della saga
Nel corso di quest'anno le terre del regno di Nilfgaardian si tingeranno di nuovo di rosso, perché Geralt di Rivia sta per tornare con un'ultima, grande avventura. In uscita su PC e al debutto su PlayStation 4 e Xbox One, The Witcher 3: Wild Hunt rappresenta senza dubbio una delle produzioni videoludiche più ambiziose attualmente in fase di sviluppo.
Se il secondo capitolo della saga vi era sembrato corposo, denso di avvenimenti e dotato di scenari sconfinati, allora preparatevi a qualcosa di completamente diverso, visto che l'open world del nuovo episodio sarà grande trentacinque volte quello di The Witcher 2: Assassins of Kings. A piedi, in sella a un cavallo o a bordo di una barca, all'interno di insidiose foreste, misteriosi villaggi e isole tutte da scoprire, ci muoveremo nei panni del celebre strigo creato dallo scrittore Andrzej Sapkowski e avremo modo di esplorare un'infinità di luoghi e città differenti, fra Redania e le isole Skellige, tutti caratterizzati dalla medesima filosofia di fondo, ovvero la volontà di rendere credibili i personaggi non giocanti, le loro origini, il loro quotidiano e finanche le storie che circondano il luogo in cui vivono. Storie in cui spesso si racconta di orribili mostri che si muovono fra gli alberi e che di notte mietono delle vittime, ma che Geralt non avrà paura di affrontare. Del resto è il suo lavoro, no?
Caccia selvaggia
La parola d'ordine di The Witcher 3: Wild Hunt è dunque "open world": un mondo aperto, esplorabile a piacimento, che viene caricato dal potente REDengine 3 in maniera trasparente e che si concede fin da subito a una serie di similitudini con un altro titolo piuttosto famoso, quel Red Dead Redemption che ha portato Rockstar a consegnarci la propria visione del selvaggio west.
Vedere Geralt di Rivia spostarsi a cavallo, attraversare enormi foreste ed emergere in prossimità di un villaggio ricorda da vicino gli spostamenti di John Marston, anche quelli caratterizzati dall'incontro con tanti nuovi personaggi, che davano accesso ad altrettante quest. È in tale frangente che gli sviluppatori di CD Projekt RED vogliono tagliare i ponti con il passato, puntando in modo deciso sull'integrazione dei vari elementi e sulla varietà delle missioni, sia principali che secondarie. Del resto stiamo parlando di un gioco che offrirà una storia centrale da ben cinquanta ore, a cui se ne aggiungeranno altrettante grazie alle quest facoltative, per un totale dunque di circa cento ore in cui entreremo in contatto con una serie di comprimari interessanti, ma dovremo anche affrontare creature raccapriccianti e pericolose. Alcune le abbiamo viste nel materiale rilasciato finora: branchi di lupi inferociti che non vedono l'ora di fare di noi il loro spuntino, mostri volanti dagli artigli aguzzi, ibridi raccapriccianti a metà fra uomo e pianta, enormi alci mutate, troll capaci di schiacciarci con un singolo colpo, e così via. Per combatterli dovremo ricorrere a tutte le capacità del witcher, dall'abilità con le armi convenzionali ai potenti Segni elementali, passando per i sensi sovrumani, nell'ottica di un sistema di combattimento che speriamo vivamente possa rendere giustizia alla qualità globale del prodotto, superando i limiti visti in The Witcher 2: Assassins of Kings e offrendoci un'appropriata sensazione di impatto dei colpi, nonché una maggiore cura per le animazioni di raccordo.
La scelta è tua
Il nuovo capitolo della saga di Geralt di Rivia, l'ultimo secondo quanto riferito dal team di sviluppo, potrà essere fruito in maniera indipendente rispetto ai precedenti episodi, dunque anche chi non ha alcuna dimestichezza con la serie potrà avvicinarsi a questa esperienza senza temere alcunché. Si parla di un abbattimento della difficoltà, quantomeno per quello che riguarda il livello "normale", e di un sistema di ripristino dell'energia vitale che potrebbe adottare gli ormai collaudati meccanismi "a tempo" e che, dunque, si porrebbe in netto contrasto con l'approccio hardcore che finora ha caratterizzato il franchise.
Non c'è ancora nulla di definito a tale riguardo, ad ogni modo. È stata invece confermata la possibilità di importare il file di salvataggio di The Witcher 2 perché la trama cominci fin da subito a prendere qualcuno dei bivi per cui il titolo di CD Projekt RED è famoso, e che torneranno in Wild Hunt insieme al tradizionale carico di intrecci e spessore narrativo. Potremo decidere se partecipare o meno a una determinata caccia, fidarci o meno di una persona, risparmiare la vita a qualcuno oppure togliergliela e poi, puntualmente, accettare le conseguenze delle nostre azioni. Alla chiusura di una quest, in particolare, si assisterà al ritorno delle sequenze narrate e illustrate a mano, in cui viene rivelato il destino di un determinato luogo successivamente al nostro contatto con esso. Le scelte che faremo, insomma, andranno ancora una volta a plasmare l'esperienza, raccontandoci una storia dinamica e sistematicamente soggetta a cambiamenti. Un impianto che ha già dato prova di solidità in passato e che in The Witcher 3: Wild Hunt verrà coadiuvato da un comparto tecnico di eccellenza, che promette di spingere PlayStation 4 e Xbox One al limite, nonché di consegnare agli utenti PC un impatto visivo straordinario, per la cui fruizione potrebbe anche essere necessario un upgrade hardware, nel caso si possieda una configurazione di fascia media. L'open world del gioco disporrà di un convincente ciclo giorno / notte, di una gestione inedita delle nuvole attraverso un algoritmo che ne determinerà gli aggregamenti, di situazioni meteo variabili e del supporto alla tecnologia PhysX per una resa più realistica delle pellicce degli animali, dei capelli e dell'erba. A ciò si aggiungerà un livello di dettaglio incredibile, ulteriormente enfatizzato dalla qualità degli shader e delle texture, in grado di immergerci come non mai nelle ambientazioni, che fanno sfoggio di architetture medievali di ispirazione europea e che, come scritto in precedenza, saranno "vive" dal punto di vista degli abitanti e dei loro comportamenti.
The Witcher 3: Wild Hunt - Videoanteprima Gamescom 2013
Lo strigo è tornato?
Non ci sono dubbi sulla qualità di The Witcher 3: Wild Hunt, e il debutto sulle console next gen non fa che testimoniare la volontà, da parte degli sviluppatori, di non rinunciare a quella che è la loro personale visione di quest'ultimo capitolo della saga, che si preannuncia letteralmente enorme;
non solo per l'estensione degli scenari, ma anche per la loro ricchezza di contenuti, per i tantissimi risvolti narrativi da approfondire, per la maggiore varietà delle quest, per le peculiarità di un sistema economico che tiene conto delle realtà locali e per i tanto attesi miglioramenti di un sistema di combattimento su cui si giocherà, di fatto, la partita più importante. Geralt di Rivia potrà ferire i propri nemici in determinati punti del corpo e ottenere una reazione conseguente, andando ad esempio a fiaccare le difese di un avversario abituato a muoversi rapidamente colpendolo alle gambe. Grandi potenzialità derivano anche dall'enfasi sull'apparato sensoriale del personaggio, che come sappiamo è dotato di capacità simili a quelle degli animali e potrà sfruttarle a proprio vantaggio per avere la meglio sui nemici. Insomma, i fan della serie hanno tanti ottimi motivi per attendere con trepidazione Wild Hunt, ma allo stesso modo chi non ha mai avuto a che fare con uno episodio di The Witcher si troverà di fronte a una produzione unica nel suo genere, estremamente appassionante e spettacolare, che non mancherà di conquistarlo.