Al mattino nel granaiodove biondeggiano le stuoie in fila,una cagna figliò sette,sette cuccioli rossicci.Sino a sera li carezzavapettinandoli con la lingua e la neve disciolta colavasotto il suo caldo ventre.
Ma a sera, quando le galline si rannicchiano sul focolare,venne il padrone accigliatoe tutti e sette li mise in un sacco.Essa correva sui mucchi di nevedurando fatica a seguirlo.
E così a lungo, a lungo tremolava lo specchio dell’acqua non ghiacciata.E quando tornò trascinandosi appena,leccando il sudore dai fianchi, la luna sulla capanna le parveuno dei suoi cuccioli.
Guardava l’azzurro del cielocon striduli guaiti, ma la luna sottile scivolavae si celò nei campi dietro il colle.E sordamente, come quando in donole si butta la pietra per gioco,la cagna rotolò i suoi occhicome stelle d’oro nella neve.