Gente
di razze,
lingue
e costumi
differenti
s’incrocia
si scontra
e, a tratti,
s’arresta.
Prosegue
poi
con passo
spedito.
Era festa
di colori
in quel giorno
d’estate
nella piazza
assolata
del paese
all’ora
di punta.
Rosso, azzurro,
bianco, rosa,
arancio, nero.
E lo ricordo
come fosse ieri.
Ordinaria
provocazione.
E’ la “prova”.
E’ il mondo
dei senza patria
alla ricerca
di nuove terre
e cieli nuovi.
Città è teatro
in cui si recita
a soggetto.
Eppure i guitti
li diresti
appena capsule
di solitudine
alla ricerca
di un rifugio.
Inattesa, a un tratto,
è strana calma nell’aria.
La calma del cuore.
Di un cuore pellegrino
che è ancora capace
suo malgrado di sperare.
Un cuore forte
che vince l’incerto.
di Marianna Micheluzzi
ndr.) Il dipinto a corredo del testo è di Juan Antonio Gonzalez Garcia