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Post in elaborazione.
Un intervento isolato può non non richiedere una particolare attenzione, ma quando capita di leggere ripetuti articoli, che tentano di demonizzare la Norvegia più o meno allo stesso modo di come si fa per l’Iran e per tutti gli stati mediorientali, la cui unica o principale colpa è di non essere graditi ad
Israele o di non avere relazioni servili, allora si tratta di guerra ideologica e di un nuovo attacco ad uno stato sovrano in una logica di dominio planetario. In un altro post abbiamo dato un ritratto di Rupert Murdoch, il cui ruolo appare tutto calato nella sua veste di sionista sostenitore del governo israele nel sistema planetario dei media. E non è una novità. Da oltre un secolo il progetto sionista si è avvalso in misura determinante della promozione di immagine al punto di volerci a tutti i costi convincerci e persuadere che tutto il mondo arabo-musulmano è l’equivalente dei selvaggi pellerossa, e quindi che occorra riservare ai nostri vicini orientali la stessa sorte che la più antica “democrazia” del mondo – come suol dirsi – ha riservata agli autoctoni amerindi. La Norvegia ha avuto il grave torto di non essersi allineata a questa vulgata e si spiegano perciò una serie ormai sistematica di attacchi alla società ed allo stato norvegese, che andremo raccogliendo e classificando in questi post.
SOMMARIO: 1.
1. Il “Gerusalem Center for Public Affairs”. – Cosa ci sia dietro questa sigla ci è al momento del tutto ignoto, ma essa compare accanto al nome di un signore i cui articoli appaiono tradotti in una testata sionista che esce in lingua italiana. Abbiamo scorso velocemente con gli occhi altri precedenti articoli di analogo contenuto e piuttosto ripetitivi volti a mettere in cattiva luce la società israeliana. Anche in questo articolo articolo si ripetono cose precedente. Attira la mia attenzione un termine che trovo piuttosto fastidioso per la sua vacuità: “ossessione”: «Dopo l’orribile strage di Breivik, l’ossessione della Norvegia verso gli ebrei non accenna a diminuire». Quasi che la strage non vi fosse stata, che non fosse orribile, e che averla commessa non sia stato un certo Breivik, che ha spiegato il suo gesto in nome e per conto di Israele, e del sionismo, proprio mentre i media di tutto il mondo avevano tentato di addossarne la colpa ai soliti terroristi islamici. Inutile andare a cercare senso logico e senso del pudore in questi articoli di propaganda, ma è forse doveroso registrarne l’esistenza.