La capitale delle Lepontine, Domodossola.

Creato il 06 aprile 2014 da Il Viaggiatore Ignorante

Il passaggio sul valico del Sempione avveniva già in epoca romana, su strada militare. La città, che comanda il passo dalla valle del Toce, è ancora più antica!Il geografo Claudio Tolomeo è il primo che cita Domodossola quale, probabile, capitale dei Leponzi, chiamandola Oscella o Oscela dei Leponzi. Ma non fermiamoci a Tolomeo! Nel VII° secolo l'anonimo Ravennate la definisce "civitas" chiamandola Oxilla.Nel XI° secolo il nome che ricorre frequentemente per indicare la città è trasformato in Domus Oxile.Nel corso del tempo vi sono altre trasformazioni del nome passando da Burgus Domi sino a Duomo d'Ossola. Duomo deriva dalla presenza della colleggiata.Alla fine dell'ottocento si arriva a Domo d'Ossola e nel corso del secolo scorso finalmente assume la denominazione attuale.

L'immagine della città rimane, dolcemente, medievale.La città nel corso dell'Ottocento era molto frequentata da viaggiatori e turisti che scendevano con le gialle diligenze dal passo del Sempione.Ancora scossi dall'adrenalina per i passaggi su strade strapiombanti, ammiravano la bellezza della città con occhi diversi dal comune viaggiatore moderno. Nel 1831 la duchessa d'Abrantes azzardò la seguente frase:

Arrivando a Domodossola l'ammirazione mi chiuse la bocca: non vidi altre che quel paradiso dispiegato davanti a me.
Bisognerebbe capire se la duchessa ha visto nella città la salvezza dal proprio tribolato viaggio oppure era davvero ammirata da quello che gli occhi gli permettevano di guardare.




Il punto nevralgico di Domodossola è Piazza del Mercato.Nel suo "viaggi in Italia" Théophile Gautier sintetizza:
Disposta in forma di trapezio, la piazza del Mercato di Domodossola è piuttosta pittoresca, con le sue arcate sostenute da colonne, i suoi balconi protesi in avanti, i suoi tetti sporgenti, i suoi colonnati ed i suoi padiglioni ornati di banderuole.
Non posso aggiungere molto a queste parole. La piazza è da visitare, magari sorseggiando un caffè in uno dei tanti bar posti nelle vicinanze dei quattrocenteschi portici.Questi portici erano a sostegno delle case padronali che sorsero a partire dal XV° secolo a formare il trapezio narrato dal Gautier.Prendendo una strada che parte dalla piazza si giunge in vista della Collegiale dei santi Gervasio e Protasio.
Di notevole pregio, nominati monumento nazionale, sono il portichetto barocco ed il portico romanico, che risaliva ad una chiesa più antica presente a Domodossola.Il termine Collegiata deriva dal collegio dei canonici che vi era addetto. La chiesa venne ultimata tra il 1792 ed il 1798, su disegno dell'architetto Matteo Zucchi.Il centro cittadino è tutto da visitare, con calma e riflessione, senza farsi sopraffare dalla fretta....
Fabio Casalini.

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