La jeep si presenta di buonora, con Mister Simpatia alla guida. Un energumeno taciturno che ogni tanto grugnisce qualcosa. In tre giorni tre parole, due delle quali riguardante soldi.
Per il resto era come fosse rinchiuso tra pareti di vetro antisfondamento . Una teca, al suo interno l’uomo cannone.
Si va a Caleta Tortel “el pueblo que no toca el suelo” , lì la Carrettera Austral finisce in un piazzale di ghiaia grossa. Tre trentini trotterellando si avvicinano in bike, chissà perché ”mi ritorna in mente” il ritornello “so de Roma non cio’ na lira“. Stavolta va meglio, i Tre chiedono se abbiamo moneta in cambio di pezzi grossi per telefonare.
Il villaggio e’ sospeso su lunghi camminamenti in legno, che lo attraversano e si diramano dall’inizio alla fine,costeggiando le case dei pescatori. C’e’ bassa marea, barche in secca ,stanche, riposano adagiate sul fianco, il grande silenzio australe ci avvolge con il suo imponente mantello, in fondo alla baia ,ad aspettarci “el ventisquero Jorge Montt” una lingua glaciale che scivola in mare.
Il riverbero del tramonto colora l’aria di un giallo/arancio tenue , abbiamo la sensazione di essere entrati in una monumentale sala parto, ad assistere Madre Natura impegnata a partorire la sua creatura. Restiamo quasi mezzora come ipnotizzati, incapaci anche di fotografare, il momento e’ magico, il suono del silenzio sempre piu’ forte, siamo in blocco emotivoTimorosi di spezzare l’incantesimo. Commovente. Anche qui ci siamo sentiti in compagnia della nostra solitudine.
All‘Orso Cileno (Jepp) chiedo “quanto vale un trasporte” a Villa O’Higgins, sul confine Argentino. La cannonata è tale che non rispondo, alla richiesta di 200 dollari anche i finestrini della jeep tremano impauriti.
Non rispondo,viaggiamo in silenzio. Dopo una decina di minuti, all’Orso torna la parola: “Senior vamos a Villa H’Oggins?” rispondo: “sono nato di notte, non l’altra notte”.
“Puoi essere piu’ furbo di un altro, ma non di tutti gli altri”
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