Oggi non vi parlerò di una ricetta in particolare, ma di come sia possibile adottare un comportamento consapevole, anche in cucina. Quando ho aperto il blog il mio obiettivo era quello di comunicare un modo di vivere il cibo in maniera completa e certamente consapevole, anche attraverso un’esperienza di viaggio che vi “portasse” fisicamente nel luogo in cui quel piatto o cibo viene prodotto. Ma anche, al contrario, poter insegnare a realizzare ricette glocal che si ispirassero a piatti dal mondo ma usando ingredienti e alimenti a Km0.
Che cos’è? Si tratta di una sorta di decalogo che vuole tutelare l’ambiente grazie ad un’educazione al consumo responsabile del cibo. La carta ruota intorno a 10 buone pratiche in ambito food che, in particolare, ci impegnano a:
1. Promuovere la cultura della sostenibilità in rete
2. Impegnarsi a pubblicare periodicamente un post sulle buone pratiche ambientali in relazione alla produzione di prodotti alimentari: ad esempio, io mi impegno ad usare solo ingredienti di stagione
3. Diffondere la cultura della tutela e della valorizzazione del territorio agricolo: raccontare il cibo ed i luoghi in cui nasce
4. Impegnarsi nella divulgazione della cultura degli orti/giardini urbani
5. Approfondire la conoscenza degli hosting a impatto zero
6. Impegnarsi a pubblicare periodicamente dei post sulla cultura del cibo e del riciclo: imparare le vecchie pratiche del riciclo degli avanzi.
7. Impegnarsi a pubblicare periodicamente post sulla descrizione delle pratiche della filiera corta: la frutta e verdura che compro proviene SOLO a aziende locali e biologiche
8. Contribuire alla conoscenza del mondo OGM;
9. Tutela dell’ambiente attraverso la diminuzione del consumo della carne rossa
10. Promozione della cultura dei GAS
Chi mi conosce e mi legge, già sa che molti di questi punti sono già nel DNA del mio blog; su altri, dovrò impegnarmi per contribuire maggiormente alla causa.
Che dire: Think global, act local!