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La “Carta di Lampedusa”, il patto per tutte le libertà degli esseri umani

Creato il 05 febbraio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Le differenze devono essere considerate una ricchezza e una fonte di nuove possibilità e mai strumentalizzate per costruire delle barriere.

(lastampa.it)

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La Carta di Lampedusa è un patto che unisce tutte le realtà e le persone che la sottoscrivono nell’impegno di affermare, praticare e difendere i principi sul riconoscimento che tutte e tutti in quanto esseri umani abitiamo la terra come spazio condiviso e che tale appartenenza comune debba essere rispettata. Dopo la morte di più di 600 donne, uomini e bambini nei naufragi del 3 e dell’11 ottobre 2013, ultimi episodi di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni, si ha dato avvio ad un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone nell’isola di Lampedusa.

La Carta di Lampedusa afferma come indispensabile una radicale trasformazione dei rapporti sociali, economici, politici, culturali e giuridici a partire dalla costruzione di un’alternativa fondata sulla libertà e sulle possibilità di vita di tutte e tutti senza preclusione alcuna che si basi sulla nazionalità, cittadinanza e/o luogo di nascita.

Nella prima parte del patto vengono sanciti i diritti sulle libertà personali: di movimento, di scelta, di restare, di costruzione e di realizzazione del proprio progetto di vita e di resistenza. ”Non può essere accettata – si legge nel testo della Carta di Lampedusa – nessuna divisione tra gli esseri umani tesa a stabilire, di volta in volta, chi, a seconda del suo luogo di nascita e/o della sua cittadinanza, della sua condizione economica, giuridica e sociale, nonché delle necessità dei territori di arrivo, sia libero di spostarsi in base ai propri desideri e bisogno chi possa farlo soltanto in base a un’autorizzazione, e chi, infine, per poter compiere quello stesso percorso, debba accettare di subire pratiche di discriminazione, di sfruttamento e violenza anche sessuali, di disumanizzazione e mercificazione, di confinamento della propria libertà personale, e di rischiare di perdere la propria vita.” Si afferma la libertà di ogni essere umano, anche per i minorenni, di scegliere il luogo in cui abitare e la conseguente libertà di opporsi e battersi per rimuovere gli ostacoli che a essa si frappongono.

La Carta di Lampedusa afferma la libertà di restare come libertà di tutti/e di non essere costretti/e ad abbandonare il paese in cui si nasce o che si abita quando non si sceglie di farlo. La Carta di Lampedusa afferma altresì la libertà di lottare, promuovere, costruire tutte le iniziative necessarie a rimuovere ogni forma di sfruttamento, assoggettamento economico, politico, militare e culturale che impedisca l’esistenza autonoma, libera, indipendente e pacifica di tutte le persone che abitano il mondo. Si afferma anche la libertà di restare come libertà di abitare qualsiasi luogo, diverso da quello di nascita e/o di cittadinanza, anche una volta che le persone abbiano lasciato il proprio paese, e di costruire in tale luogo il proprio progetto di vita. Importante è la libertà e il dovere di disobbedire a ordini ingiusti.

La seconda parte: la smilitarizzazione dei confini. Considerando che, tra i paesi dell’Unione Europea, Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Svezia, sono tra i dieci maggiori esportatori di armi nel mondo è necessaria l’immediata abolizione di tutte le operazioni legate alla militarizzazione dei territori e alla gestione dei dispositivi di controllo dei confini, sia militari che civili, incluso l’addestramento militare ai respingimenti e al controllo della mobilità delle persone in territorio internazionale. Si pensa ad una completa riconversione delle risorse sino ad oggi investite e stanziate in tal campo per assicurare percorsi di arrivo garantito delle persone che migrano per necessità, nonché per scopi sociali rivolti a tutte e tutti.

Nella parte finale della “Carta di Lampedusa”, infine, si parla delle abolizioni di alcuni atti burocratici che rendono il sistema di spostamento e libertà più complesso nel suo insieme. Si pensa all’abolizione dei cosiddetti Visti, che impedisce ad una parte di popolazione di muoversi liberamente, istituendo così una libertà selettiva, per diminuire i rischi di morte nel tentativo di attraversare le frontiere. Si chiede di eliminare il principio delle clausole migratorie da tutti gli accordi e che i paesi a cui esso viene imposto rifiutino tale principio nelle negoziazioni, liberando le relazioni tra i popoli e tra gli stati da ogni forma di strumentalizzazione ai fini del controllo delle migrazioni. Si chiede di svincolare definitivamente il diritto di ingresso, di soggiorno e di permanenza sui territori degli stati membri al possesso di un rapporto di lavoro.

Per maggiori dettagli sul testo della Carta di Lampedusa.

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La “Carta di Lampedusa”, il patto per tutte le libertà degli esseri umani

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