La casa (2013)

Creato il 15 maggio 2013 da Babol81
Noi horroromani lo aspettavamo tutti con ansia e un misto di terrore & raccapriccio, così lunedì sera sono andata a vedere questo benedetto La casa (Evil Dead), remake del cultissimo horror di Sam Raimi, qui in veste di produttore, e diretto dal giovane regista Fede Alvarez.
 

Trama: un gruppo di giovinetti portano l’amica drogata a disintossicarsi in un rifugio recantato nel bosco. Quando in cantina troveranno un libro in grado di evocare i demoni, basterà l’incauta lettura di uno dei brani ivi contenuti per scatenare, letteralmente, l’Inferno…

Cominciamo a tranquillizzare gli appassionati che non dovessero ancora aver visto questo nuovo La casa per paura che la frase di lancio “Non conoscerai terrore più grande” si riferisse allo scempio fatto nei confronti de La casa originale. Il film merita la sufficienza piena. Vero, siamo ben distanti dalla rozza, spassosa e crudelissima opera prima di Raimi, in grado di mettere una paura incredibile con due lire e un paio di azzardatissimi movimenti di macchina, ma come horror questo remake fa la sua porchissima figura. Non risparmia momenti di cattiveria e disgusto totali (conditi da litrate di sangue e colpi “proibiti” sferrati con oggetti appuntiti, ovvero quelli che più mi mettono ansia in questo genere di film), omaggia a piene mani ma senza essere spudorato il film originale (le carte, il ciondolo, l’inconfondibile macchina…) ed è sostenuto da effetti speciali e make up all’altezza e non troppo esagerati per quanto riguarda l’uso della CGI. La trama rimane pressoché la stessa con poche varianti, messe per provare a dare un background ai personaggi e conseguentemente ininfluenti al fine dello spettacolo horror, e c’è la piccola aggiunta di un prologo in grado di mettere subito gli spettatori nella giusta predisposizione per quello che verrà. Alcune sequenze de La casa che sono entrate da subito nell’immaginario horror anni ’80 vengono riprese e riaggiornate al gusto attuale senza snaturarle e senza privarle della loro violenta e sconvolgente efficacia, i deadites sono ciarlieri e stronzi come li ricordavo (forse anche di più!), l’attrice protagonista offre un’interpretazione convincente e assai distante dai fastidiosi canoni horror femminili, infine i realizzatori non hanno dimenticato di riproporre lo sfigatissimo, fantozziano personaggio di Scott (ribattezzato Eric, ma l’ho riconosciuto lo stesso!), che tanto aveva divertito me e la mia migliore amica durante un pomeriggio nel quale lo studio era stato sostituito dalla visione de La casa.

E che è quindi questo La casa? Tutto grasso che cola? No, qualche difetto ovviamente c’è, anche se la sorpresa che attende paziente alla fine dei titoli di coda val da sola a cancellarli tutti e persino a strappare gemiti di commozione. Lasciamo un attimo da parte l’incredibile ed anacronistica stupidità di cui sono dotati tutti i personaggi, perché ci tornerò con una spoilerosa mini-rubrica finale, e parliamo invece delle ultime sequenze. Sinceramente, il film poteva interrompersi 10 minuti prima con un cliffhanger graditissimo (per quanto prevedibile) che avrebbe punito giustamente i protagonisti per la loro natura di decerebrati… invece continua e si conclude in modo abbastanza loffio, introducendo un “supercattivo” da videogioco e facendo il verso agli splatterosissimi, sanguinari e cattivissimi horror francesi di ultima generazione. Per carità, ci vuole coraggio ad ambientare gli ultimi minuti di una pellicola sotto un nubifragio di sangue, però mi ha dato tanto l’idea di un pezzo aggiunto giusto perché si erano dimenticati di omaggiare la motosega, strumento di morte fondamentale all’interno de La casa originale. Comunque suvvia, poteva andare molto ma molto peggio: il remake de La casa si becca la sufficienza con conseguente Bollino di approvazione da parte della Bolla e del Bollalmanacco. Andatelo a vedere sereni e, ribadisco, rimanete fino alla fine dei titoli di coda o il Demone Calderiano vi coglierà!!!

E ora, in onore della demenza pura e semplice dei protagonisti de La casa, inaugurerò una rubrica dal titolo provvisorio Il tritone colpisce ancora (aka: vuoi che muoro??), liberamente ispirata al geniale concetto che stava alla base di Quella casa nel bosco, unico film in grado di dare una spiegazione logica al perché i personaggi degli horror prendano SOLO decisioni sbagliate e palesemente dannose. Occhio agli SPOILER che si va.

Appunto.

Gli anni ’80 saranno anche stati ingenui, come il giovane Raimi e compagnia cantante, ma ora siamo nel 2013, certe cose non me le puoi cambiare in peggio. Ne La casa originale tutto l’ambaradan succedeva per un caso sfortunato, gli ospiti del rifugio trovavano la registrazione della formula per invocare il demone e la riproducevano senza sapere cosa fosse. Qui l’erede di Scott (chiamiamolo così) trova un libro fasciato, incatenato, protetto da un cimitero di gatti morti, su ogni pagina del quale c’è scritto a chiare lettere “non leggere” “non andare oltre” “che meenchia fai, butta ‘sto libro nella rumenta”, “fatti i razzi tuoi” e lui che fa? Legge, ovvio. Anzi, non pago della lettura decide di ricalcare con la matitina anche le parole illeggibili, giusto per ribadire ulteriormente la sua natura di imbecille con la I maiuscola. Voi mi direte, il libro è maGGico, lo ha ipnotizzato. Va bene, lo accetto. Allora spiegatemi invece perché un’infermiera dovrebbe credere che l’amica abbia deciso di bollirsi viva nella doccia (procurandosi ustioni del millesimo grado), di tentare di uccidere il fratello a fucilate e infine di croccoglassarla con un mare di sangue e vomito… “solo” perché è in crisi di astinenza da droga. MassantoBruce, cosa vi insegnano a scuola? Va bene negare il sovrannaturale e rimanere fiduciosi e prosaici fino all’ultimo, ma possibile che nell’universo de La casa non esistano film horror? Solo l’Imbecille cerca di fare capire agli altri che qualcosa non va, ma i suoi compari non capiscono nemmeno quando lo trovano più morto che vivo dopo aver frantumato il cranio dell’amica d’infanzia a colpi di tazza del cesso! “E’ un vAIrus!” (detto con la voce di Marcello Cesena) “No, non è posseduta, è solo pazza come mia madre. E’ mia sorella, non posso ucciderla!” “Scusa, cosa pazza che stai in cantina, che non hai più nulla di umano e che peraltro non conoscevo fino a due ore prima, adesso scendo a consolarti ché mi fai tanta tanta pena”. E certo. Ma le battute migliori, diciamolo, sono affidate al protagonista. Un incrocio tra McGyver, Dr. House e il Colonnello Bernacca, un povero pistola in grado sì di costruire un defibrillatore con un paio di attrezzi trovati in un capanno in disuso da decenni, ma anche di dispensare consigli che nemmeno il cerusico di bordo del Pirata Barbanera. L’amico si becca una pugnalata nel petto ed è un miracolo che sia sopravvissuto? “Amore, ha solo bisogno di un po’ di acqua e zucchero, vagliela a prendere”. All’anima! Lo dicono a me quando ho ciclo e pressione bassa, non sapevo funzionasse anche per le pugnalate. Ospedali di tutto il mondo, prendete nota e fate scorta per i secoli a venire. E mica è finita qui. Dopo che la strada per tornare a casa è stata spazzata via da un fiume in piena delle dimensioni del Rio delle Amazzoni, il suo pronostico è: “tempo due ore e vedrai che si asciuga e potremo passare”. L’alluvione degli anni ’90 dalle mie parti la ricordo ancora, più che due ore erano servite 2 settimane perché il torrente ritornasse a dimensioni normali. Potrei parlare anche della mano strappata a forza da sotto la macchina quando a disposizione c’era una motosega (male per male, facciamola finita velocemente!) o del fatto che il conteggio delle cinque anime che fanno risorgere l’Abominio alla fine è un po’ campato in aria, ma mi fermo qui o tutte le cose positive che ho scritto prima non conteranno più! 

Di Shiloh Fernandez, che interpreta David, ho già parlato qui.
Fede Alvarez è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Uruguayano, ha diretto quattro corti prima di approdare al timone de La casa. Anche produttore, ha 35 anni.

Jessica Lucas, che nel film interpreta l’infermiera Olivia (personaggio per cui aveva fatto il provino persino Thora Birch), aveva già partecipato a Cloverfield. Ad interpretare Mia, invece, avrebbe dovuto esserci un’insospettabilissima Lily Collins, che poi ha rinunciato e lasciato il posto alla brava Jane Levy. A parte questo, se il film vi fosse piaciuto consiglio ovviamente di recuperare la trilogia originale comprendente La casa, La casa 2 e L’armata delle tenebre, oltre al già citato Quella casa nel bosco. Vi volete proprio male? Buttatevi anche su Il bosco 1 e fatevi una risata!!! ENJOY!!

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