Alla fine dell'Ottocento la bella Clara Laguna, ultima erede di una stirpe di donne considerate streghe e destinate all'infelicità in amore, non riesce a sottrarsi al suo destino, rimanendo incinta di un uomo che la lascerà e prendendo una scelta drastica e anticonformista per riuscire ad andare avanti, trasformando un'enorme casa abbandonata in un bordello di lusso, cosa comunque non definitiva. Anche sua figlia Manuela, sua nipote Olvido e la sua pronipote Margherita non sfuggiranno al loro destino di infelicità in amore e di abbandono se non di morte della persona amata, ma quando Margherita darà alla luce un maschio dopo generazioni di femmine, Santiago, forse qualcosa potrà finalmente cambiare e succedere, facendo finire una tradizione di tragedia che si trascinava da ben prima di Clara.
Sullo sfondo dei tormenti di queste donne ci sono i fermenti della grande storia, la caduta della monarchia, la guerra civile, il franchismo, il riavvento della democrazia, mentre in questo angolo di mondo si consuma una tragedia picaresca e a tratti scanzonata, fatta di amore e sangue, destino e voglia di vivere: in 374 pagine Cristina Lopéz Barrio, nella vita esperta di diritto d'autore e già autrice di libri per ragazzi (un po' come il suo collega Carlos Ruiz Zafon, che ha debuttato per i più giovani prima di passare alla letteratura per adulti), condensa un mondo rutilante e appassionante, senza annoiare e senza essere eccessivamente frettolosa.
Chi conosce e ama la letteratura spagnola e latino americana sente nelle pagine de La casa degli amori impossibili, traduzione di italiana di Valeria Bastia, echi di altre storie di autori più famosi e blasonati. Da Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez a La casa degli spiriti e le altre saghe al femminile di Isabel Allende, dall'importanza del realismo fantastico ai toni in fondo scanzonati anche quando si parla di tragedie terribili, di morti, di destini ineluttabili.
Unico appunto, a tratti c'è un po' troppa frettolosità nel raccontare il succedere delle generazioni che spesso si consumano in poche pagine e a parte Santiago e Olvidio, nessuno dei personaggi di questa famiglia di donne un po' streghe resta davvero nel cuore del lettore, mentre è riuscito il personaggio di padre Impero, prete sui generis, forse unico vero alleato della famiglia della casa degli amori impossibili, testimone anche lui silenzioso, dell'immanenza mentre il mondo cambia. Ma il ritmo c'è, la narrazione anche, e La casa degli amori impossibili è un titolo da aggiungere allo scaffale degli autori della penisola iberica, cresciuti tra gli ultimi fuochi di una dittatura spietata e poi in una democrazia che negli ultimi anni ha portato alcuni sconvolgimenti di costume notevoli, crisi permettendo.
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