Sì, perchè la Casa dei Bolidi così chiamata non è solo un contenitore fluttuante e dinamico che dà l’impressione di procedere in avanti e di narrare un qualcosa, come nelle più famose manifestazioni della pittura futurista, ma anche di essere un organismo “modellato dal vento”: un corpo vivo, quasi appartenente al mondo naturale e come, tale, mai statico certo, ma ancorato alla terra.
Cinque corpi-involucri a forma di nastro che si modellano fra loro; ma, come per ogni organismo naturale, ancorati a un corpo generatore da cui tutti gli altri prendono le loro direzioni-narrazioni: la casa natale di Enzo Ferrari è il corpo principale da cui prendono vita tutti gli altri, è un corpo storico degno di essere protetto dal suo involucro.
Con la Casa dei Bolidi del 2004 torna il Bolidismo degli anni Ottanta, un futurismo di ritorno che punta a progredire e a narrare il nuovo, ma senza pretendere di distruggere ciò che è pregresso. Un contenitore dinamico e organico che non è un ossimoro.