La Casa dei Demoni di Marta Palazzesi [Il Sogno dell'incubo #2]

Creato il 21 ottobre 2013 da Nasreen @SognandoLeggend

La Casa dei Demoni

di Marta Palazzesi

Marta Palazzesi

Marta Palazzesi è l’autrice della trilogia YA La Casa dei Demoni. In uscita il 16 gennaio 2013 il primo libro della serie, Il bacio della Morte, pubblicato da Giunti Editore.

Marta vive a Milano da sempre ma è fiera delle proprie origini toscane. Appassionata di YA e romanzi storici, quando non scrive colleziona vecchie cartoline e studia russo – non sempre con ottimi risultati.

Sito dell’autrice: http://martapalazzesi.wordpress.com/
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La Casa dei Demoni

1. Il bacio della morte (isbn:9788809041301)
2. Il Sogno dell’incubo (ibsn:9788809776883)
3. Inedito

Prequel: Il Marchio di Damian (download libero)

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Titolo: Il sogno dell’incubo
Autore: Marta Palazzesi
Serie: La Casa dei Demoni, vol. 2
Edito da: Giunti Y
Prezzo: 12.00€
Genere: Paranormal Fantasy, Urban Fantasy, Young Adult, Demoni
Pagine: 384 pag.
Voto: 
  
 

Trama: Come vivere sapendo che, nell’attimo in cui la persona che ami morirà, proverai il suo stesso dolore? Questa è una delle tante domande che Thea Anderson, giovane cacciatrice di demoni Azura, dal carattere focoso, non riesce a smettere di porsi. Gli incubi che tormentano le sue notti, da dove vengono? Chi li insinua nella sua mente? Perché molte persone a lei care si comportano in modo inspiegabile nell’ultimo periodo? Per trovare le risposte, Thea sarà costretta a varcare i confini del Palazzo. In un rocambolesco viaggio insieme a chi credeva ormai perduto, scoprirà un antico segreto, lotterà contro creature leggendarie e danzerà ancora con la Morte. Ma sarà il suo cuore il nemico più crudele.

Recensione
di Nasreen

Il Sogno dell’incubo è il secondo romanzo della trilogia paranormal romance YA La Casa dei Demoni di Marta Palazzesi, autrice italiana agli esordi. Il romanzo, successivo a Il Bacio della Morte, riprende a narrare le avventure di Thea e Damian, mezzodemoni con qualcosa in più, a caccia di Azura in giro per la Romania.

Damian ha lasciato Thea, sua partner nella caccia di Azura, per recarsi nel Mondo Sotterraneo e uccidere i suoi genitori, demoni traditori che hanno scelto di diventare non-morti. La ragazza, nonostante il carattere irrequieto e combattivo, si ritrova a fare i conti con la perdita del proprio compagno e innamorato. L’affetto fra i due è cresciuto, a pari passo con la fiducia, nel primo romanzo e, come accade sempre in questo genere di libri, il lui della situazione si ritiene troppo abbietto per stare con lei, e quindi la lascia.

Thea non si arrende a questa decisione; stringe i denti, preferisce soffrire in silenzio e va comunque avanti con la sua vita: combatte, studia, sconta la sua pena (per aver cercato di seguire il ragazzo nel Mondo Sotterraneo), e cerca di stare accanto all’amica, Serena, figlia dell’attuale reggente dell’Accademia, che, viceversa, anche se alle prese con l’improvvisa e inspiegabile malattia dell’unico genitore rimastole, non sembra riservale la stessa attenzione, trascurandola.

La malattia del padre di Serena, Andres Grigor, appare fin da subito piuttosto aggressiva e, impossibilitato a proseguire il suo ruolo di governante, l’assemblea si riunisce per eleggere un sostituito. Ma c’è qualcosa che scuote le notti della mezzodemone Thea, figlia di una veggente umana e un Incubus armeno: incubi tremendi che cercano di fiaccarla, o forse avvertirla di un imminente pericolo che sta per abbattersi sull’Accademia.

Affiancata dall’inaspettata figura di suo padre, Incubus dai poteri incredibili, Il Manipolatore di Sogni per eccellenza, dal quale Thea ha ereditato il suo potere, la ragazza si ritroverà a dover proteggere nuovamente la sua casa da una misteriosa ed insidiosa minaccia.

Recensire un romanzo partendo prevenuti è sempre difficile, soprattutto quando il primo lo si è fortemente criticato e si spera, disperatamente, di leggere qualcosa di migliore fra le pagine del seguito. Con Il Sogno dell’Incubo è accaduto proprio questo.

La somiglianza de Il Bacio della Morte alla serie L’accademia dei vampiri di Richelle Mead aveva penalizzato fortemente l’opinione di molti. Il romanzo in sé presentava, comunque, numerose pecche, tipiche di molte opere d’esordio, ma aggiungendoci la sfilza di parallelismi riscontrati, era impossibile apprezzare l’opera di Marta Palazzesi, o non arrabbiarsi per una buona idea mal sviluppata.

Con questo secondo romanzo la speranza era di scoprire se l’autrice, dopo l’inizio decisamente poco degno, riuscisse a riscattarsi. Credere negli autori italiani è sempre una questione di onore, e, qualche volta, paga.

Il Sogno dell’incubo è il classico romanzo di intermezzo che, però, riesce a dare una sorta di svolta all’intera serie. Ci dimostra, infatti, che l’autrice è in grado di camminare con le proprie gambe, provando ad allontanarsi dalla serie della Mead. I riferimenti, anche minimi, continuano a rievocare la saga “genitrice”, ma, a parte questo, ci troviamo di fronte ad intreccio politico, avventura, crescita dei personaggi, ironia e qualche tocco deciso di originalità, che non fa pentire di aver testardamente cercato il riscatto.

Un punto decisamente positivo è lo sviluppo della figura di Thea, che finalmente prende corpo: non è più il fantasma si Rose, ma l’eroina coraggiosa e con la faccia tosta promessa nel primo romanzo. Cresce, soffre, si fa coraggio, combatte, fallisce ma si rialza. È sola, ferita dalla perdita di Damian, ma continua a combattere per la sua casa, per le persone amate, anche quando queste sembrano dimenticarsi di lei. Si tiene stretto l’amore che prova per Damian, non si getta sul primo che capita per dimenticare e andare avanti, ma bensì combatte per lui con dignità e testardaggine.

Altro personaggio che colpisce positivamente, forse il migliore in assoluto, è proprio il padre di Thea: Zarmayr Carzou. Nel primo romanzo non sembrava minimamente degno di nota: di padri assenti ed egoisti ne è piena la narrativa fantasy, essendo quasi sempre i catalizzatori di ogni turbativa dei figli. In questo caso, invece, Thea non da mai la colpa al padre assente per i suoi problemi: lo biasima per come ha lasciato la madre, ma non prova odio o rancore; benché si sia fatta un’immagine piuttosto negativa di lui, interagisce con l’Incubus con baldanza e sfacciataggine. Scopriamo che Zarmayr è qualcosa di più di ciò che ci è stato detto nel primo libro, e lo scopre anche Thea. Un padre che, già alla fine del primo libro, si mostra attento e preoccupato per la figlia, un demone potente sagace e sfacciato… Il degno padre di Thea, insomma: coraggioso, irriverente e incline ad ignorare la maggior parte delle regole, ma non per questo vile e menefreghista nei confronti della famiglia. Protegge Thea, l’aiuta e si preoccupa molto per lei, appoggiandola sempre e comunque, anche se a modo suo. Una vera scoperta.

Anche gli altri personaggi hanno tutti sviluppato moltissimo le loro caratteristiche, uscendo dal ruolo di pedine e acquistando spessore, diventando tutti qualcosa di più di una semplice comparsa.

Unico personaggio che non riesce a spiccare particolarmente, non incluso in questa evoluzione, è proprio Damian. È sempre lo stesso: chiuso, ambiguo e bidimensionale. Una delusione insomma.

Valore aggiunto al romanzo viene assegnato al tentativo della Palazzesi di slegarsi dall’accademia. Thea lascia finalmente la scuola e si ritrova a fronteggiare il mondo esterno, scoprendo i propri limiti e l’ignoranza dovuti alla sua esistenza chiusa fra le mura dell’accademia; combatte con qualcosa di diverso dai soliti Azura, conosce nuove persone e scopre un pò di più quella Romania che fino a poco prima era solo un puntino su di una cartina.

Il libro è decisamente migliore del primo; finalmente ha più corpo e indipendenza. Sicuramente sono presenti alcune ingenuità, soprattutto nelle descrizioni delle scene d’azione e nei discorsi diretti, ma per il resto si vede il potenziale della Palazzesi.
Non resta che attendere il terzo e ultimo romanzo della trilogia per poter tirare le somme e darne una valutazione completa, visto l’inizio così zoppicante.

 

Gli altri romanzi della trilogia

Titolo: Il bacio della morte
Autore: Marta Palazzesi
Serie: La Casa dei Demoni, vol. 1
Edito da: Giunti Y
Prezzo: 12.00€
Genere: Paranormal Fantasy, Urban Fantasy, Young Adult, Demoni
Pagine: 384 pag.
Voto: 
   

Trama: Thea è una ragazza di diciotto anni, irriverente, simpatica e ribelle. Ha il potere di creare i sogni, un dono raro, ereditato da suo padre, un potentissimo Incubus armeno. In un favoloso palazzo ai confini della Romania, Thea e i suoi compagni vengono addestrati duramente per combattere gli Azura, spietati Demoni del sottosuolo. Thea si destreggia molto bene nei combattimenti, così come la sua migliore amica Serena, la bellissima figlia di Andreas Grigor, il Signore del Palazzo. Le due ragazze sono inseparabili fin dall’infanzia e insieme sognano di sconfiggere i Demoni e magari, un giorno, di innamorarsi di qualcuno di speciale. Ma quando dal nulla arriva un guerriero misterioso, che viene assegnato proprio a Thea come compagno di allenamenti, la serenità della ragazza, e quella di tutto il Palazzo, sono messe a dura prova. Damian è un affascinante Succubus con un oscuro e doloroso passato, e soprattutto è così sexy che è davvero difficile concentrarsi… È l’inizio della trilogia della Casa dei Demoni, che si svilupperà in un affascinante mosaico di avventure mozzafiato, personaggi indimenticabili, incredibili colpi di scena, tradimenti, rivelazioni e amori impossibili. I protagonisti si troveranno a combattere non solo con i veri Demoni, ma anche con quelli interiori, che popolano i cuori giovani e irruenti..

 

Recensione
by Nasreen

Il bacio della morte, dell’italiana Marta Palazzesi, è il primo romanzo della trilogia urban fantasy young adult, dalle tinte romance, La Casa dei Demoni.

Il romanzo è ambientato in Romania dove, in una sorta di college/centro d’addestramento/palazzo, vivono riuniti dei giovani mezzosangue (figli di demoni e umani, oppure di due mezzosangue), istruiti a diventare cacciatori di Azura, creature spietate che vivono nel Mondo Sotterraneo e attaccano indiscriminatamente.

Protagonista principale del romanzo è Thea, mezzodemone col potere di creare sogni, figlia di un’umana veggente e di un potente demone dei sogni armeno, dal carattere irruente e battagliero. La ragazza appare chiaramente come una delle migliori combattenti dell’accademia, nonostante il poco amore per le regole e l’autorità che, però, supera facendo leva sulla sua innata sfacciataggine, coraggio e buona dose di fortuna.

Le cose sembrano procedere verso un destino tracciato, fatto di ronde e caccia agli Azura, almeno fino a quando non arrivano dei nuovi diplomandi all’accademia e Thea viene assegnata non alla sua migliore amica di sempre, come tutti si aspettano, ma al misterioso e pericoloso Damian.

Da quel momento in poi le cose si faranno sempre più misteriose, pericolose e confuse per la giovane mezzodemone. Perché gli Azura sembrano decisamente intenzionati a rapire Serena? Per quale motivo la giovane cugina di Serena sembra odiarla? E, soprattutto, perché il suo cuore batte più forte e la sua mente va in confusione ogni volta che si trova a pensare al suo compagno?

Il Bacio della Morte è un romanzo ben scritto, decisamente piacevole da leggere e avrebbe potuto riscuotere un buon successo, soprattutto se si considera la massiccia campagna pubblicitaria promossa dalla casa editrice Giunti Y, che sembra aver riversato molta attenzione all’opera d’esordio della Palazzesi.

A riprova del successo della campagna pubblicitaria attuata, basti pensare che in molti hanno atteso con ansia questo romanzo, salvo poi aver visto le proprie speranze andare in fumo dopo appena qualche pagina.

Il vero problema con gli urban fantasy, soprattutto in questo ultimo periodo, è che sono tutti un pò uguali. Gli amanti di questo genere hanno, di norma, letto tutto il leggibile, o perlomeno tutte le serie più famose, nostrane e d’oltreoceano, quindi trovare qualcosa di memorabile e originale è, di per sé, qualcosa di estremamente difficoltoso, e non si fa mai un caso di stato per qualche somiglianza fra un romanzo e l’altro; bene o male si porta pazienza. Quando però si esagera, i lettori se ne accorgono! Eccome!

È quello che è successo, purtroppo, con il romanzo di Marta Palazzesi. L’autrice ha esagerato nel trarre ispirazione, oppure è stata dannatamente sfortunata.

Il Bacio della Morte, che avrebbe potuto tranquillamente conquistare le tre stelle e mezzo, se non quattro, se preso a se stante, viene abbandonato dai più (non da noi, abbiamo voluto arrivare alla fine per vedere e poter giudicare con cognizione di causa!), proprio perché una replica fedele e inquietantemente precisa della serie di Rachel Mead, L’accademia dei Vampiri.

Non si parla di qualche punto in comune, si parla di troppi punti in comune! E la rabbia sta, purtroppo, nel vedere un’autrice che si “affossa” in questo modo, nonostante le indubbie capacità narrative che traspaiono da ogni singola pagina. 

Per evitare di essere accusati di giudicare “senza apportare prove a sostegno delle tesi sostenute”, addentriamoci in un breve excursus dei parallelismi che troviamo nei due romanzi e nelle due saghe.

Trama. Background. Elementi principali

Entrambi i romanzi hanno la stessa struttura organizzativa sociale. Da una parte abbiamo i vampiri e dall’altra i demoni, è vero, ma in entrambe le opere c’è un’accademia che addestra i mezzosangue per cacciare una sottospecie più cattiva e pericolosa degli originali. Ronde, cacce, addestramenti, esami, Master (figura che potremmo ricondurre a dei capigruppo; figure di responsabilità intermedi fra gli alunni e i vertici di potere). In entrambi i filoni, i rapporti fra i Master e gli alunni dovrebbero essere solo di insegnamento, rispetto e addestramento, e, in entrambi i casi, l’infrazione di questa regola porta a delle ripercussioni sui protagonisti.
Come dimenticare, ovviamente, la narrazione in prima persona da parte della protagonista femminile?

Personaggi

Altra nota fortemente dolente sono i protagonisti che, a parte i nomi, ricalcano caratteristiche, atteggiamenti, decisioni e comportamenti dei protagonisti della Mead.

Azura/Strogoi. I cattivi sono sempre i cattivi, come molti potrebbero obiettare. Così è un pò troppo, però. Figure fisicamente simili (demone e/o vampiro), ad eccezione delle lunghe unghie ricurve; senza scrupoli, senza anima e dalla velocità e forza fuori dalla portata di chiunque, perfino dei demoni/vampiri. Vengono da un Sotto-qualcosa, a seconda del romanzo, e sono animati unicamente dal desiderio di uccidere chiunque. Perché? Troppo presto per saperlo per entrambe le serie, ma senza dubbio sono animali – dal punto di vista negativo del termine – che prendono la decisione di rapire la figlia del capo della comunità in questione. Molto politica e poco bestiale, come scelta, in entrambi i romanzi. Ovviamente.

Thea/Rose. Ironiche, testarde, coraggiose, sfrontate, irrispettose delle regole ma rispettate da tutti proprio per questo. Thea vede i fantasmi perché baciata dalla morte. Rose, invece, viene baciata dalle tenebre e il suo potere… quale sarà mai?

Serena/Lissa. Come accennato precedentemente, eccoci ad analizzare le due migliori amiche delle protagoniste, nonché figlie del capo/reggente in carica. Entrambe orfane di una figura genitoriale, entrambe molto potenti (ma, chissà come, sempre a ricadere sulla protezione dell’eroina, ergo migliore amica), ed entrambe sembrano essere al centro delle macchinazioni malefiche dei cattivi. Vogliono rapirle. Giusto per puntare sull’originalità.

Damian/Dimitri. Anche in questo caso il personaggio è tenebroso, con dei segreti, un passato doloroso, fortissimo, sexy, misterioso, scontroso, moro, velocissimo… e innamorato di Thea/Rose. Con un amore non accettato dalla società, sono colleghi, compagni di caccia, quindi per legge non dovrebbero provare nulla l’uno per l’altra al fine di evitare che, in fase di scontro, ci siano delle distrazioni del tipo: “salvo la mia amata invece che l’obiettivo/membro della casa reale”. Quando si parla di conflitto di interessi!

Alex/Adrian. Ricchissimi, biondi, freschi, gioviali (ubriacature e via, il top del top!), nobili, dai poteri incredibili e, come è giusto che sia, attratti dalle protagoniste principali (e quindi ecco il terzo polo di quel trio amoroso che ormai sembra essere la tappa fissa in ogni young adult degno di questo nome).

Altri personaggi. A voler essere puntigliosi, cosa che vorremmo evitare, potremmo trovare il doppelganger di molti altri personaggi della serie L’Accademia dei Vampiri in La Casa dei Demoni. Anche gli amici maschi di Thea, con i quali non ha un rapporto sentimentale o pseudosentimentale, come Shame e Came, hanno il loro “gemello” nei romanzi della Mead. Non mancano, ovviamente, la ragazza invidiosa, la prima donna della scuola, la ragazza facile, ma questo è un problema di mancanza di spessore dei personaggi e di originalità, non tanto di punti di contatto con la Mead.

Poteri

I poteri di queste due razze – demoni e vampiri – sono simili. O, peggio, i poteri dei demoni della Palazzesi non hanno nulla di diverso da quello che possiamo trovare in mille altri romanzi. Compulsione, creare sogni, telecinesi, preveggenza… A conti fatti non c’è nulla che possa contraddistinguerli da normali umani con dei poteri. Niente che li caratterizzi come demoni; almeno i vampiri bevono sangue.
Perfino Thea, che è la protagonista, e ha il potere di creare sogni, alla fine  non sviluppa e non sfrutta questo raro potere, se non per far riposare sua mamma senza incubi e per parlare con il fidanzatino. E.questo.non.ha.senso!

In definitiva, quello che brucia veramente, a fine lettura, è rendersi conto che l’autrice ha delle vere e concrete potenzialità. Il romanzo è scritto bene, corretto, scorrevole, fresco e piacevole da leggere in un pomeriggio. Sarebbe stata un’ottima lettura per gli amanti dello young adult, quindi, perché rovinare tutto traendo una così forte ispirazione da un’opera così famosa e quindi facilmente scopribile?

Supponendo, invece, che l’autrice non abbia mai letto la serie di Rachelle Mead (cosa piuttosto plausibile) e che, per atroce sfortuna, abbia avuto la stessa idea narrativa della Mead, possibile che nessuno le abbia fatto notare, prima di buttarla in pasto ai lettori, che il suo romanzo era troppo simile all’altro? Perché non correre ai ripari, modificandolo prima della pubblicazione? Avrebbe avuto senso.

A questo punto il problema del romanzo in questione va oltre la semplice similitudine fra la Palazzesi e la Mead; il problema è: è mai possibile che non ci sia concesso di leggere qualcosa di diverso? Di originale? Di valente? È mai possibile che, dopo 5 anni dall’uscita di Twilight, siamo ancora qua, con questi libri fotocopia?

Ma questo è un altro argomento e, per quanto io abbia trovato manchevole Il Bacio della Morte, l’autrice non merita di vedersi riversare contro la frustrazione di noi lettori.

In definitiva è un romanzo che non mi sento di consigliare ai lettori, neanche ad un pubblico estremamente giovane, che magari non ha avuto modo di leggere molti YA e che quindi non ha letto la Mead, perché comunque nel libro sono state trattate tematiche come sesso e alcool in maniera totalmente inappropriata per un lettore di 10 o 12 anni. Oltre a ciò, il romanzo è completamente inappropriato anche per un adulto. Non ci resta che attendere il seguito e vedere se, come spesso accade, l’autrice sarà in grado di riprendersi da questo scivolone.

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