La casa della Fornarina a Roma

Creato il 20 ottobre 2011 da Witzbalinka

Si è visto scritto in più di un’occasione che i ventidue arcani maggiori dei Tarocchi di Marsiglia possono essere comparati ai ventidue personaggi ebrei che nella loro doppia condizione di numero e lettera costituiscono, quando legati tra loro secondo diverse combinazioni, l’universo intero, e contengono l’accesso alla vera vita che si trova al margine di mondi della materia demiurgica.

Concepito come un teatro, il potere simbolico dei Tarocchi provoca meraviglia per le sue possibilità di rappresentare il mondo. Gli arcani maggiori si convertono in archetipi essenziali presenti nella psiche transpersonale in ogni luogo e tempo, e i quattro pali del gioco ricoprono le parti delle differenti sfere nelle quali tutti, in maggiore o minore misura, ci troviamo prima o poi coinvolti. In questo modo abbiamo i Denari, che rappresentano il mondo materiale nel senso più ampio ed esteso della parola, le Spade, che stanno a simboleggiare l’intelligenza razionale, analitica, apollinea, le Coppe, emblema della nostra parte sentimentale e affettiva, della sfera del cuore, e infine i Bastoni, che rappresentano la creazione e intelligenza sessuale, non razionale, istintiva, dionisiaca. In maniera molto interessante, si è creata etimologicamente e simbolicamente questa intima connessione tra la creatività non razionale e il sesso. La parola genio, ad esempio, è strettamente imparentata con i genitali, e le connotazioni sessuali dei corni con la rappresentazione grafica di Mercurio.

Esiste inoltre una lunga tradizione parallela, molto vicina alla religione e di impronta essenzialmente mascolina, che si compiace nell’identificare il sesso come una forza capace di drenare l’enegia e il talento, e di portarli fino al loro esaurimento ultimo, ovvero la morte. La soffocante superstizione cattolica che si riferisce ai risultati devastanti della masturbazione negli adolescenti, che sarebbero il consumo di sè stessi e la cecità, è solo una delle manifestazioni più grossolane di questa tendenza.

All’estremo opposto, dominato da un raffinamento delle immagini e dal trattamento del tema dell’identificazione tra amore e morte, possiamo situare tanto il mito ottocentesco delle donne vampiro, che affascinò artisti del calibro di Baudelaire e Munch, per citarne solo due, e che curiosamente mosse i primi movimenti moderni di emancipazione della donna in ambito urbano, o ancora la leggenda intramontabile, trattata per la prima volta da Vasari nel suo Vita degli artisti del Rinascimento, secondo la quale Raffaello era dedito a particolari eccessi sessuali, che si riflessero sul suo lavoro artistico, del quale si erano occupati nell’ultimo periodo i suoi discepoli, sopratutto Giulio Romano, sopratutto negli affreschi di Villa Farnesina, perchè il divino pittore aveva tenuto le sue mani – quelle stesse mani delle quali, secondo lo scrittore Lessing, il pittore avrebbe benissimo potuto fare a meno dalla nascita e diventare comunque il più grande artista di tutti i tempi – più sul corpo della sua amante che sul pennello. Questa amante, personaggio apocrifo quanto il suo presunto ritratto situato in Palazzo Barberini, meglio conosciuta come Margherita la Fornarina, per la sua professione di fornaia.

Reale o immaginario, come Omero, il personaggio è leggendario e la sua casa può essere visitata nel quartiere di Trastevere, ed è ormai un prezioso hotel con ristorante (http://www.casadellafornarina.com/).

Paul Oilzum

Nonostante la perniciosa influenza nella creazione del discutibile mito patriarcale del pittore e della sua musa, è difficile astenersi dal visitare questo incantevole e incantato luogo, quando si affitta appartamenti a Roma

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Tradotto da: 2Z
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