Astrologi di corte, medici, ingegneri, architetti e matematici avevano avuto un ruolo importante in molte società già migliaia di anni prima degli Abbasidi, rispondendo alle necessità pratiche di governo: fare oroscopi, curare gli ammalati, progettare templi, palazzi, ponti e canali, sviluppare armi sempre più sofisticate o mettere a punto nuove tecniche per calcolare più facilmente le tasse o suddividere una proprietà. Con l’arrivo dell’Islam, tuttavia, emersero nuove responsabilità. Agli astronomi e ai matematici, ad esempio, veniva richiesto di studiare le fasi lunari e di determinare l’ora delle preghiere e la direzione della Mecca, tutte operazioni che richiedevano competenze scientifiche sempre più sofisticate e avanzate.
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Il libro di Jim Al-Khalili è una lettura ricca di affascinanti ritratti come quello del berbero erudito Ibn Firnas, che a sessantacinque anni costruì un rudimentale deltaplano per poi lanciarsi dal lato scosceso di una montagna… In rapida successione, incontriamo Al-Khwarizmi, il filosofo Al-Kindi, il poliedrico Al-Biruni, il fisico Ibn al-Haytham e le figure più note con il loro nome latinizzato, Ibn Rushd (Averroè) e Ibn Sina (Avicenna ).
Jim Al-Khalili è un fisico teorico nato e cresciuto a Baghdad fino al regime di Saddam, ma costretto con la sua famiglia all’esilio in Gran Bretagna, dove attualmente vive e lavora.
Jim Al-Khalili, La casa della saggezza. L’epoca d’oro della scienza araba, traduzione di Andrea Migliori, Bollati Boringhieri (collana Saggi Scienze), 2013.