Mario parlava male l’italiano, però aveva una casa. Non una casa come la intendiamo noi. Noi che stiamo bene, tutto sommato. Noi che una casa la intendiamo fatta di muri e stanze, e mobili con le cose.
Mario aveva un’Ape, quella era casa sua, da sempre, da quando era arrivato qui e tutti l’avevano preso in simpatia. Perché anche se parlava poco, si faceva capire faticando. E allora avevano cominciato a chiamarlo Mario, forse perché il suo nome vero sarebbe stato troppo difficile da pronunciare, o forse perché chiamarlo con quel nome così strano, avrebbe sbiadito un po’ di quella simpatia.
Un giorno, però, il vento iniziò a soffiare forte. E lui un vento così non l’aveva mai sentito, ma aveva sentito tante volte i vecchi, laggiù nel suo paese, raccontare che la ferocia del tempo non è che il modo con cui dio prova a dire qualcosa di importante agli uomini.
Lui lo sapeva già, quel messaggio lo sentiva ogni giorno…
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