La Cassazione: “Risarcimento per Alex Del Piero”

Creato il 16 ottobre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Pubblicità ingannevole: Alex Del Piero testimonial a sua insaputa. La Cassazione respinge il ricorso dell’Ime e conferma il risarcimento da 258mila euro al calciatore.

La Cassazione ha confermato il risarcimento da 258mila euro in favore dell’ex bomber juventino Alex Del Piero da parte dell’Ime (Istituto multidisciplinare europeo), un centro studi privato che, quando il calciatore era testimonial della Cepu (Centro europeo preparazione universitaria), aveva usato la sua immagine senza alcun consenso. La Terza sezione civile della Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dall’Ime contro la condanna di risarcimento a Del Piero, inflittagli dalla Corte di Appello di Ancona nel 2011, con una decisione conforme a quella emessa in primo grado dal Tribunale di Ancona nel 2005. Nel giugno del 2000 era comparsa su due quotidiani nazionali una campagna pubblicitaria promossa dall’Ime, in concomitanza con quella della Cepu. Come riassume la Cassazione:

“La pubblicità in questione raffigurava due personaggi su un campo di calcio, di cui uno identificabile in Del Piero: il testo di apertura del messaggio pubblicitario recitava ‘Alex 0, Luigi 8, Luigi è iscritto allo stesso anno di Alex e nella stessa facoltà. Alex non ha dato nessun esame, Luigi nello stesso anno ne ha superati otto. Luigi è uno studente Ime, Alex no'”.

Del Piero si era rivolto alla magistratura per essere stato usato come testimonial senza aver aver dato il suo consenso e senza aver percepito alcun compenso. L’Ime si difese sostenendo “la non indispensabilità del consenso trattandosi di pubblicità comparativa”, e a sua volta contrattaccava chiedendo che fosse Del Piero a risarcirgli i danni dal momento che “nella sua qualità di testimonial Cepu aveva fatto credere di essere iscritto all’università, ingenerando confusione tra i consumatori e sottraendo fette di mercato all’Istituto multidisciplinare europeo”. Ma questa linea difensiva non ha convinto i magistrati di Ancona, che hanno dato ragione in primo e secondo grado all’ex calciatore bianconero. Sperando in un miglior risultato l’Ime si è rivolta alla Cassazione, precisando che la sua pubblicità “era di tipo comparativo e quindi l’utilizzo dell’immagine di Del Piero sarebbe avvenuta in un contesto lecito e non ha prodotto alcun danno, né patrimoniale né non patrimoniale”.

Per l’Ime era “sbagliato decretare che il prezzo da risarcire fosse corrispondente al compenso che Del Piero avrebbe presumibilmente richiesto per dare il consenso alla pubblicità”. L’Istituto ha inoltre insistito nel sostenere che Del Piero aveva commesso “concorrenza sleale”, dato che “ha fatto da testimonial per una società di preparazione agli esami universitari, dichiarando di affrontare l’università grazie all’ausilio della Cepu, ben consapevole del fatto che non avesse il tempo materiale o la volontà di iscriversi ad alcuna università”. Ma anche questa obiezione non è servita, dato che la Cassazione ha ritenuto comunque che l’Ime avesse oltrepassato i limiti entro i quali condurre “una legittima pubblicità comparativa”, in base alle norme che la regolamentano. Oltre al risarcimento da 258mila euro, l’Istituto multidisciplinare europeo dovrà pagare anche 10.500 euro di spese legali.

S.C.

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