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La castrazione chimica: la situazione mondiale. 3° parte

Da Psychomer
by Valentina Dettori on novembre 9, 2012

La castrazione chimica viene da tempo utilizzata negli Stati Uniti contro pedofili e stupratori; in Europa, Germania (Il Professor Beier insieme ad altri medici nel 2005 ha fondato, presso l’ospedale Charité di Berlino, un reparto specializzato nella cura degli individui pedofili. I detenuti che scelgono di sottoporsi alla castrazione chimica ricevono sconti della pena e benefici relativi), Svezia (Dal 1993 il reo può scegliere se sottoporsi al trattamento farmacologico, preso in considerazione soprattutto se v’è alto rischio di recidiva. Si prevedono sconti e benefici sulla pena), Danimarca (Dal 1989 il reo deve scegliere se scontare la condanna in carcere, che varia dai 2 ai 6 anni, o se effettuare la castrazione chimica, beneficiando anche di uno sconto della pena. Ad oggi, dal 1989 sono stati 25 i casi con esito positivo), Norvegia (La prima castrazione chimica è avvenuta nel 2004. Da allora i carcerati possono decidere se sottoporsi a tale trattamento, che può durare anche in seguito al termine della pena, la quale però non prevede sconti né benefici per il reo), Inghilterra (Dal 7 Gennaio 2008 i rei di abusi sessuali possono beneficiare di sconti della pena solo se acconsentono di sottoporsi a castrazione chimica, approvata dal Ministero degli Interni, il quale inviò a tutte le persone incarcerate per reati a sfondo sessuale, una lettera dove si spiega che i farmaci usati “riducono i livelli dell’ormone maschile testosterone” e “l’effetto è una diminuzione dell’interesse sessuale e dell’eccitamento”), Spagna (Risale al 2010 il primo condannato Spagnolo, in Catalogna, ad essersi sottoposto volontariamente alla castrazione chimica, per inibire gli impulsi sessuali e diminuire i livelli di testosterone, con conseguente riforma del Codice Penale a seguito dell’introduzione della castrazione volontaria, che in Spagna prevede una terapia psicologica, antecedente al trattamento farmacologico che avviene immediatamente dopo la scarcerazione del reo), Polonia (Dal 2009 il reo può essere sottoposto obbligatoriamente, su decisione di un tribunale, a una terapia farmacologica e una psicoterapia mirata a diminuire le pulsioni sessuali dopo aver scontato la pena carceraria. Tale decisione a seguito del tremendo caso di Josef Fritzl, il quale segregò e violentò la figlia per 6 lunghi anni, facendole partorire 7 figli) e Francia (Dal 2006 48 ex detenuti sono stati trattati con cyproterone acetato e leuprolina, con la finalità di verificare la riduzione della recidività. Nel 2007 il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha previsto delle pene più restrittive nei confronti degli abusatori sessuali, con l’apertura nel 2009 del primo carcere per pedofili a Lione; questo a seguito di un grave fatto di cronaca che vide un sessantaduenne, incriminato già tre volte per abuso sessuale su minore, uscire dal carcere con una prescrizione per il Viagra e stuprare nuovamente un bambino di 5 anni) la applicano per impedire che il condannato, una volta libero, ripeta la violenza.

Più che di castrazione chimica, bisognerebbe parlare di “terapia farmacologica antagonista del testosterone”, essendo i composti chimici utilizzati per sostituire il testosterone, il quale regola la sessualità maschile, agganciandosi ai recettori cerebrali, diminuendo così il livello libidico e la possibilità di recidiva dei reati sessuali.

In tale ottica, tre sono i farmaci che sono stati finora maggiormente impiegati nella terapia delle parafilie: il Cyproterone acetato (CPA), utilizzato specialmente in Europa, il Leuprolide acetato (LMA) e il Medroxyprogesterone acetato (MPA),utilizzato specialmente negli Stati Uniti, considerati medicazioni psicotrope, ovvero capaci di alterare l’attività mentale.

Continua…


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