La casualità nelle immagini digitali
di Giulio Peranzoni
Dopo aver analizzato il rapporto tra le immagini e le due dimensioni in cui sono immerse,il tempo e lo spazio, cercherò di analizzare ora la loro struttura, le procedure per crearle edinfine le nuove tipologie.
Sono molti i vantaggi nel creare un immagine in digitale in confronto a una materica equesti li vedremo nelle pagine successive, ma prima di fare ciò c'è al contrario dasottolineare una perdita enorme in questo passaggio epocale, ed è la perdita dellacasualità che ha la materia ordinaria e che manca assolutamente nella realtà digitale.Quando ho iniziato a disegnare con la tavoletta grafica utilizzando il software Painter, dopomolte sensazioni piacevoli che provavo, come ad esempio, il potere tornare indietro dopoun errore o il non preoccuparsi di una possibile degenerazione del supporto oppure laclassica macchia che cadeva accidentalmente, la prima sensazione spiacevole che hoprovato è stata quella mancanza di ispirazione che di solito avevo mentre procedevo conl'esecuzione dell'immagine.
In effetti la casualità del comportamento della materia colorata è sempre stata un fortestimolo a nuove soluzioni cromatiche o addirittura strutturali dell'immagine. Per esempio, lamacchia di acquerello che si espande accidentalmente su una superficie porosa e che sifonde con un altro strato di colore ancora umido dà come risultato una nuova einvolontaria cromia non programmata e che è il risultato del caso, o meglio dell'interazionedi numerosi fattori fisici non prevedibili ma che a loro volta sono un suggerimento preziosoall'autore nel procedere. Molto spesso dei fattori casuali nel rapporto tra i vari materiali che si utilizzano per creare un immagine (con il supporto, con il medium, nel suo piccolo anche la temperatura dell'ambiente circostante) creano risultati indipendenti dalla volontàdel suo creatore e che spesso sono delle piacevoli sorprese su cui cavalcare versonuove soluzioni.
Lo stesso procedere consapevole deve essere verificato passo per passo e se è il casocorreggerlo. Più chiaramente, se decido di colorare con un acquerello tradizionale unaparte dell'immagine con un colore arancione e nella mia mente penso a quel particolarearancione, per poterlo ottenere ho due possibilità, o diluisco con acqua il mattoncinosolido di colore puro oppure lo costruisco con velature di giallo o rosso. Ma devocomunque verificare "sul campo", sulla carta, che le mie scelte siano quelle giuste perottenere quel particolare tono che mi ero immaginato e spesso devo intervenire subito acorreggerle per arrivare allo scopo. Di fatto sono sempre costretto a confrontarmi con ilfattore casuale della materia.
In questo caso il fattore casuale consiste in quanta acqua uso per avere un arancioneleggero o un tono più sostenuto se invece procedo per velature, è la temperatura esternache mi potrebbe asciugare troppo in fretta la prima velatura e dunque con la fusione dellasuccessiva non mi può dare il risultato voluto. La prova assoluta di come sia fondamentalenei risultati la casualità, è il fatto che anche se impercettibilmente, un autore non riusciràmai a ripetere la stessa pennellata in maniera identica alla prima.
Al contrario nell'eseguire una immagine digitale, la casualità è completamente azzerata. Èla natura matematica del software che non la permette. Un algoritmo che simula la miapennellata digitale è appunto una espressione matematica che di fatto è ripetibile semprenella stessa maniera. Il colore che risulta sul mio monitor è una miscela di pixel chevengono collocati la prima volta sul video seguendo la mia pressione sulla tavoletta eutilizzando il colore che ho scelto dalla mia tavolozza virtuale. Due parametri che entrambi,nel momento di essere eseguiti, sono simultaneamente tradotti in codice binario edunque ripetibili.
Ritornando all'esempio dell'acquerello, se eseguo la stessa pennellata di arancione con lostrumento acquerello in digitale, posso essere più che sicuro che lo stesso arancionesarà identico al precedente. Nella realtà digitale ogni interferenza casuale del mondo fisicoè esclusa. Tra le due realtà (digitale e fisica) non ci sono interferenze, sono realtàcompletamente isolate.
Nella realtà digitale è solo la casualità materica che però viene esclusa. In effetti quandoutilizzo gli strumenti di disegno digitale, sono libero dalla casualità materica ma posso inogni caso sperimentare una nuova casualità: una casualità digitale. Anche con il computerposso cercare un tono particolare provando molte volte a mischiare pixel, e con questitentativi casuali arrivare ad un risultato non programmato. La differenza tra le duecasualità è che la seconda si può ripetere all'infinito, la prima invece è unica e irripetibile.L'aspetto rivoluzionario di tutto ciò è che la nuova casualità digitale è ripetibile, in questocaso la casualità è stata ingabbiata dai numeri, non è più effimera e sfuggente comeprima....
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