[Traduzione di redazione da: http://www.stratfor.com/analysis/azerbaijans-cautious-cooperation-russia]
Sommario
L’Azerbaijan sta diventando sempre più cooperativo con la Russia, sebbene lentamente e con cautela, come parte della sua strategia di diversificazione delle relazioni estere. Baku e Mosca hanno rafforzato ulteriormente le relazioni il 13 agosto, quando il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a Baku il suo omologo azero, Ilham Aliyev. I due leader hanno firmato diversi accordi bilaterali in materia di energia, economia e sicurezza. Ma gli accordi sono stati lasciati volutamente vaghi, dando ai leader azeri piena flessibilità perché siano sicuri che il loro paese non diventi oltremodo dipendente da qualsiasi potenza esterna.
Analisi
Putin si è recato a Baku con una folta delegazione che comprendeva il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il ministro della Difesa Sergei Shoigu e quello dell’Energia Alexander Novak. La visita era stata ampiamente discussa nei media per diverse settimane, ma la conferma ufficiale dalla Russia è giunta solo un giorno prima che essa avesse luogo. Poiché l’incontro è stato così fortemente propagandato – rappresentanti dell’industria dell’energia e della difesa provenienti da entrambi i paesi si sono incontrati nelle settimane precedenti ad essa – la visita era prevista per produrre accordi concreti.
Baku e Mosca hanno infatti firmato una serie di accordi, il più interessante dei quali ha creato una joint venture tra il gigante petrolifero russo Rosneft e la SOCAR azera. Ma i dettagli sui progetti specifici sono stati lasciati fuori. Secondo un funzionario della SOCAR, i punti più delicati dell’accordo saranno resi noti nei prossimi sei mesi.
L’incontro del 13 agosto è stato solo il più recente esempio di una maggiore cooperazione energetica. Negli ultimi mesi, funzionari di Rosneft e SOCAR avevano tenuto colloqui sull’espansione della cooperazione relativa a progetti petroliferi in Russia, Azerbaijan e altri paesi. Le due parti hanno anche discusso la prospettiva dell’Azerbaijan di riprendere le esportazioni di petrolio attraverso l’oleodotto Baku- Novorossiysk, che era stato messo off-line all’inizio dell’anno, perché non redditizio.
Sono stati inoltre realizzati accordi di sicurezza. In effetti, la Russia e l’Azerbaijan sono impegnati a lavorare insieme su servizi umanitari e di emergenza fino al 2015. Aliyev ha dichiarato che i due paesi dovrebbero mantenere le loro relazioni tecnico-militari, che attualmente si attestano a 4 miliardi di dollari e che sono in crescita. Inoltre, la Russia ha recentemente consegnato un blocco di armi da un miliardo di dollari all’Azerbaijan – chiaramente, Baku si basa ancora molto sulla Russia per fornire la sua crescente industria della difesa. E mentre Putin e Aliyev tenevano il loro incontro, una flottiglia della flotta russa nel Caspio si fermava nel porto di Baku, dove ufficiali di entrambe le marine militari si sono incontrati.
Riconsiderare una strategia
Tali dimostrazioni di cooperazione in energia e sicurezza sono notevoli; l’Azerbaijan cerca tradizionalmente di prendere le distanze dalla Russia su queste questioni. L’Azerbaijan è lo stato più indipendente del Caucaso, e come tale ha preferito diversificare le sue relazioni con altri attori regionali quali la Turchia e la Georgia. Ha inoltre mantenuto legami commerciali e di sicurezza con Stati Uniti, Unione Europea e Israele.
Tuttavia, diversi sviluppi recenti hanno portato Baku a riconsiderare questa strategia. In primo luogo, la Russia ha rafforzato i suoi legami di sicurezza con l’Armenia. In secondo luogo, l’Europa ha dedicato meno attenzione all’Azerbaijan alle prese com’è con la crisi finanziaria e politica. E infine, la Georgia, che è fondamentale per l’Azerbaijan come stato di transito per i suoi progetti energetici del Corridoio Sud, è stata molto meno antagonista alla Russia da quando il primo ministro georgiano Bidzina Ivanishvili è salito al potere. Il nuovo primo ministro ha scelto di impegnarsi con Mosca pragmaticamente, in particolare sulle questioni economiche.
L’evoluzione politica in corso a Tbilisi ha costretto Baku a riconsiderare il proprio rapporto con Mosca, come dimostra la scelta azera del progetto Trans-Adriatic Pipeline rispetto al molto più ambizioso e strategico Nabucco West. La Russia molto probabilmente ha influenzato la decisione di Baku. I rafforzati legami energetici tra SOCAR e Rosneft possono essere visti nello stesso contesto: l’Azerbaijan ritiene necessario coinvolgere Mosca piuttosto che allontanarvisi, dato che l’influenza russa nella regione cresce. Lo stesso può considerarsi sul fronte della sicurezza, come mostrano il recente accordo sulle armi e la visita al porto della flottiglia nel Caspio.
Tuttavia, tutti gli ultimi impegni e gli accordi sono stati mantenuti vaghi, non specifici, probabilmente per volontà di Baku. L’Azerbaijan sa che non può isolarsi completamente dalla Russia, ma non vuole creare collaborazioni che siano troppo vincolanti. I recenti accordi nel settore dell’energia e della sicurezza lasciano all’Azerbaijan tempo e manovrabilità sufficienti a modificare la propria strategia se necessario. E mentre si avvicinano le elezioni azere, Aliyev preferirebbe una cooperazione russa ad un’ostilità russa.
Nel frattempo, Baku è rimasta cooperativa con altre potenze interessate alla regione. Ad esempio, il ministro della Difesa azero Safar Abiyev ha incontrato il Segretario alla Difesa americano Chuck Hagel a Washington il 5 agosto, e il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha in programma di far visita all’Azerbaijan per un vertice il 15-16 agosto. Anche diplomatici e ufficiali della difesa di Stati Uniti e Russia si sono incontrati di recente, probabilmente per discutere gli sviluppi nel Caucaso. Insieme agli accordi firmati durante la visita di Putin a Baku, queste consultazioni indicano che l’Azerbaigian si sta adeguando alle mutate dinamiche regionali, facendo in modo che possa adattarsi quando queste cambiassero di nuovo.