Questa è la foto della libreria nata con il nome “Le Mistral” nel 1951, diventata poi “Shakespeare and Company” tredici anni dopo, nel 400esimo anniversario della nascita del Grande Bardo, prendendo il nome da un’altra celebre libreria parigina fondata da Sylvia Beach nel 1919. Sylvia , un'emigrata statunitense, aprì originariamente la Shakespeare and Company al numero 8 di rue Dupuytren. Il locale fungeva, sin dal principio, sia come negozio di libri che come sala da lettura. Nel 1921 la Beach spostò la libreria al 12 di rue de l'Odéon, dove rimase fino al 1941. Durante questo periodo la Shakespeare and Company era considerata il centro della cultura anglo-americana a Parigi. Scrittori e artisti della generazione perduta, come Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, Gertrude Stein, George Antheil, Man Ray e James Joyce passarono molto tempo al suo interno.
La Shakespeare and Company, così come i suoi frequentatori, venne menzionata da Hemingway in Festa mobile. Sylvia Beach faceva circolare titoli banditi nel Regno Unito e negli Stati Uniti, come L'amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence o l'Ulisse di James Joyce, che, censurato in quei due Paesi, venne stampato per la prima volta, nel 1922, proprio dalla Beach. La libreria fu chiusa nel 1941per il rifiuto di vendere l'ultimo esemplare di Finnegans Wake a un ufficiale nazista.
Quando Sylvia Beach morì, nel 1962, lasciò in eredità a George Whitman alcune casse
di libri, il marchio del negozio e pure il nome per la figlia.
A sua volta, la “Shakespeare and Company” di George era diventata il ritrovo preferito di tanti altri grandi nomi della letteratura anglosassone, dai poeti beat Burroughs, Corso e Ginsberg (è tutt’oggi gemellata con la City Lights voluta dall’amico Lawrence Ferlinghetti a San Francisco) a Henry Miller e Samuel Beckett.
Il cinema, di recente, ne ha mostrato le celebri vetrine sulla Rive Gauche parigina: Richard Linklater in “Prima del Tramonto” e, guardate il caso, Woody Allen in “Midnight in Paris”