La cena

Creato il 06 luglio 2012 da Povna @povna

Dopo la pausa della settimana scorsa, per seguire la sua Onda maturanda minuto per minuto, la ‘povna ritorna volentieri alle buone abitudini, e ricomincia a leggere. Per questa settimana, propone il romanzo, singolare e abile, di un autore olandese che l’ha colpita molto. E, con questa recensione, si accoda contenta alla carovana del venerdì del libro.

Gruppo di famiglia in un interno (un ristorante) a discutere di questioni private. Nel mezzo un’Olanda liberal che il lettore fatica a riconoscere, e una trama che, piano piano, si dipana. Flashback e piani temporali diversi, abilmente mescolati nella struttura (scandita dai ritmi delle diverse portate) della narrazione. Un romanzo crudo e singolare, sulle colpe dei padri che ricadono sui figli, ma forse anche no (o forse sì, alla fine?). Sulla violenza silenziosa che cova dentro la (o si sprigiona dalla) famiglia, su libertà e responsabilità. Ma, soprattutto, un romanzo sulla potenza della narrazione inattendibile, e sulla forza dei processi di identificazione di lettura. In questo senso, il narratore omodiegetico si porta in giro il lettore in lungo e in largo, prima di sottoporlo alla prova dei fatti, implicitamente sfidandolo a prendere posizione tra estetica e morale. Nonostante qualche caduta nel dettaglio, alla fine resta il gusto di un romanzo significativo e non qualunque, con uno dei personaggi più perfettamente insopportabili tra quelli delle ultime letture contemporanee.