Questo è il primo pensiero che mi passa per la testa appena sveglia. Tra 12 ore non sarò finalmente più una straniera in Australia. Tra 12 ore non sarò più solamente italiana, ma sarò anche australiana. Al 100%. Senza se e senza ma, senza scadenze e senza appuntamenti. Questo è il mio ultimo appuntamento da foreigner. Da stasera in poi, tutto quello che farò sarà da Australian citizen. Ancora non ci credo!
Ma l'attesa è lunga e quelle 12 ore passano davvero lente, tra un messaggio e una chiamata, una prova di vestiti dietro l'altra e un ricontrollare di avere tutto in ordine. Sono agitata come se dovessi affrontare un esame. Sono nervosa come il primo giorno di scuola. E faccio bene ad esserlo, perchè questo è un evento unico nella mia vita. Un evento che mi cambierà la vita per sempre. Ottenere una nuova cittadinanza non capita tutti i giorni; diventare cittadini di un paese diverso da quello di nascita non è una decisione da prendere alla leggera nè un procedimento da prendere sotto gamba. E per questo merita tutta l'agitazione e il nervosismo che il mio corpo ha in sè.
Per fortuna la cerimonia si tiene nel mio comune, a soli pochi minuti da casa e questo fa sì che non debba pensare anche a come muovermi, a dove parcheggiare, e al traffico. Man mano che si avvicina l'ora X mi agito sempre di più, come la volpe aspettando il suo piccolo principe. Finalmente sono le 5.30 e posso avviarvi verso il municipio. La pioggia cade costante e forte, e fa terribilmente freddo per essere primavera, ma il tempo non riesce comunque a rovinarvi l'umore per questo traguardo che sto per raggiungere.
Il comune di Ashfield tiene una cerimonia di cittadinanza ogni mese, e visti i requisiti per diventare cittadino mi aspettavo un numero ristretto di partecipanti. E invece quando arrivo nella sala destinata alla cerimonia mi rendo conto che oggi saremo almeno una sessantina a diventare nuovi cittadini. Per fortuna sono arrivata in anticipo, e faccio con calma la fila per la registrazione alla cerimonia (ovviamente sono la #1) e per iscrivermi al seggio elettorale. Qui in Australia infatti votare non solo è un diritto, ma è anche un dovere, il cui mancato adempimento comporta una multa. Sbrigate tutte le registrazioni, io e l'Avvocato entriamo in sala, che piano piano si riempie di futuri cittadini e i parenti ed amici che li supportano. Su ogni sedia troviamo il programma della cerimonia, e una piccola piantina omaggio (ovviamente si tratta di piante tipiche australiane!): davvero un gesto molto carino!
Alle 6.30 in punto inizia la cerimonia. Tutti in piedi si canta l'inno australiano, per l'ultima volta da stranieri: la prossima volta che lo sentiremo e canteremo, sarà davvero il nostro inno nazionale. Prende quindi la parola la sindachessa del mio comune, Councillor Lucille McKenna OAM, che con poche parole, ma molto significative, ci dà il benvenuto nella comunità australiana e nella comunità di Ashfield.
Finito il discorso di benvenuto, arriva la parte più importante della cerimonia, ovvero il giuramento. L'ultimo tassello per diventare cittadini infatti è proprio il giuramento di fedeltà all'Australia e ai suoi valori. Un po' in chiave americana, ma molto meno pomposo direi. Ci alziamo in piedi in due gruppi (metà ha fatto il giuramento "under God" e metà no) e ripetiamo queste parole con cui diventiamo tutti cittadini australiani.
From this time forward, under God, I pledge my loyalty to Australia and its people, whose democratic beliefs I share, whose rights and liberties I respect, and whose laws I will uphold and obey.
E' stato un momento molto emozionante, seguito da un'imbarazzante (ero la prima di tutti) camminata per ricevere il certificato di cittadinanza dalle mani della sindachessa. Congratulazioni. Stretta di mano. Ecco il certificato. Foto di rito sotto la bandiera. Welcome to Australia, this is your country now. E così, 4 anni e 3 mesi dopo essere arrivata in Australia, sono diventata cittadina australiana.