“La certezza del ricordo” – Carlo Flamigni

Creato il 02 settembre 2015 da Temperamente

La certezza del ricordo è il libro di Carlo Flamigni che Anankelab ha deciso di rieditare nel 2015 in occasione dell’anniversario della Liberazione. Il romanzo era uscito due anni prima per Baldini&Castoldi, poi l’autore emiliano ha incontrato la casa editrice torinese per via di un concorso e di qui la scelta di ripubblicare la storia.

Una storia che pesca nella memoria e si inserisce felicemente nei romanzi storici dedicati al dopoguerra in Italia: probabilmente rielaborando i suoi vissuti e i suoi ricordi, il dottore e romanziere Flamigni racconta la storia di Piero e della sua famiglia dalle origini contadine nell’Emilia fascista. Il ragazzo viene alla luce all’inizio del 1929, un anno fascista e volente o nolente deve subirne l’insegnamento, la divisa, i Balilla, eccetera; deve subire anche la guerra, cui non partecipa attivamente visto la giovane età, e l’invasione tedesca, che si andranno a installare nella villa dei conti che gli abitano vicino.

Allevato dalle zie, dato che il padre è lontano perché militare di alto grado e la mamma debole di salute e che perderà prematuramente, Piero cresce come un contadino edotto: gli piace leggere e può servirsi dei libri della biblioteca nobiliare grazie a Gioia, figlia dei conti e compagna di giochi, motivo per cui resterà sempre un po’ in disparte, perché conosce il lavoro nella terra ma riceve un’educazione e si configura quindi come né carne né pesce, né un vero contadino né un vero cittadino. Ai tantissimi personaggi della famiglia che Flamigni descrive con dovizia di particolari, andando indietro quasi alla genealogia dei genitori del protagonista, dipingendo un quadro storico e culturale di una certa rilevanza, a un certo punto si aggiunge la bellissima Fiamma, nuova moglie del padre, giovane, bionda e un po’ oca, da cui Piero resta abbagliato e diventa paladino contro ogni sorta di malelingua, oltre che confidente e pressoché unico amico.

La storia di Piero, gli orrori che vede con i suoi occhi e quelli che accadono attorno a lui, è una delle tante che potrebbero essere avvenute in quel periodo; il sugo del romanzo di Flamigni è in realtà lo stile adottato: scimmiottando il modo di parlare contadino, Flamigni recupera una sere di modi di dire, parole dialettali, espressioni tipiche che sono uno sconfinato tesoro per ogni linguista e appassionato e riesce a ricalcare e a restituire al lettore anche il modus vivendi, oltre che di pensare, connesso alla cultura (intesa come insieme di tradizioni, saperi, superstizioni, abitudini) di un’Italia ormai andata.

Leggere il suo romanzo è fare un passo indietro di 70 anni, in modo semplice, chiaro e familiare.

Carlo Flamigni, La certezza del ricordo, Anankelab 2015, € 16.50


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