La fiction racconta l’intramontabile vicenda del giovane idealista napoleonico Fabrizio del Dongo (Rodrigo Guirao Diaz) che fugge di casa per unirsi alle truppe francesi dopo la fuga dell’Imperatore dall’esilio e il suo ritorno a Parigi nel 1815. Tuttavia la sua avventura al soldo delle truppe napoleoniche dura poco: a Waterloo i francesi vengono sconfitti e Fabrizio viene ferito. Tornato a casa il giovane incontra la solidarietà della zia Gina (Maria Josee Croze), affascinante sorella minore del Marchese del Dongo (Mattia Sbragia), padre di Fabrizio, che si prende cura di lui e lo nasconde per tutelarlo dalla denuncia che il padre gli ha sporto contro. Ma presto l’affetto della zia si traduce in un amore viscerale per il nipote, tale che la porta a chiedere aiuto al Conte Mosca (Hippolyte Girardot), uno dei suoi corteggiatori, che farà rifugiare Fabrizio in un seminario a Napoli dove resterà per tre anni. Prima di prendere i voti, Fabrizio decide di tornare a visitare la zia che, nel frattempo, si è trasferita a Parma dove, ufficialmente, è la consorte del Duca Sanseverina e, ufficiosamente, l’amante del Conte Mosca. Il ritorno di Fabrizio fa saltare tutti gli equilibri: Gina è travolta da una insana passione per il nipote, Mosca è preda della gelosia mentre lo stesso Fabrizio si innamora di Clelia (Alessandra Mastronardi), figlia del Generale Conti (Ralph Palka), responsabile della fortezza di Parma. E sarà proprio la giovane Clelia a far aprire gli occhi al ragazzo che si renderà conto del triangolo sentimentale che ha scatenato.
Cinzia Th Torrini ha anticipato la presenza di alcune scene ad alto tasso erotico: «Ho girato scene d’amore non convenzionali chiedendo agli attori di interpretare la sensualità senza le azione esplicite che spesso la cinematografia ci propone. Così facendo sono riuscita ad ottenere il risultato più sensuale della mia carriera. In questo il film “Il Cigno Nero” è stato di forte ispirazione. La Certosa è la storia di una passione e per trasmettere questa passione sono stata aiutata anche dalle musiche di Savio Riccardi (Elisa di Rivombrosa)».
(fonte Ufficio Stampa Rai)