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La Cervara
In Italia esistono tanti edifici storici che esprimono il meglio della cultura e delle tradizioni nazionali. Tra questi troviamo anche la Cervara o Abbazia di San Girolamo al Monte di Portofino. L’edificio, di origini medievali, si affaccia a strapiombo sul mare ed è una delle costruzioni storiche più rilevanti del nostro paese. Al suo interno, oltre alla chiesa, al chiostro e alla torre, anche uno splendido giardino all’italiana che è l’unico spazio di questo tipo presente in Liguria, regione dove si trova proprio la Cervara. L’edificio appartiene oggi a privati, ma è aperto al pubblico per visite guidate ed eventi, tra cui cerimonie e matrimoni. La visita alla Cervara può essere un’esperienza arricchente sia dal punto di vista ambientale che da quello culturale. Attraversando i sentieri del giardino si possono apprendere anche le tecniche per creare in proprio e in piccolo spazi verdi come quelli della Cervara.
Caratteristiche
Storia
La Cervara venne costruita nel 1361 su idea di Ottone Lanfranco, monaco e cappellano genovese dell’abbazia di Santo Stefano ( Genova). Il lavori iniziarono un anno dopo il consenso dato dai monaci colombaniani che erano i proprietari del terreno. L’abbazia venne dedicata a San Girolamo. Dopo la sua costruzione, la Cervara attraversò tutti i movimenti politici e religiosi del tempo. Papa Eugenio IV, per ricomporre un piccolo scisma in seno alla Chiesa, la assegnò ai benedettini di Cassino, ovvero ai monaci del saio nero che furono chiamati a dirigerla. I benedettini divennero proprietari dell’abbazia nel 1420, dopo la fine del conflitto tra Guelfi e Ghibellini. La Cervara divenne però abbazia nel 1546. All’epoca la struttura vene fortificata per difendersi dalle incursioni dei Saraceni. Nel corso dei secoli,l’edificio, più volte restaurato, divenne proprietà di diversi ordini monastici. Durante Napoleone venne persino abbandonato per diventare una casa colonica. Successivamente, venne acquisito da nobili, poi da altri ordini monastici, fino a diventare, nel 1912, monumento nazionale italiano. Acquisita da privati, l’abbazia viene oggi aperta al pubblico in occasione di eventi e concerti e può essere visitata da gruppi previo appuntamento. La Cervara è stata anche oggetto di numerosi restauri, da quelli voluti da papa Eugenio IV a quelli realizzati nel Seicento e nell’Ottocento, fino ai più recenti del 2011, quando, nella stanza prigione che ospitò Francesco I, è stata scoperta una lapide con la scritta che quest’ultimo indirizzò alla madre Luisa di Savoia dopo la battaglia di Pavia del 1525: “Tutto è perduto, fuorché l’onore!”. Nel corso dei secoli, l’interno della Cervara è diventato anche un fulgido esempio di arte e cultura, perché adibito ad ospitare opere di inestimabile valore, come il Polittico di David e il trittico portatile con l’Adorazione dei Magi.
Il giardino
Una delle parti più suggestive della Cervara è sicuramente il giardino all’italiana. Realizzato secondo lo stile nazionale, in maniera semplice, raffinata e lineare, questo giardino si affaccia a strapiombo sul mare comprendendo diverse zone terrazzate con varia disposizione di piante. Le specie selezionate sono tra quelle che resistono di più alla salsedine. La parte monumentale è arricchita da siepi di bosso decorate con l’arte topiaria. Lo scenario è silenzioso,come si confà a un ambiente monastico. Mancano anche piante dalle fioriture troppo vistose, le quali non potrebbero resistere alla forza della salsedine. Circondano il giardino e l’edificio principale, terrazze, pergole,colonne dipinte e piante rare dalle straordinarie fioriture. Tutto questo è accompagnato da una corte ombreggiata che prende il nome da una pianta secolare e monumentale: il glicine, da secoli presente all’esterno della Cervara. La parte superiore del giardino è decorata da colonne rivestite da diverse varietà di gelsomino profumato, bounganvillea, camelie, uva, capperi rosa, ortensie e rose. Nella parte ancora più alta, si trovano gli arbusti, tra cui il leccio, il lentisco, il pino d’Aleppo, il viburno e il corbezzolo. Nella parte che si rivolge a monte è stato mantenuto in vita anche l’orto dei monaci. In questo spazio, chiamato anche “giardino dei semplici” vengono coltivate piante officinali come calendula, dragoncello, timo, ruta, elicriso, menta piperita, rosmarino, origano, rabarbaro e anice verde. In un’altra parte del giardino vengono coltivati anche cedro, bergamotto, limone fiorentino, pompelmo e arancio amaro.