La chemio e i miei capelli
Per quanto possa sembrare l'aspetto più triviale della "faccenda cancro", una volta ripresi dallo shock, la questione della perdita dei capelli provoca sempre una certa ansia.Non si tratta, secondo me, di qualcosa di puramente frivolo ed estetico. Per come la vivevo io, perdere i capelli avrebbe significato qualcosa di più di rischiare di non piacermi, che comunque non è un punto da sottovalutare. Essere calva sarebbe diventato quello che avrebbe urlato al mondo che ero malata di cancro. Addirittura mi ricordo che riuscii a partorire un pensiero del tipo "se perdo i capelli, all'università mi favoriranno perchè sono malata, e io non voglio!".
Quando chiesi all'ematologa se era proprio sicuro che i capelli mi sarebbero caduti, rispose di si. Mi disse che dalla seconda chemio avrei iniziato a perderli, ma non sapeva con quali modalità. Forse tutti assieme, forse nel tempo, cosa che secondo lei era più probabile. Ad ogni buon conto, mi consigliò di tagliarli prima ancora di iniziare la chemio e concluse la conversazione dicendo "guarda il lato positivo: per sei mesi hai risolto il problema della depilazione!". Data la mia propensione all'ottimismo e grazie anche alla mia atavica antipatia per il silk-epil, me ne andai a casa un pò più serena.
Chiesi alla mitica O. (la mia mentore, la donna che era ricoverata con me e che mi ha dato buona parte dell'ottimismo indispensabile per affrontare la malattia) come era stato per lei perdere i capelli. La risposta fu "All'inizio è brutto e metti la parrucca ogni giorno. Poi togli la parrucca perchè ti accorgi che prude veramente troppo e impari a vederti senza. Poi alla fine ti piaci anche."
Da brava paziente modello, diedi retta all'ematologa e mi tagliai i capelli. Li eliminai io prima che se li prendesse il cancro. E'stato un modo per credere che vi rinunciavo spontaneamente. Andai dal parrucchiere con mia sorella e, tra lo stupore generale, chiesi al parrucchiere di passare ad un taglio molto corto. Rimasi molto soddisfatta, con i capelli corti mi piaccio di più, in realtà.
L'idea di perderli, però, mi preoccupava. La mia ematologa, carinissima, disse che potevo provare ad usare la cuffia fredda. La cuffia fredda è un espediente che dovrebbe aiutare a salvaguardare la zazzera quando viene dichiarata "specie a rischio di estinzione". E'un cappuccio congelato che viene calato sulla testa nel momento in ci si apre la flebo col farmaco responsabile del disboscamento. Lo scopo è congelare il bulbo in modo che non venga irrorato dal sangue "chimico". Io ho fatto chemio da settembre a marzo. Praticamente tutto l'autunno e tutto l'inverno. Mi avvolgevo nella mie copertone e poi mettevo la cuffia. Che sensazione tremenda quel gelo sul collo! Ricordo che un giorno ero mezza addormentata sul letto del day hospital e mia madre entrò un attimo per chiedermi una cosa. Dato che sapevo che era una scusa per vedere come stavo, e dato che io avevo veramente troppo sonno, decisi di ignorarla. Così, per non svegliarmi, chiese all'infermiera quel non ricordo cosa che avrebbe dovuto chiedere a me (credo che volesse sapere quanto tempo ancora mancava per finire le infusioni). L'infermiera le chiese chi fosse sua figlia. La risposta di mia madre, forse ispirata dalla brina sul cappuccio, fu "Quella conciata come un Bastoncino Findus"
Ad ogni modo, la cuffia fredda ha portato una conseguenza a lungo termine. Per moltissimo tempo dopo la chemio (e a volte anche ora) ho la nausea quando apro il congelatore. L'odore del ghiaccio mi disturba perchè mi ricorda l'odore della cuffia fredda. Voi vi domanderete "da quando il ghiaccio ha un odore peculiare?". Lasciate fare, credete a me, ce l'ha...
Quasi subito, risolsi il problema della depilazione. Il che, devo dire, un minimo di soddisfazione lo diede, a voler a tutti i costi guardare il lato positivo. A partire dalla 5°chemio iniziò la caduta dei capelli. Alla fine, devo dire che ne persi molti, ma non si notava più di tanto. Sembravo solo una persona con pochi capelli, come ce ne sono tante.
Accadde, inoltre, una cosa piuttosto curiosa. Io sono sempre stata una mangiatrice di unghie. Lo so, è un vizio bruttissimo, specialmente per una signorina, ma è così. D'altra parte, è anche vero che nei periodi in cui ho provato a smettere ho sempre risolto poco perchè comunque sono fragili e sottili. I miei capelli, per contro, sono sempre stati molto erti e forti. Fatto sta che più i capelli si diradavano, più io mi ritrovavo "artigliata". Per qualche motivo non solo in quel periodo smisi di mangiarmi le unghie, ma mi ritrovai anche con delle unghie bellissime...curiosi scherzi della cheratina!
Finita la chemio, la mia ematologa mi consigliò di tagliare di nuovo i capelli per "ravvivarli" un pò. Andai di nuovo dal parrucchiere, uno dal quale non ero mai stata prima perchè aveva aperto da poco e lui ad un tratto mi chiese se poteva farmi una domanda molto personale. Ok, dissi. Mi chiese se avevo finito da poco la chemio. Rimasi sbalordita e gli chiesi come faceva a saperlo.
Si era accorto che accanto ai capelli superstiti c'erano tantissimi capelli nuovi, "appena nati", molto più corti degli altri.
Sotto questo punto di vista sono stata fortunata. Purtroppo, anche la perdita di capelli, così come qualsiasi altro effetto collaterale, non cambia solo a seconda del tipo di chemio che si fa, ma varia da persona a persona anche se la terapia è la stessa. La ragazza che curava anche lei un linfoma come il mio (ma di stadiazione più ragionevole) perse subito tutti i capelli. Io no. In compenso non vomitò una sola volta...io...vabbè...questa parte per ora lasciamola stare, ve lo racconto un'altra volta!