La cicatrice

Da Monstersandco

Esterno notte. Ci sono alberi fitti e boscaglia e cespugli. Ci sono altre persone. Le intravedo appena, però le sento. Mi sfrecciano di fianco in respiri affannosi. Sono ombre frenetiche tra gli alberi, le sento sibilare e nascondersi. Stiamo tutti scappando da qualcosa. E io corro trascinandomi dietro un filo d'ansia sottile, mi impiglio nei rami, vado avanti e avanti e avanti e qualche volta guardo in su e tra le chiome folte degli alberi intravedo sprazzi di stelle immobili.
A un certo punto sono ferma. Non ce la faccio più. Sono piegata in avanti, con le mani sulle ginocchia e il respiro spezzato che mi esce dalla bocca in piccole nuvolette. Ma non è stata una buona idea. Quando sento un fruscìo dietro di me, ho appena il tempo di tirarmi su e voltarmi e qualcuno, di cui non conoscerò mai il volto, mi infila qualcosa nella pancia. Toh, guarda un po', è una mannaia. È proprio il pensiero che mi si formula nella testa. Ho la schiena contro un albero e la lama mi trapassa lo stomaco da parte a parte, conficcandosi nella corteccia dietro di me. Toh, guarda, sono incastrata, è il secondo pensiero mentre sento un fiume caldo di sangue scendermi lungo le gambe.Poi c'è un ellissi. Sono viva, sto bene, e conduco la mia vita normalmente. Solo che quando parlo con la gente non vedo l'ora di raccontare la mia avventura, descrivendola con dovizia di particolari truculenti, sentendomi la coraggiosa eroina di un film di Wes Craven. E così eccomi qui, che chiacchiero con due persone sconosciute e racconto e racconto finchè arriva il momento di mostrare la ferita e lasciarli tutti impietriti. Solo che quando sollevo la maglia la mia cicatrice è piccola e sottile, poco più di un taglietto, più inoncua dell'appendicite, non rende onore al mio incidente. Che sfiga, mi hanno aperto lo stomaco come un maiale da macello, e nessuno ci crederà.
Dreamed by: Monsters