La Cina in Africa: i media

Creato il 10 settembre 2012 da Pbacco

Circa un anno fa abbiamo analizzato l’aumento di interesse della Cina verso l’Africa (basta che cercate nel menù argomenti per trovare il post). Ecco, ora un nuovo tassello di questo avanzamento è stato creato. Da gennaio del corrente anno, la China Central Television CCTV, società statale cinese operante nel settore televisivo (una Rai in salsa pechinese) ha aperto la prima sede estera fuori da Beijing; non per caso, la città designata è stata Nairobi. La capitale keniota è stata scelta come HUB per lo smistamento delle notizie verso il continente nero. Prima apertura di una serie di sedi, che ora contano venti stati africani; tra gli ultimi uffici di corrispondenza troviamo Città del Capo e Kigali. Una presenza significativa ed in rapida espansione, considerando che alcuni media occidentali, anche per via di problemi di bilancio, sono stati costretti a tagliare uffici esteri. Non ultimo, il caso della nostra televisione di stato, che ha fortemente ridimensionato alcune sedi estere.

La televisione statale cinese invece, andando controtendenza ha accresciuto il suo interesse per il continente nero, seguendo così l’economia e le direttive del paese/partito.
Da febbraio, va in onda quotidianamente dagli studi di Nairobi “Africa Live”, un programma che a detta dell’emittente vuole cambiare il modo di vedere l’Africa.

L’azione cinese però, non si esaurisce in questo campo. Importanti investimenti, sono stati impiegati per migliorare tecnicamente le infrastrutture di comunicazione intra-africane, sia con aggiornamenti infrastrutturali delle reti televisive locali, sia attraverso la cooperazione tra industria cinese in ambito della telefonia e l’industria africana di rete mobile. Troviamo così il progetto China African News Service tra Xinhua (l’agenzia di stampa ufficiale cinese) l’Huawei (industria cinese di apparecchi per telecomunicazioni) e Safaricom (operatore africano di rete mobile) per la diffusione di contenuti anche attraverso i telefonini, così da poter raggiungere più capillarmente la popolazione rurale, che non dispone quasi mai di apparecchi televisivi, ma è raggiunta dalla rete cellulare. In questo solco troviamo anche corsi di formazione per giornalisti africani; non a caso la sede keniota offre lavoro a circa sessanta persone, tra tecnici e giornalisti, ma si pensa che a regime raggiungerà anche i duecento addetti.

Lo scopo finale cinese è quello di introdurre la sua cultura e i suoi valori, mostrare una immagine favorevole attraverso i media per raggiungere gli obiettivi prefissati, riducendo l’uso della forza, per sviluppare relazioni con gli stati e espandere la sua influenza globale.
Il famoso soft power in contrapposizione con le potenze odierne, prima fra tutte la BBC oltre che Al Jazeera ed in maniera minore anche RFI e CNN.

pbacco


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