Domenica 20 marzo la Bankers Petroleum, compagnia canadese degli idrocarburi, tramite un comunicato[1] diffuso sul suo sito web, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo, approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione, con la società cinese Geo-Jade, per il quale quest’ultima è ora proprietaria di tutte le sue quote.
Il prezzo di vendita è stato, stando alla nota, di 2.20 dollari canadesi ad azione (circa 1.50 euro), per un totale di 575 milioni di dollari (poco più di 392 milioni di euro). Geo-Jade ha quindi acquistato i titoli ad un prezzo quasi doppio rispetto al loro valore di 1.05 dollari registrato alla chiusura della Toronto Stock Exchange (dove è quotata Bankers Petroleum) di venerdì 18 marzo.
La compagnia canadese ha le sue attività principalmente in Albania, paese in cui è la maggiore società nel settore degli idrocarburi e dove dal 2004 opera nel campo petrolifero di Patos-Marinza che, con i suoi due miliardi di barili stimati, è il più grande giacimento on-shore d’Europa, oltre che in quello di Kuçova il secondo del paese balcanico.
Soprattutto negli ultimi mesi Bankers Petroleum ha però dovuto affrontare molte difficoltà, prima tra tutte il recente crollo del prezzo del petrolio, stabilito dai paesi dell’Opec, i quali non hanno fermato l’attività estrattiva su richiesta degli Stati Uniti, con lo scopo di colpire l’economia russa nell’ambito della crisi nell’Ucraina orientale ed in Siria, fatto che ha significato per la società un crollo dei profitti.
A complicare la situazione si è poi aggiunta la disputa nata con il governo albanese, il quale ha richiesto alla compagnia una cifra pari a 75 milioni di dollari come tasse arretrate, che l’azienda avrebbe evaso gonfiando l’entità delle proprie spese e riducendo i reali profitti; in seguito a queste accuse Bankers Petroleum ha fatto ricorso alla Corte Internazionale di Arbitrato, sospendendo poi il procedimento e raggiungendo un accordo con Tirana, al fine di non compromettere i futuri rapporti commerciali.
Proprio in relazione ai grandi interessi reciproci che sussistono tra la compagnia canadese e l’Albania e, soprattutto, a quello che Bankers rappresenta per l’economia di quest’ultima, l’acquisto da parte di Geo-Jade ha arrecato non poca preoccupazione al governo di Tirana, il quale non ha ora alcuna garanzia sull’affidabilità della società cinese e sui progetti che quest’ultima ha per le proprie future politiche nei Balcani, portando ad una situazione di notevole incertezza.
Il settore petrolifero è infatti quello che più può contribuire al futuro sviluppo dell’economia albanese, colpita duramente da questo crollo del prezzo del greggio, il quale ha ridotto notevolmente le entrate fiscali del paese, costringendo il governo a pesantissimi tagli al bilancio, come quello deciso all’inizio di agosto dello scorso anno, quando fu varata una manovra da 116 milioni di euro, una cifra che rappresenta approssimativamente il 4% dell’intera spesa pubblica del paese.