Trama: mentre si stanno recando nella nuova casa, la piccola Chihiro e i suoi genitori sbagliano strada e si ritrovano in quello che sembrerebbe un parco divertimenti abbandonato. All'improvviso papà e mamma vengono trasformati in maiali e Chihiro rimane sola in un mondo che, nottetempo, si popola di spiriti e creature fantastiche...
La città incantata è una delicata favola dalla storia semplice (per quanto affascinante) e dai molteplici significati, sfaccettata e sorprendente come tutte le altre opere del Maestro Miyazaki. Attraverso la rappresentazione di un mondo incantato profondamente radicato nella cultura giapponese ma anche influenzato da atmosfere che, in qualche modo, richiamano le fiabe dell'europa orientale, Miyazaki Sensei offre allo spettatore uno splendido racconto di formazione che parte da un piccolo e comunissimo trauma infantile: quello del primo trasloco. Chihiro è una bimba di dieci anni che si ritrova improvvisamente a dover fare i conti con un cambiamento notevole, benché assai comune, e che incontriamo per questo colma di tristezza e, comprensibilmente, chiusa a qualsiasi novità, proposta o incoraggiamento da parte dei genitori che invece, com'è tipico degli adulti, prendono la cosa con più filosofia o da un punto di vista meramente pratico. Quando la famigliola arriva in quello che ritengono essere un parco divertimenti sono proprio papà e mamma a incoraggiare l'esplorazione e a rallegrarsi per il cibo trovato per caso e in abbondanza, mentre Chihiro si immusonisce e rifiuta qualsiasi distrazione le venga offerta, con una sensibilità che va a braccetto con testardaggine e paura, tre elementi che sono tratti distintivi del suo carattere e che l'accompagneranno nella sua esperienza presso quello che si rivelerà essere il regno degli spiriti. Infatti, la cosa particolare de La città incantata è che all'inizio Chihiro non è affatto una protagonista simpatica, tutt'altro: è piagnucolosa, diffidente, scorbutica. Per questo diventa ancora più verosimile il suo percorso verso la generosità, l'altruismo e l'amore, tutte qualità necessarie per riuscire a sopravvivere nel bagno pubblico gestito dalla tremenda Yubaba e popolato da personaggi gretti e meschini, interessati solo a soddisfare i loro bisogni più immediati come la gola o il denaro e che toccano l'apice nell'inquietante e triste figura del Senza Volto, destinato ad un'eterna solitudine causata dall'ingordigia.
Il percorso di formazione di Chihiro si accompagna inoltre ad una riflessione non banale sui legami col passato e sull'importanza del rispetto nei confronti della natura. La strega Yubaba diventa proprietaria dei suoi dipendenti rubando il loro nome (o meglio, rubandone un pezzetto visto che il kanji 千 rimane invariato sia in Chihiro che in Sen, nome con cui Yubaba ribattezza la protagonista) e cancellando, di fatto, ogni ricordo della loro esistenza o della loro reale natura; Chihiro però ricorda il proprio grazie al bigliettino di addio regalatole dai suoi compagni di classe, quello stesso biglietto che le provocava tanta tristezza e malinconia durante il viaggio verso la nuova casa. Quello che il Maestro ci vuole dire, in poche parole, è che non è sano rimanere ancorati al passato e guardare ad esso come ad un tempo felice che non tornerà mai più, rifiutando il futuro o il cambiamento, bensì bisogna fare tesoro di tutte le esperienze, belle o brutte che siano (per esempio cadere in un fiume...), e da esse trarre forza per andare avanti e crescere, consapevoli del fatto che le persone importanti troveranno sempre il modo di rimanere accanto a noi, per quanto distanti nel tempo e nello spazio. L'atavico amore di Miyazaki per la natura, invece, viene espresso totalmente nella splendida sequenza che mostra l'arrivo dello "Spirito del cattivo odore" all'interno dell'onsen, altro esempio di come le persone sciocche e limitate non riescano a guardare oltre l'apparenza né riparare ai danni che loro stesse hanno causato all'ambiente che le circonda; più che al denaro facile e alla fama, le persone dovrebbero fare attenzione alla loro salute, inestricabilmente legata a quella di una natura che stiamo rendendo sempre più brutta ed irriconoscibile. Detta così è un orrido pistolotto naturalista ma il Sensei riesce in pochi minuti a rendere questo concetto necessario, meraviglioso e giusto.
Attorno alla piccola Chihiro, Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli creano uno stuolo di personaggi vivaci ed indimenticabili, talmente ben caratterizzati che persino quelli secondari riescono a ritagliarsi quei cinque minuti necessari a bucare lo schermo e fissarsi indelebilmente nella mente dello spettatore, come per esempio lo Spirito del Ravanello o le piccole palle di fuliggine del Signor Kamaji. Le invenzioni visive, neanche a dirlo, si sprecano e si concretizzano in alcune tra le più belle e poetiche sequenze d'animazione mai girate, come l'attacco degli uccellini di carta ai danni di Haku, il viaggio sul treno acquatico, il bagno dello Spirito del Cattivo Odore e il risveglio dei ricordi d'infanzia di Chihiro, in grado tutte le volte di commuovermi fino alle lacrime; questi sono solo gli esempi più eclatanti, ovviamente, potrei elencarne altri mille e non lo faccio solo per non togliere la sorpresa a chi non ha mai visto La città incantata, ma un piccolo dettaglio che mi ha sempre convinta della genialità di Miyazaki e della sua capacità di evocare immagini allo stesso tempo universali e inaspettate è il modo in cui Yubaba si ammanta lasciando spuntare solo il nasone e diventando così identica, in tutto e per tutto, ad un uccello ottuso. Menzione speciale, ovviamente, la merita anche la colonna sonora di Joe Hisaishi, composta da melodie a volte delicate a volte ridontanti, perfette per sottolineare i vari cambiamenti d'atmosfera all'interno della pellicola. Per concludere, a voi non resta che andare a vedere La città incantata al cinema o recuperarlo in DVD e, a questo proposito, ho una piccola precisazione da fare, assieme ad una richiesta. La versione che ho io è uscita con TV Sorrisi e Canzoni nel 2005 (quindi dovrebbe contenere il doppiaggio e, di conseguenza, i sottotitoli del 2004) e ho notato, nonostante la mia ancor limitata conoscenza della lingua giapponese, qualche imprecisione/aggiunta nei dialoghi; leggo tuttavia su Wikipedia che da domani al cinema la Lucky Red ne proporrà una versione riadattata e ridoppiata, più fedele all'originale quindi vi chiederei di raccontarmi in che modo le due edizioni sono differenti così da capire se riacquistare o meno un futuro DVD. E con questo concludo davvero, buona visione!!
Del regista e sceneggiatore Hayao Miyazaki ho già parlato qui.
Il film ha vinto l'Oscar come miglior film d'animazione nel 2003, surclassando giustamente (per quanto lo adori) Lilo & Stitch, candidato assieme a L'era glaciale, Il pianeta del tesoro e Spirit - Cavallo selvaggio. Se La città incantata vi fosse piaciuto recuperate Ponyo sulla scogliera, Il mio vicino Totoro, Coraline e la porta magica, Alice nel paese delle meraviglie, Labyrinth, Il mago di Oz, Nel fantastico mondo di Oz e La storia infinita. ENJOY!