La città incantata
Creato il 09 dicembre 2015 da Luz1971
Orbene, finalmente torno a occuparmi del mio angolo virtuale, che mi è mancato moltissimo. Parliamo di cinema. Avete mai visto uno dei film di Hayao Miyazaki? Non si deve essere necessariamente estimatori del cartone nipponico - e di fatto questo stile grafico non mi fa impazzire. Quello che affascina dei suoi film è il perfetto connubio fra intreccio e metodo, e i giapponesi si sa quanto siano scrupolosi sul metodo."La città incantata", premiato con l'Orso D'Oro a Berlino nel 2002, è decisamente bello nell'intreccio, che per altro adopera tutti gli espedienti classici della fiaba popolare. Per fare qualche esempio: la bambina prima piena di paure che diventa l'eroina salvifica, l'aiutante nella forma del bambino-drago, la maga che soggioga un intero mondo e che ha un suo doppio, ecc. Belle anche le ambientazioni, ad esempio mi è piaciuto molto quel mare che compare chissà da dove e sommerge tutto, trasparente, vi si vede la ferrovia sotto. Anche questo un elemento tipico della fiaba, per altro, il mare o un grande lago che rappresenta l'ignoto. Particolare l'elemento del cibo, che torna ossessivamente in ogni snodo. Tipico in tante fiabe popolari anche questo. In sostanza Miyazaki fa un'operazione abbastanza scontata, e direi scaltra, strizzando l'occhio all'immaginario popolare occidentale che fonde con quello orientale. Direi un'operazione perfettamente concertata, vincente. Il film in sé non mi lascia completamente "presa". Ci riesce a metà proprio perché sembra un déjà vu solo diversamente combinato. Il disegno manga, come ho scritto, non mi entusiasma con la sua raffigurazione un po' stereotipata. Il tratto è troppo semplice su alcuni personaggi, per diventare barocco in altri. La testona di Chiiro rispetto alle sue gambine, con quello spazio enorme fra naso e bocca non mi piace. La faccetta alla "Terence" di Candy Candy del ragazzo-drago men che meno. E tutti i personaggi che si avvicendano nella fiaba sono troppo da videogame nipponico. Insomma, questo aspetto non mi appartiene proprio.La trama invece si erge su tutto. Mi piace fin da subito, fin da quando il vento sembra spingere l'intera famiglia all'interno della città, sebbene Chihiro sia restia ad andare, e successivamente la scena in cui i genitori della bambina si trasformano in maiali lascia sgomenti, con il cibo che diventa la chiave di volta che fa mutare ogni direzione. La colonna sonora bene si accorda al racconto, a tratti ricorda quella di "Eyes Wide Shut" di Kubrick e, per altri, certe sonorità di Ludovico Einaudi.
Il merito di queste produzioni sta in definitiva nell'approfondimento psicologico dei personaggi, e nelle tante allegorie che si nascondono dietro questa storia. L'universo inconscio, le sue pieghe insondate e insondabili, può essere esplorato tramite un racconto animato, solo apparentemente creato per un pubblico di bambini. Miyakaki ne offre una perfetta dimostrazione.
Avete visto questo o un altro film di questo autore giapponese? Cosa pensate di questo tipo di narrazione?
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